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Tesi per stampa 1 - Padis - Sapienza

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166<br />

Epilogo<br />

Nei testi poetico-filosofici che María Zambrano dedica ad Antigone si ha<br />

la sensazione, invece, di avere di fronte “una ragazza viva, che parla dal-<br />

la sua tomba e ci interroga” 3 . Nella riscrittura del mito da parte della fi-<br />

losofa spagnola emerge la dimensione femminile non solo del <strong>per</strong>sonag-<br />

gio che vive l’azione, ma anche di chi riscrive l’evento. Qui Antigone<br />

non è un gesto o un simulacro, né il simbolo puro della lotta<br />

all’oppressione. Si riappropria del suo corpo, rivive la propria infanzia e<br />

i suoi rapporti inter<strong>per</strong>sonali. Non si può parlare in questo caso di Bear-<br />

beitung alla Brecht, ma di rielaborazione creativa in senso letterario e fi-<br />

losofico.<br />

Per parlare di Antigone tra le guerre, Rosangela Pesenti – una<br />

delle figure più autorevoli del movimento delle donne in Italia – sceglie<br />

proprio il <strong>per</strong>sonaggio rivisitato da María Zambrano. E in effetti, la sua<br />

scrittura non è solo filosofica e poetica, ma è anche indicativa di una<br />

nuova attenzione nei confronti della storia, su<strong>per</strong>ato ormai il momento<br />

dell’attivismo politico della Resistenza:<br />

La mia storia, lei sì che è sanguinosa. Tutta, tutta la storia è<br />

fatta col sangue, tutta la storia è di sangue, e le lacrime non si<br />

vedono. […] Il tempo può esaurirsi, e il sangue non scorrere<br />

più, se <strong>per</strong>ò sangue c’è stato ed è scorso la storia continua a trattenere<br />

il tempo, ad aggrovigliarlo, a condannarlo. A condannarlo.<br />

Per questo non muoio, non posso morire, finché non mi si<br />

3 ROSANGELA PESENTI, op. cit.

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