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Introduzione 21<br />
Susanne Baackmann, “a mythological figure embedded within the<br />
collective memory begins to speak” 23 .<br />
Tuttavia il racconto della guerra è imprescindibile dal vissuto<br />
<strong>per</strong>sonale. Quasi tutti gli autori di letteratura di guerra hanno in qualche<br />
modo patito in prima <strong>per</strong>sona un conflitto. Tra quelli citati da Alberto<br />
Casadei, nel suo volume introduttivo alla letteratura di guerra 24 , solo<br />
Thomas Pynchon non ha conosciuto l’es<strong>per</strong>ienza bellica. Più che in altri<br />
generi di narrazione, il racconto di guerra riflette sul rapporto tra la real-<br />
tà, così come la si è vissuta, e la sua rappresentazione letteraria. Molti<br />
memoriali che ne derivano intendono scrivere di “ciò che è realmente<br />
accaduto” e l’istanza realistica diviene predominante. Ma – come Fussell<br />
osserva in The Great War and Modern Memory – anche le rappresentazioni<br />
apparentemente più naturalistiche e documentaristiche della Grande<br />
Guerra posseggono una forte dimensione letteraria 25 . Successivamente,<br />
la modalità realistica sarà abbandonata in maniera progressiva, fino alle<br />
modalità narrative estreme di Joseph Heller e Thomas Pynchon. Per le<br />
o<strong>per</strong>e di Elizabeth Bowen i primi critici hanno parlato di scrittura reali-<br />
stica; letture più recenti smentiscono questa interpretazione. Una que-<br />
stione che sarà interessante verificare.<br />
23 SUSANNE BAACKMANN, “The Battle with Memory: Grete Weil’s My Sister<br />
Antigone”, in HILARY COLLIER SY-QUIA, SUSANNE BAACKMANN (eds.), Conquering<br />
Women: Women and War in the German Cultural Imagination, Berkeley: University of<br />
California Press, 2000, pp. 91-110; p. 104.<br />
24 ALBERTO CASADEI, La guerra, Roma-Bari: Laterza, 1999.<br />
25 PAUL FUSSELL, The Great War and Modern Memory, cit., specialmene il capitolo<br />
“Oh What a Literary War”, pp. 155-190.