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Capitolo primo<br />
solo brevemente, la presenza della guerra è schiacciante anche nella tra-<br />
gedia di Sofocle 48 . Se la parodo è <strong>per</strong> Steiner “una meravigliosa ‘mime-<br />
sis’ della battaglia” 49 , è soprattutto Creonte a parlare il linguaggio della<br />
guerra. È un tipo di linguaggio che, interiorizzato anche da Ismene, ten-<br />
de ad attribuire la debolezza alle donne e le azioni di carattere politico e<br />
militare agli uomini; <strong>per</strong>tanto connota il coraggioso atto di seppellire il<br />
corpo di Polinice da parte di Antigone come due volte trasgressivo: atto<br />
contro la legge e gesto maschile.<br />
Per Creonte l’ordine dello Stato contiene la guerra. Creonte, scri-<br />
ve Rossana Rossanda, “rappresenta la polis nella duplice accezione: co-<br />
me città che deve difendersi dalle altre, come città che ha in sé molteplici<br />
soggetti in conflitto l’uno con l’altro” 50 . Secondo la visione di Hegel, che<br />
tanto spesso torna alla tragedia di Sofocle, Creonte rappresenta proprio<br />
le leggi dello Stato, in opposizione alle leggi familiari in cui si riconosce<br />
Antigone 51 . Hegel esclude le donne dalla vita sociale, dalla politica, dalla<br />
storia, dalla ricerca della libertà. Non dallo spazio familiare: l’unico loro<br />
compito è quello di donare i propri figli alla guerra <strong>per</strong> garantire la<br />
grandezza dello Stato, mettendo la famiglia direttamente al servizio di<br />
48 Ivi, p. 245.<br />
49 Ivi, p. 246.<br />
50 ROSSANA ROSSANDA, op. cit., p. 38.<br />
51 Proprio da Hegel deriva la nozione di tragedia come conflitto tra due diritti<br />
contrapposti ma di uguale valore. Le due leggi si dimostrano <strong>per</strong> Hegel congiunte,<br />
poiché “l’essenza è l’unità di entrambe le leggi”, come scrive nella Fenomenologia dello<br />
spirito, “il compimento dell’una evoca l’altra, la evoca come un’essenza violata e<br />
ora nemica”. Cfr. la sezione “Hegel: Il mondo etico e la tragedia”, in PIETRO MON-<br />
TANI (a cura di), Antigone e la filosofia, Roma: Donzelli, 2001, pp. 3-30; p. 18.