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Nella città assediata: Christa Wolf rivisita il mito 151<br />
memorabili immagini, rispettivamente nell’Agamennone e nelle Troiane.<br />
Ma in queste tragedie il <strong>per</strong>sonaggio è visto da fuori, mentre Wolf ne<br />
scava l’interiorità, facendone un <strong>per</strong>sonaggio a tutto tondo.<br />
Diversamente dal mito di Antigone, continuamente interpretato<br />
e riscritto, sembra che l’attenzione al mito di Cassandra abbia inizio<br />
proprio con il grande successo dell’o<strong>per</strong>a di Christa Wolf 42 . Per la prima<br />
volta Cassandra è riscritta da una donna e l’esergo tratto da Saffo sotto-<br />
linea la continuità di una scrittura femminile. Per la prima volta, inoltre,<br />
Cassandra parla in prima <strong>per</strong>sona e prevale quindi il suo punto di vista.<br />
La ricostruzione del passato mitico avviene attraverso l’invenzione di<br />
una memoria individuale. Soltanto nella mente di Cassandra Troia esiste<br />
ancora:<br />
Tutto questo, la Troia della mia infanzia, esiste ancora nella<br />
mia testa soltanto. Qui dentro, finché ho tempo, la voglio riedificare,<br />
non voglio dimenticare nessuna pietra, nessuna lama di<br />
luce, nessuna risata, nessun grido. Anche se <strong>per</strong> breve tempo;<br />
voglio custodirla in me fedelmente. Ora posso vedere quello<br />
che non c’è, con quanta fatica l’ho imparato. (C, p. 37) 43<br />
42 Cfr. THOMAS EPPLE, Der Aufstieg der Untergangsseherin Kassandra. Zum Wandel<br />
ihrer Interpretation vom 18. Jahrhundert bis zur Gegenwart, Würzburg: Königgshausen<br />
& Neumann, 1993, p. 9. In realtà, anche il mito di Cassandra è stato molto riscritto,<br />
come dimostra lo stesso Epple. Si pensi <strong>per</strong> esempio alla poesia di Schiller, a Grillparzer,<br />
a Nossak.<br />
43 K, p. 35: “Dies alles, das Troia meiner Kindheit, existiert nur noch in meinem<br />
Kopf. Da will ich es, solang ich Zeit hab, wieder aufbaun, will keinen Stein<br />
vergessen, keinen Lichteinfall, kein Gelächter, keinen Schrei. Treulich, wie kurz die<br />
Zeit auch sein mag, soll es in mir aufgehoben sein. Jetzt kann ich sehen, was nicht<br />
ist, wie schwer hab ichs gelernt”.