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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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56 <strong>Giovanni</strong> <strong>Crisostomo</strong><br />

quelli che devono abitarla! Chi conserva l’ordinato<br />

avvicendarsi delle stagioni? Chi ha sancito le sagge<br />

leggi della natura? Chi ha stabilito il succedersi dei<br />

giorni e delle notti? Eppure, tutte queste cose si<br />

sottraggono al potere del destino! Tu obietterai: No,<br />

queste cose hanno in sé la ragione della loro<br />

esistenza. Sì? E in che modo un ordine così perfetto si<br />

sarebbe fatto da sé senza una causa intelligente? E tu<br />

con insistenza mi chiederai: Da dove mai traggono<br />

origine quelli che possiedono ricchezze, buona salute<br />

e reputazione, se non chi dall’avidità, chi da un’eredità<br />

e chi d<strong>alla</strong> violenza? Insomma, perché Dio permette ai<br />

malvagi di vivere giorni felici? È perché la ricompensa<br />

secondo il merito non si ottiene qui [nella vita<br />

presente], ma ci è stata riservata nella vita futura!<br />

Tu mi dici: Mostrami allora qualcosa di simile, che<br />

già si sia verificato. Per il momento, dammela per vinta<br />

qui sulla terra, e io smetterò di cercare altrove! [E io ti<br />

rispondo]: Ma tu non riceverai, proprio perché indaghi.<br />

Infatti, se al di là del piacere tu cerchi le cose della vita<br />

presente a tal punto da preferirle a quelle della vita<br />

futura, molto di più le cercheresti se godessi di puri<br />

piaceri. Pertanto, il motivo per cui Dio ti fa vedere<br />

queste cose, è perché esse sono un niente, sono<br />

senza alcuna importanza: se non fossero veramente<br />

tali, Dio non te le avrebbe date!<br />

Rifletti: Non è forse indifferente essere bianco o<br />

nero, grande o piccolo? Ebbene, le ricchezze non sono<br />

meno indifferenti. Dimmi: I beni necessari non sono<br />

stati dati equamente a tutti, come ad esempio<br />

l’attitudine <strong>alla</strong> virtù e l’elargizione dei doni spirituali?<br />

Se tu conoscessi i benefici di Dio e ne traessi equo<br />

ascoltato il maestro Pitagora, erano soliti dire: autòs éfa, l’ormai<br />

famosa espressione proverbiale: ipse dixit.

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