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Capitolo primo<br />
questa fondamentale funzione produttiva della guerra” 26 . Secondo Era-<br />
clito “la guerra di tutte le cose è padre, di tutte è re” 27 ; inoltre “la guerra<br />
è comune, e la giustizia è conflitto, e tutto accade secondo conflitto e ne-<br />
cessità” 28 . Come il padre degli dei. la guerra stabilisce chi debba vivere e<br />
chi morire e, tra i vivi, fissa la gerarchia dei liberi e degli schiavi, assu-<br />
mendo una funzione di tipo politico.<br />
La politica è indissolubilmente legata alla guerra anche secondo<br />
il pensiero di Platone: nel Protagora il polemos è definito meros, “parte”,<br />
ma anche “parte assegnata”, quindi “destino” 29 della politica, in quanto<br />
principio dell’ordinamento dello Stato 30 . Solo la guerra “tra fratelli” 31 è<br />
condannata da Platone, mentre il polemos è ritenuto inevitabile.<br />
26 UMBERTO CURI, Pensare la guerra, cit., p. 29. Su questo argomento cfr. anche<br />
UMBERTO CURI, Polemos. Filosofia come guerra, Torino: Bollati Boringhieri, 2000.<br />
27 ERACLITO, Frammento B 53, citato in UMBERTO CURI, Pensare la guerra, cit., p. 30.<br />
28 ERACLITO, Frammento B 80, ibid.<br />
29 UMBERTO CURI, Polemos. Filosofia come guerra, cit., pp. 115-120.<br />
30 Nella Repubblica la guerra segna l’evoluzione dello Stato e stabilisce la gerarchia<br />
delle classi nella società, tra le quali predomina quella dei guardiani, vale a dire<br />
dei guerrieri. Nelle Leggi viene chiarita la distinzione introdotta nella Repubblica tra<br />
polemos e stasis, guerra esterna e guerra civile. La guerra contro gli altri popoli non<br />
solo non è da condannare, ma è utile allo sviluppo e alla stabilità dello Stato, in<br />
quanto rafforza il legame tra i cittadini della polis. La guerra intestina, al contrario,<br />
distrugge l’amicizia tra i cittadini, divenendo negazione della politica stessa.<br />
31 Sembra molto <strong>per</strong>tinente la domanda posta da Curi sulla definizione di fratellanza.<br />
È chiaro che, al di là del legame familiare, si consideravano fratelli gli abitanti<br />
di una stessa polis. Ma il concetto ha subito notevoli trasformazioni nel corso della<br />
storia. Se al momento della scrittura di Pensare la guerra era possibile ipotizzare un<br />
senso di fratellanza creato dalla minaccia atomica, credo che oggi il concetto sia<br />
complicato dai rapporti internazionali e possa essere in parte riferito alla <strong>per</strong>cezione<br />
che l’Occidente ha di sé in opposizione all’Islam.