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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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298 <strong>Giovanni</strong> <strong>Crisostomo</strong><br />

ad alimentarlo intenzionalmente? A spegnerlo sarà la<br />

nostra ferma intenzione; in altri termini, basta soltanto<br />

volerlo. Ma come lo si potrà volere?<br />

A provare la debolezza e la superficialità della nostra<br />

volontà sono sufficienti le seguenti considerazioni. Sta di<br />

fatto che non possiamo portare con noi le ricchezze<br />

nell’altra vita; che talora anche qui sulla terra le<br />

perdiamo; che certamente esse restano quaggiù; anzi, a<br />

passare con noi nell’altra vita saranno le ferite inflitte da<br />

esse. <strong>Ora</strong>, se nel cielo scorgiamo molte ricchezze e se<br />

confrontiamo queste della terra con quelle, ecco che i<br />

nostri beni ci appariranno più vili del fango. Riflettiamo<br />

sulle ricchezze di questo mondo: non solo sono soggette<br />

a mille pericoli, ma procurano anche piaceri effimeri,<br />

frammisti a dolori, per cui, se confrontate con quelle<br />

eterne del cielo, sono degne del nostro disprezzo.<br />

D’altronde constatiamo che in realtà i beni della terra<br />

non arrecano nessun giovamento né <strong>alla</strong> nostra buona<br />

reputazione né <strong>alla</strong> nostra salute fisica; insomma, non ci<br />

procurano nessun vantaggio, ma servono soltanto a farci<br />

precipitare nella rovina.<br />

Impariamo, dunque, cosa significhi essere ricchi qui<br />

su questa terra; cosa voglia dire essere padroni di<br />

numerosi servi, poiché, quando passeremo nell’altra<br />

vita, saremo soli e privi di tutto.<br />

Conclusione<br />

Se noi andiamo ripetendo spesso le stesse cose, o<br />

se le ascoltiamo dagli altri, forse riceveremo un grande<br />

beneficio e ci saremo liberati d<strong>alla</strong> tremenda<br />

condanna. Vedi una bella perla? Ebbene, pensa che<br />

non è altro che acqua di mare, che fino a poco fa si<br />

11 Tit. 3, 10.<br />

12 Sir. 14, 9.

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