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La cultura della guerra e le sue metamorfosi 51<br />
vi del “paradigma di Antigone”, sebbene nella tragedia di Sofocle la<br />
guerra, combattuta appena fuori dalle mura della polis, sia già finita.<br />
Fino a quando la guerra si combatte in modo tradizionale, la città, “la<br />
forma politica maggiore della Storia” 77 , rimane un luogo relativamente<br />
sicuro all’interno del sistema bellico. Quando lo spazio urbano e i civili<br />
vengono coinvolti nel processo di distruzione del conflitto, l’impatto che<br />
la guerra ha sulla città è invece enorme. Per Paul Virilio, gli agglomerati<br />
urbani sono stati vittime di una “strategia anti-città” <strong>per</strong> tutto il XX seco-<br />
lo 78 , ma lo stesso si potrebbe affermare dell’inizio del XXI, sebbene alla<br />
pratica del bombardamento di aria e di terra si sia sostituito – almeno in<br />
parte – quella dell’attentato terroristico. Tuttavia, non sono solo le esplo-<br />
sioni e i bombardamenti a trasformare la struttura delle città. L’effetto<br />
sulla loro architettura e sulla loro economia non coincide con la durata<br />
della guerra in sé ma comincia molto prima, come indica la domanda<br />
posta da Cassandra nel romanzo di Christa Wolf: “È possibile sa<strong>per</strong>e<br />
quando comincia la guerra, ma quando comincia la vigilia della guer-<br />
ra?” 79 Spesso l’attesa del conflitto è già es<strong>per</strong>ienza di guerra. Roger Cail-<br />
77 PAUL VIRILIO, Città Panico, Milano: Raffaello Cortina Editore, 2004, p. 66. Titolo<br />
originale: Ville panique. Ailleurs commende ici, Paris: Éditions Galilée, 2004.<br />
78 Ivi, p. 88.<br />
79 CHRISTA WOLF, Kassandra, München: Sammlung Luchterhand, 2000, p. 80:<br />
“Wann Krieg beginnt, das kann man wissen, aber wann beginnt der Vorkrieg”.<br />
Trad. it. in CHRISTA WOLF, Cassandra, a cura di Anita Raja, Roma: Edizioni e/o, 1996,<br />
pp. 83-84.