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Antigone nel Novecento. L’individuo e la polis 103<br />
Il primo a ribellarsi alla legge della guerra è stato Polinice, ma la<br />
sua resta una ribellione privata, non condivisa, anzi tenuta nascosta.<br />
Eteocle, invece, ha accettato la legge della violenza, combattendo e sacri-<br />
ficando la propria vita <strong>per</strong> la città e <strong>per</strong> la gloria. Ognuno dei figli di<br />
Edipo assume quindi un atteggiamento diverso di fronte alla guerra di<br />
Creonte, che lo distingue da tutti gli altri: se, da un lato, Eteocle e Ismene<br />
sono accomunati dall’accettazione della legge della polis, dall’altro essi<br />
scelgono dimensioni opposte <strong>per</strong> i loro atti – una dimensione pubblica<br />
<strong>per</strong> Eteocle, privata <strong>per</strong> Ismene. Polinice e Antigone, d’altro canto, op-<br />
pongono un rifiuto all’ordine di Creonte, ma il primo sceglie la fuga e<br />
l’oblio, la seconda non può e non vuole rifugiarsi nel privato 111 . Solo An-<br />
tigone, quindi, compie un’azione politica, <strong>per</strong>ché “autonoma” e “appari-<br />
scente”.<br />
Rispetto al governo della polis, Antigone rifiuta soprattutto il sa-<br />
crificio di vite umane richiesto da Creonte (“Dove sono i giovani, gli<br />
uomini, non tornano più?” 112 ) come una legge innaturale che segue una<br />
concezione sbagliata della polis: non è patria il luogo dove le <strong>per</strong>sone de-<br />
vono chinare la testa davanti al potere. A questo punto Antigone comin-<br />
111 In alcun modo, dunque, le azioni dei <strong>per</strong>sonaggi sembrano influenzate dal<br />
gender, una categoria oppositiva che – come ho già precisato – sottolineata solo a<br />
partire dalle interpretazioni ottocentesche in relazione al rapporto Antigone/Creonte.<br />
112 BERTOLT BRECHT, Antigone di Sofocle, cit., p. 261. Cfr. Brechts Antigone des<br />
Sophocles, cit., p. 102, v. 457: “Wo sind die Jungen, die Männer? Kommen sie nicht<br />
mehr?”