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Capitolo secondo<br />
letteralmente “fa a pezzi”) e poi bandito. Per sottolineare il legame tra<br />
governante e Stato e il valore politico di questa espulsione di un uomo<br />
già morto, Antigone e Ismene metonimicamente attribuiscono l’editto<br />
alla polis:<br />
ISMENE<br />
A quale prova mi metti, sorella?<br />
ANTIGONE<br />
Vorrei che mi aiutassi.<br />
ISMENE<br />
In quale cimento?<br />
ANTIGONE<br />
Per ricoprirlo.<br />
ISMENE<br />
Colui che la città ha ripudiato?<br />
ANTIGONE<br />
Colui cui la città è venuta meno. 110<br />
A questo punto non è ancora avvenuto alcuno scollamento tra potere e<br />
polis, ma le parole delle sorelle individuano un conflitto tra individuo e<br />
collettività. L’evento presentato mostra come il rispetto della legge entri<br />
talvolta in collisione con i principi e le usanze del singolo. Antigone sarà<br />
rechtlos ma non treulos e lascerà dietro di sé un atto sacro (“Heiligs”,<br />
v. 76) mentre Ismene obbedirà all’ordine imposto con la violenza.<br />
110 BERTOLT BRECHT, Antigone di Sofocle, cit., p. 70. Cfr. Brechts Antigone des<br />
Sophocles, cit., pp. 223-225, vv. 44-49: “ISMENE: Wie, Schwester, prüfst du mich?<br />
ANTIGONE: Ob du mir hülfest. ISMENE: In welcher Fährlichkeit? ANTIGONE: Ihn zu<br />
bedecken. ISMENE: Den, dem die Stadt entsagt hat? ANTIGONE: Den, dem sie versagt<br />
hat.”