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Introduzione 19<br />
che rende riconoscibili <strong>per</strong>sonaggi poetici e umane creature<br />
conducendoli, come lei si conduce, più in là e al di sopra di se<br />
stessa. È la stirpe dei murati non soltanto vivi, ma viventi. In<br />
luoghi segnalati o nel mezzo della città, fra gli uomini indifferenti,<br />
dentro una morte parziale che concede loro un tempo che<br />
li avvolge in una specie di grotta che può nascondere un prato o<br />
in un giardino in cui viene offerto loro un frutto puro e<br />
un’acqua viva che occultamente li sostiene: sogno, carcere, a<br />
volte, silenzi impenetrabili, malattia, alienazione. Morti apparenti.<br />
Luoghi reali e, insieme, modi in cui la coscienza si conduce,<br />
eludendo e alludendo, dinanzi a queste creature. 20<br />
E in quanto archetipo Antigone è sussunta nella scrittura di Elizabeth<br />
Bowen – qui analizzata nel terzo capitolo – almeno quanto lo è in alcune<br />
pagine di Virginia Woolf. Ma convive anche con il mito di Cassandra ri-<br />
visitato nei primi anni Ottanta da Christa Wolf.<br />
Il “paradigma di Antigone” è un modello di donna che si oppone<br />
all’ideologia dominante, come Antigone si oppone alla legge della polis,<br />
al principio maschile della politica incarnato nella violenza 21 , in nome di<br />
20 MARÍA ZAMBRANO, La tomba di Antigone. Diotima di Mantinea, Milano: La Tartaruga,<br />
1995/2001, pp. 62-63. Titolo originale: La tumba de Antígona e Diotima de Mantinea,<br />
Torremolinos: Litoral, 1983.<br />
21 Non <strong>per</strong> questo si potrà parlare di pacifismo, o almeno non sempre. Anche Antigone<br />
sostiene una lotta agguerrita. Come scrive Phyllis Lassner la seconda guerra<br />
mondiale: “engendered a new definition of resistance. Many British women writers<br />
resisted policies of making peace with Hitler by insisting that this war, unlike<br />
others, was the only way to save the Führer’s victims. […] Even as their writing<br />
became political, however, many British women were intensely concerned about<br />
whether being active made them resisters or complicit with aggressivist policies”.<br />
PHYLLIS LASSNER, British Women Writers of World War II: Battleground of Their Own,<br />
London: Macmillan, 1997, p. 3.