Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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31.05.2013 Views

Omelia XVII, 2 293 Allontanati da queste cose e avvicinati ad altre; ma fuggi queste cose e tendi alla giustizia, affinché tu possa non cadere nei lacci della cupidigia. Dice ancora: Tendi alla pietà, in riferimento al dogma; alla fede, in quanto questa è contraria a ogni vana ricerca; e aggiunge: tendi alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna – ecco la ricompensa! – alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni (1 Tim. 6, 11-12). Il buon combattimento della fede È come se Paolo, rivolto a Timoteo, gli dicesse: Non vergognarti di ciò che ti sto dicendo in maniera così confidenziale e non tormentarti inutilmente [nell’esercizio del tuo ministero]. Ebbene, Paolo in quale tentazione e laccio dice che cadono coloro che vogliono arricchire? Il diavolo li fa deviare dalla fede, li espone a gravi pericoli d’errore e li rende più timidi [soggiogandoli]. Inoltre dice: [Essi cadono] in molte bramosie insensate (1 Tim. 6, 9). Infatti, come potrebbe una bramosia non essere insensata quando si vedono dei ricchi circondarsi di uomini deficienti e di nani, non per un senso di umanità, ma solo per il proprio divertimento; quando trattengono dei pesci nelle vasche delle loro case; quando nutrono delle bestie feroci; quando si affezionano ai loro cani e quando adornano i loro cavalli come se fossero i propri figli? Tutte queste preoccupazioni sono stolte e superflue, in esse non vi è nulla di necessario e nulla di utile. Dice ancora: [Essi cadono] in molte bramosie insensate e funeste (1 Tim. 6, 9). Perché funeste? Lo sono perché essi si dedicano ad amori disordinati, bramano le cose del prossimo, consacrano ai piaceri la

294 Giovanni Crisostomo loro esistenza, si ubriacano e desiderano la morte e la rovina degli altri. Eppure molti uomini sono morti, spinti da tali sfrenati desideri. E in verità tali uomini si affaticano per cose inutili, anzi dannose. Perciò l’Apostolo ha giustamente affemato: Alcuni hanno deviato dalla fede (1 Tim. 6, 10). Infatti, l’avidità di ricchezze impedisce ad essi di vedere la retta via, convogliando prepotentemente su di sé la loro attenzione ed esercitando su di essi un graduale ma inesorabile potere di soggiogamento. In altre parole, è come quando una persona, pur camminando sulla giusta via, senza accorgersene oltrepassa la città verso la quale era diretta, procedendo così imprudentemente e inutilmente. Ebbene, l’avidità di ricchezze non è altro che questo. E ancora Paolo dice: Essi si sono da se stessi tormentati con molti dolori (1 Tim. 6, 10). Comprendi ciò che egli vuole significare con le parole: Si sono da se stessi tormentati? L’Apostolo con tale espressione vuol far capire che questi desideri non sono che spine. Ora, come quando uno toccando le spine s’insanguina la mano e si fa una ferita, alla stessa maniera colui che si dedica ai piaceri, restando intrappolato in essi, procura dolore alla sua anima. Ebbene, a stento si possono descrivere i tanti affanni e i tanti dolori di coloro che si sono tormentati da se stessi! Per questa ragione Paolo ha detto: Fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza e alla mitezza (1 Tim. 6, 11). La mitezza, infatti, nasce dalla carità. Combatti la buona battaglia della fede. Con queste parole l’Apostolo loda la fedeltà e la forza spirituale di Timoteo, perché il suo discepolo, afferma, ha fatto in ogni circostanza la sua bella professione di fede. Inoltre, quando dice: Cerca di raggiungere la vita eterna (1 Tim. 6, 12), gli ricorda anche l’impegno di catechesi. Dunque, non c’è bisogno soltanto della testimonianza di fede, ma anche della pazienza per

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loro esistenza, si ubriacano e desiderano la morte e la<br />

rovina degli altri. Eppure molti uomini sono morti, spinti<br />

da tali sfrenati desideri. E in verità tali uomini si<br />

affaticano per cose inutili, anzi dannose. Perciò<br />

l’Apostolo ha giustamente affemato: Alcuni hanno<br />

deviato d<strong>alla</strong> fede (1 Tim. 6, 10). Infatti, l’avidità di<br />

ricchezze impedisce ad essi di vedere la retta via,<br />

convogliando prepotentemente su di sé la loro<br />

attenzione ed esercitando su di essi un graduale ma<br />

inesorabile potere di soggiogamento. In altre parole, è<br />

come quando una persona, pur camminando sulla<br />

giusta via, senza accorgersene oltrepassa la città verso<br />

la quale era diretta, procedendo così imprudentemente<br />

e inutilmente. Ebbene, l’avidità di ricchezze non è altro<br />

che questo.<br />

E ancora Paolo dice: Essi si sono da se stessi<br />

tormentati con molti dolori (1 Tim. 6, 10). Comprendi ciò<br />

che egli vuole significare con le parole: Si sono da se<br />

stessi tormentati? L’Apostolo con tale espressione vuol<br />

far capire che questi desideri non sono che spine. <strong>Ora</strong>,<br />

come quando uno toccando le spine s’insanguina la<br />

mano e si fa una ferita, <strong>alla</strong> stessa maniera colui che si<br />

dedica ai piaceri, restando intrappolato in essi, procura<br />

dolore <strong>alla</strong> sua anima. Ebbene, a stento si possono<br />

descrivere i tanti affanni e i tanti dolori di coloro che si<br />

sono tormentati da se stessi! Per questa ragione Paolo<br />

ha detto: Fuggi queste cose; tendi <strong>alla</strong> giustizia, <strong>alla</strong><br />

pietà, <strong>alla</strong> fede, <strong>alla</strong> carità, <strong>alla</strong> pazienza e <strong>alla</strong> mitezza<br />

(1 Tim. 6, 11). La mitezza, infatti, nasce d<strong>alla</strong> carità.<br />

Combatti la buona battaglia della fede. Con queste<br />

parole l’Apostolo loda la fedeltà e la forza spirituale di<br />

Timoteo, perché il suo discepolo, afferma, ha fatto in<br />

ogni circostanza la sua bella professione di fede.<br />

Inoltre, quando dice: Cerca di raggiungere la vita<br />

eterna (1 Tim. 6, 12), gli ricorda anche l’impegno di<br />

catechesi. Dunque, non c’è bisogno soltanto della<br />

testimonianza di fede, ma anche della pazienza per

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