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Tesi per stampa 1 - Padis - Sapienza

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60<br />

Capitolo primo<br />

In Kassandra di Christa Wolf la memoria assopita del dolore è<br />

punzecchiata come un arto indolenzito di cui un medico vuole saggiare<br />

la sensibilità 101 . In Kindheitsmuster la memoria si serve di diversi stimoli e<br />

si rivela nelle sue diverse stratificazioni. Ma queste sono o<strong>per</strong>e scritte<br />

negli anni Ottanta. Gli anni immediatamente successivi alla seconda<br />

guerra mondiale, invece, sono <strong>per</strong>vasi da un forte scetticismo nei con-<br />

fronti della capacità della letteratura di rappresentare o riflettere sulla<br />

realtà della guerra, scetticismo espresso soprattutto nel giudizio di A-<br />

dorno secondo cui dopo Auschwitz non è più possibile fare poesia 102 .<br />

Per un lungo <strong>per</strong>iodo, soprattutto in Germania, si sopprime la<br />

memoria e si rifiuta il lutto, da un lato <strong>per</strong> il senso di colpa che affligge i<br />

tedeschi e dall’altro <strong>per</strong> l’indicibilità del segreto che portano dentro di sé<br />

i sopravvissuti della Shoah. Di fronte al ricordo del passato,<br />

dell’es<strong>per</strong>ienza dolorosa, la sensazione che spesso si prova è pudore,<br />

imbarazzo, vergogna, soprattutto se da quel dolore, che porterebbe na-<br />

turalmente al silenzio o alla parola inarticolata, al grido di sofferenza, si<br />

produce letteratura, scrittura cioè che assume anche un valore estetico.<br />

101 CHRISTA WOLF, Kassandra, cit., p. 8.<br />

102 Cfr. THEODOR W. ADORNO, Prismen. Kulturkritik und Gesellschaft [1951], in<br />

IDEM, Kulturkritik und Gesellschaft I. Gesammelte Schriften, Band 10.1, hrsg. von Rolf<br />

Tiedemann, Darmstadt: Wissenschaftliche Buchgesellschaft 1998, p. 30: “nach<br />

Auschwitz ein Gedicht zu schreiben, ist barbarisch, und das frisst auch die<br />

Erkenntnis an, die ausspricht, warum es unmöglich ward, heute Gedichte zu<br />

schreiben”. Trad. it. in THEODOR W. ADORNO, Prismi. Saggi sulla critica della cultura,<br />

Torino: Einaudi, 1955: “scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie, e<br />

ciò avvelena la stessa consapevolezza del <strong>per</strong>ché è divenuto impossibile scrivere<br />

oggi poesie”. Come è noto, Adorno modificò la sua posizione in Negative Dialektik<br />

(1966).

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