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Capitolo quarto<br />
Nella città assediata: Christa Wolf rivisita il mito<br />
Vero è che la verità lo è sempre,<br />
profezia, e che <strong>per</strong> questo risulta<br />
tanto indicibile, in quanto<br />
ineffabile o in quanto detta prima<br />
del tempo in cui dirla non<br />
costa più. E in quanto inesauribile.<br />
María Zambrano, La tomba di<br />
Antigone, 1983<br />
La rappresentazione del trauma storico che caratterizza in Inghilterra la<br />
narrativa degli anni della seconda guerra mondiale e dell’immediato<br />
dopoguerra, diventa rilevante, nella letteratura tedesca, a partire dagli<br />
anni Settanta 1 . Se Elizabeth Bowen prevede che trascorrano tra cinque e<br />
dieci anni dalla fine del conflitto prima che venga pubblicato il romanzo<br />
della seconda guerra mondiale 2 , in Germania devono trascorrere alcuni<br />
decenni prima che la letteratura cominci a rappresentare l’epoca del Na-<br />
zismo e della guerra interrompendo il meccanismo di rimozione di cui<br />
1 Solo nella Repubblica Federale Tedesca, negli ultimi anni Settanta e nei primi<br />
anni Ottanta venivano pubblicati ogni anno più di sessanta nuove o<strong>per</strong>e sul Nazismo.<br />
Una gran parte di questi testi si basa sull’es<strong>per</strong>ienza autobiografica degli autori.<br />
Cfr. LINHUA CHEN, Autobiographie als Lebenserfahrung und Fiktion. Untersuchungen<br />
zu den Erinnerungen an die Kindheit im Faschismus von Christa Wolf, Nicolaus Sombart<br />
und Eva Zeller, Frankfurt am Main-Bern-New York-Paris: Peter Lang, 1991, pp. 158-<br />
159.<br />
2 Cfr. ELIZABETH BOWEN, “The Short Story in England”, cit., p. 142.