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Nella città assediata: dislocazione e spaesamento nella Londra di Elizabeth Bowen 125<br />
Quando le abitazioni crollano, o diventano gusci vuoti, e i <strong>per</strong>so-<br />
naggi si riducono a “homeless wanderers”, proprio allora si affina<br />
l’immaginazione. In tutta la raccolta The Demon Lover sogni e allucina-<br />
zioni non sono mai sintomo di malattia mentale 34 . Sono meccanismi di<br />
difesa e insieme ai fantasmi sono le uniche certezze che vanno a riempi-<br />
re “the vacuum for the uncertain ‘I’ ” (MT, p. 98). Il fantasma – oltre a<br />
esser parte del folclore familiare della scrittrice (BC, pp. 40sgg) e a inse-<br />
rirla in una tradizione di scrittura anglo-irlandese 35 – è l’ombra che sfida<br />
la ragione e trascende la griglia di spazio e tempo. Il fantasma mette in<br />
scena l’assenza.<br />
Nella poetica del ghost applicata al tema della guerra sta<br />
l’originalità di Bowen, che, distaccandosi da una trattazione stereotipa<br />
del fantasma, lo declina secondo casi diversi. In “The Green Holly” (CS,<br />
pp. 719-727), ad esempio, il ghost diventa <strong>per</strong>sonaggio vero e proprio e il<br />
racconto si colloca pienamente all’interno del genere fantastico. “The<br />
Happy Autumn Fields” esplora a fondo l’ambiguità statutaria del gene-<br />
re, sempre sospeso tra realtà e sogno, verità e illusione 36 . Nel corso di un<br />
bombardamento, una donna londinese di nome Mary che sta evacuando<br />
34 Cfr. MT, p. 96: “The hallucinations are an unconscious, instinctive, saving<br />
resort on the part of the characters: life, mechanized by the controls of wartime, and<br />
emotionally torn and impoverished by changes, had to complete itself in some way.<br />
It is a fact that in Britain, and especially in London, in wartime many people had<br />
strange deep intense dreams”.<br />
35 Cfr. PETER DENMAN, “Ghosts in Anglo-Irish Literature”, in ROBERT WELCH<br />
(ed.), Irish Writers and Religion, Gerrards Cross: Colin Smythe, 1992, pp. 62-74; p. 65.<br />
36 Cfr. TZVETAN TODOROV, La letteratura fantastica, Milano: Garzanti, 1977, p. 28.