Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Omelia IV, 1-2 91 È tale sia per le cose che l’Apostolo ha detto prima e sia per quelle che dirà dopo. Osserva, pertanto, come egli in maniera preliminare imposta l’argomento e come poi lo sviluppa dopo averlo introdotto. Fa’ quindi attenzione sia ai preamboli sapientemente presentati da Paolo e sia al modo con cui sviluppa l’argomentazione partendo dagli stessi. appartenente alla tribù di Beniamino (cf. Fil. 3, 5); di appartenere alla setta dei farisei (cf. Atti 23, 6; 26, 5), e infine di aver avuto una condotta irreprensibile in rapporto
92 Giovanni Crisostomo Rapporto tra fede e misericordia, tra antica e nuova giustizia Infatti l’espressione: [il Signore Gesù] ha avuto misericordia di lui che era un bestemmiatore e un violento, non è altro se non un preambolo, in quanto Dio non solo gli aveva concesso misericordia, ma lo aveva perfino stimato degno di fiducia, e non si può negare, dice l’Apostolo, che proprio questa fede gli ha meritato la misericordia da parte di Dio. Del resto, come nessuno, vedendo vivere a corte uno che prima è stato in carcere, oserà dubitare del fatto che costui abbia ottenuto il perdono, così non si meraviglierà del suo caso. Egli, dunque, porta se stesso come esempio, né si vergogna di definirsi peccatore, anzi ne gioisce proprio perché in questo modo può far risaltare al massimo la stupenda grandezza della provvidenza di Dio, che l’ha reso degno di tanta bontà. Ma come è possibile che colui che in un’altra lettera di sé aveva detto: …io che sono divenuto irreprensibile quanto alla giustizia, quella però [che si fonda] sulla legge 4, ora invece si definisce peccatore, anzi il primo dei peccatori? La risposta va ricercata nella considerazione che, secondo la giustizia che Dio ha donato e che deve essere ricercata prima di ogni altra cosa, tutti coloro che vivevano sotto la legge erano peccatori: [Non c’è distinzione alcuna, dato che] tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio 5. Ecco il motivo per cui Paolo non adopera il semplice termine di giustizia, ma [aggiunge]: quella però che si fonda sulla legge. Infatti, come colui che possiede molte ricchezze appare ricco di per sé; ma se queste sue ricchezze vengono raffrontate con i tesori del re, egli è molto povero, anzi il primo tra i poveri; la stessa cosa si verifica nel nostro caso: se cioè gli uomini vengono paragonati agli angeli, sono peccatori, anche se giusti. Ebbene, se Paolo, che ha operato secondo la
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Infatti l’espressione: [il Signore Gesù] ha avuto<br />
misericordia di lui che era un bestemmiatore e un<br />
violento, non è altro se non un preambolo, in quanto Dio<br />
non solo gli aveva concesso misericordia, ma lo aveva<br />
perfino stimato degno di fiducia, e non si può negare,<br />
dice l’Apostolo, che proprio questa fede gli ha meritato la<br />
misericordia da parte di Dio. Del resto, come nessuno,<br />
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oserà dubitare del fatto che costui abbia ottenuto il<br />
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Egli, dunque, porta se stesso come esempio, né si<br />
vergogna di definirsi peccatore, anzi ne gioisce proprio<br />
perché in questo modo può far risaltare al massimo la<br />
stupenda grandezza della provvidenza di Dio, che l’ha<br />
reso degno di tanta bontà. Ma come è possibile che<br />
colui che in un’altra <strong>lettera</strong> di sé aveva detto: …io che<br />
sono divenuto irreprensibile quanto <strong>alla</strong> giustizia,<br />
quella però [che si fonda] sulla legge 4, ora invece si<br />
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secondo la giustizia che Dio ha donato e che deve<br />
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Paolo non adopera il semplice termine di giustizia, ma<br />
[aggiunge]: quella però che si fonda sulla legge. Infatti,<br />
come colui che possiede molte ricchezze appare ricco<br />
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il primo tra i poveri; la stessa cosa si verifica nel nostro<br />
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