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Capitolo primo<br />
pria esistenza politica e storica non si concludesse a sua volta<br />
con la distruzione dei vinti bensì con un’alleanza e un contratto.<br />
20<br />
Questa differenza si rivela fondamentale, come si vedrà più avanti, nella<br />
distinzione tra un tipo di guerra regolamentata, in cui il numero delle<br />
vittime è ridotto al minimo possibile, e la guerra “totale” del XX secolo.<br />
Può stupire, comunque, il fatto che Hannah Arendt ravvisi nei romani<br />
un esempio di rispetto del nemico e non nei greci, che pure avevano mo-<br />
strato una grandissima considerazione <strong>per</strong> i vinti nel poema omerico 21 .<br />
Tuttavia il “parcere subiectis” che distingue le dittature dai regimi totali-<br />
tari 22 deriva proprio dall’Eneide 23 , precisamente dal sesto libro, in cui<br />
20 HANNAH ARENDT, Che cos’è la politica, Milano: Comunità, 1995, p. 84. Cfr.<br />
HANNAH ARENDT, Was ist Politik? Fragmente aus dem Nachlass, hrsg. von Ursula<br />
Ludz, München-Zürich: Pi<strong>per</strong>, 1993/2003, p. 106: “Es ist daher von größter<br />
Bedeutung, dass der auf italienischen Boden wiederholte Trojanische Krieg, auf den<br />
das römische Volk seine politische und geschichtliche Existenz zurückführte, nicht<br />
seinerseits wieder mit einer Vernichtung der Besiegten endete, sondern mit einem<br />
Bündnis und einem Vertrag”. Tutte le o<strong>per</strong>e di Hannah Arendt pubblicate in tedesco<br />
verranno citate nella traduzione italiana. In nota sarà riportata la versione originale.<br />
In genere gli scritti di Arendt vennero pubblicati in inglese, a parte raccolte<br />
postume come questa.<br />
21 Cfr. HANNAH ARENDT, “Che cosa resta? Resta la lingua. Una conversazione<br />
con Günter Gaus”, in EADEM, Antologia. Pensiero, azione e critica nell’epoca dei totalitarismi,<br />
a cura di Paolo Costa, Milano: Feltrinelli, 1994. Titolo originale: “Was bleibt?<br />
Es bleibt die Muttersprache”, in EADEM, Ich will verstehen. Selbstauskünfte zu Leben<br />
und Werk, hrsg. von Ursula Ludz, München, Pi<strong>per</strong>, 1996/2006. In questo sguardo<br />
imparziale è da rintracciare gran parte della grandezza del poema anche <strong>per</strong> Simone<br />
Weil.<br />
22 HANNAH ARENDT, The Origins of Totalitarism, New York: Harcourt, 1951. Trad.<br />
it. Le origini del totalitarismo, Torino: Einaudi, 2004, p. 602.<br />
23 VIRGILIO, Eneide, VI, v. 853, a cura di Luca Canali, Milano: Mondadori, 1985,<br />
p. 240.