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La cultura della guerra e le sue metamorfosi 47<br />
Scarry si riferisce alla città in quanto luogo della “civiltà” che vi si ri-<br />
specchia. Allo stesso modo in The Death of the Heart (1938), pubblicato<br />
due anni prima del Blitz su Londra, Elizabeth Bowen scrive: “These<br />
things are what we mean when we speak of civilization […]. In this<br />
sense, the destruction of buildings and furniture is more palpably<br />
dreadful to the spirit than the destruction of human life” 68 . La casa e la<br />
città portano i segni tangibili della distruzione della civiltà nella guerra.<br />
Benché l’uso dei bombardamenti caratterizzi già la Grande Guer-<br />
ra, l’immagine della città distrutta si accompagna soprattutto alla me-<br />
moria del secondo conflitto mondiale. Nella città prende corpo<br />
l’es<strong>per</strong>ienza di un’altra parte della popolazione, quella civile composta<br />
da vecchi, donne, bambini e uomini inadatti al combattimento. Cambia,<br />
dunque, anche il modo di rappresentare la guerra, <strong>per</strong> esempio rispetto<br />
alla forma del memoriale molto usata dai veterani. È significativo, a que-<br />
sto proposito, che Elizabeth Bowen definisca i suoi racconti della raccol-<br />
ta The Demon Lover non “war stories” ma “wartime stories” 69 . Infatti, nel-<br />
la narrativa di Bowen non compaiono che pochi soldati. E tuttavia anche<br />
soldati che avessero avuto diretta es<strong>per</strong>ienza del combattimento non sa-<br />
rebbero potuti andare oltre il semplice racconto (story). Come scrive Tim<br />
O’Brien in uno dei suoi romanzi sul Vietnam:<br />
68 ELIZABETH BOWEN, The Death of the Heart [1938], Harmondsworth: Penguin,<br />
1962, p. 207. Cfr. MAUD ELLMANN, Elizabeth Bowen: The Shadow Across the Page,<br />
Edinburgh: Edinburgh University Press, 2003, p. 146.<br />
69 ELIZABETH BOWEN, “The Demon Lover. Postscript to the first U.S. edition”, in The<br />
Mulberry Tree, Writings of Elizabeth Bowen, ed. Hermione Lee, London: Vintage, 1999,<br />
pp. 94-99; p. 95.