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Capitolo quarto<br />
zione), mentre il padre Anchise è il vero fulcro della resistenza. Politi-<br />
camente illuminato e fortemente critico dell’ideologia dominante, An-<br />
chise è anche capace di comprensione umana e immedesimazione. È un<br />
maestro <strong>per</strong> Cassandra, che si rivolge a lui in diverse occasioni, proprio<br />
quando non riesce a comprendere 61 . “E qui, finalmente, ebbi il mio ‘noi’”<br />
(C, p. 154) 62 : Cassandra arriva a identificarsi con la comunità che abita le<br />
caverne presso lo Scamandro – residuo di una civiltà arcaica – e che si<br />
configura non solo come spazio attiguo (Nebenwelt), ma soprattutto co-<br />
me spazio alternativo alla città, Gegenwelt che si contrappone alla rigidità<br />
della cittadella e del palazzo reale, al “mondo di pietra del palazzo e del-<br />
la città” (C, p. 62) 63 , ma anche alla violenza delle Amazzoni 64 . La stessa<br />
lingua della comunità presso lo Scamandro non è uguale a quella usata<br />
dal potere (e costellata di riferimenti apocalittici), ma è il linguaggio del-<br />
la vita.<br />
La “terza via” rappresentata dalla gente del bosco libera Cassan-<br />
dra dalla scelta obbligata tra uccidere e morire, così come elude la logica<br />
dicotomica del pensiero greco. La terza via è la vita, mentre Troia è di-<br />
ventata un sepolcro, “E becchini gli abitanti, tutti: che vivevano soltanto<br />
<strong>per</strong> sotterrare con cupa pompa se stessi in ogni morto. […] Spettri porta-<br />
61 Cfr. FRIEDHELM HAAS, op. cit., p. 39.<br />
62 K, p. 147: “Da endlich, hatte ich mein ‘Wir’ ”.<br />
63 K, p. 59: “die steinerne Palast- und Stadtwelt”.<br />
64 Cfr. FRIEDHELM HAAS, op. cit., p. 45: “Lo Scamandro diventa il luogo degli essere<br />
umani nella forma del “noi”, un catalogo della vita in quanto tale (in opposizione al<br />
catalogo di morte rappresentato dalla cittadella)” (trad. mia).