Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Omelia XVII, 1 289 cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? 6 Cristo ha lavato i piedi ai discepoli 7: chi conosce questo, come potrà inorgoglirsi? Anzi è per questo motivo che egli ha detto: Così anche voi quando avrete fatto tutto [quello che vi è stato ordinato], dite: Siamo servi inutili 8. D’altronde, mentre il pubblicano fu salvato a causa della sua umiltà, il fariseo invece perì a causa del suo orgoglio 9. Dunque, colui che s’insuperbisce, ignora tutte queste cose. È stato ancora Cristo a dire: Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene perché mi percuoti? 10 Se Paolo afferma che: Costui è preso dalla febbre di questioni oziose (1 Tim. 6, 4), vuol dire che cercare questioni oziose non è altro che essere presi come da una febbre. E parla ancora rettamente, quando dice: Costui è preso dalla febbre di cavilli (1 Tim. 6, 4). Infatti l’anima si pone alla ricerca di queste cose, sia quando arde per la febbre di siffatti inutili pensieri che quando è agitata da una tempesta interiore; invece quando è sana, non si pone a indagare, ma accoglie l’insegnamento della fede. In fondo, dalle questioni oziose e dai cavilli non si giunge a nessuna positiva conclusione. In verità è solo la fede ad essere in grado di promettere, mentre intraprendere una questione oziosa non serve né a dimostrare né a comprendere alcunché. È lo stesso problema di chi pretende di trovare a occhi chiusi un oggetto da lui cercato, senza chiaramente riuscirvi; oppure di chi, pur avendo gli occhi aperti, si pone tuttavia sotto terra; in questo modo egli, allontanando da sé la luce del sole, non potrà trovare l’oggetto cercato. Senza la fede, quindi, non si approda a nulla, per cui è fatale che da questa mancanza necessariamente prendano piede le controversie. 9 Lc. 18, 10ss.
290 Giovanni Crisostomo L’Apostolo infatti dice: Da ciò nascono le maldicenze, i sospetti cattivi (1 Tim. 6, 4). In altre parole le diverse opinioni e le malsane dottrine prendono origine proprio da queste inutili ricerche. Ora, il fatto è che quando ci lasciamo imbrigliare in questioni oziose, finiamo per gettare dei sospetti anche su Dio, e ciò è veramente disdicevole. L’Apostolo parla di litigi, cioè di una vera e propria perdita di tempo o quanto meno di discussioni inutili. Ciò può ancora significare che gli uomini cattivi sono come delle pecore scabbiose che quando si uniscono alle altre, infettano del loro stesso male anche quelle sane. [Da ciò nascono]… i conflitti di uomini privi della verità, che considerano la pietà come fonte di guadagno (1 Tim. 6, 5). Vedi allora, come dice l’Apostolo, quali sono le cose cattive che nascono dalle dispute: un vile guadagno, l’ignoranza e la superbia, giacché è l’ignoranza che genera l’orgoglio. Ecco perché Paolo ha detto: Allontanati da questi uomini, e non già: Vieni a contesa con essi, ma, ti ripeto: Allontanati, cioè arrossisci al loro contatto. [A tal proposito Tito afferma]: Dopo una o due ammonizioni sta’ lontano da chi è fazioso 11. In tal modo egli mostra che il loro errore non proviene tanto dall’ignoranza quanto dall’indolenza e dall’incuria. Infatti, in che modo potrai persuadere degli uomini che si combattono a causa del denaro? Non potrai convincerli in maniera diversa se non facendo loro ancora dei doni, senza comunque credere che questo tuo intervento potrà saziare pienamente la loro irrefrenabile brama di ricchezze. La Scrittura così dice: L’occhio dell’avaro non si accontenta di una parte 12. Bisogna, dunque, tenerli lontani da noi, proprio 10 Gv. 18, 23.
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cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? 6 Cristo ha<br />
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D’altronde, mentre il pubblicano fu salvato a causa della<br />
sua umiltà, il fariseo invece perì a causa del suo<br />
orgoglio 9. Dunque, colui che s’insuperbisce, ignora tutte<br />
queste cose. È stato ancora Cristo a dire: Se ho parlato<br />
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perché mi percuoti? 10<br />
Se Paolo afferma che: Costui è preso d<strong>alla</strong> febbre<br />
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questioni oziose non è altro che essere presi come da<br />
una febbre. E parla ancora rettamente, quando dice:<br />
Costui è preso d<strong>alla</strong> febbre di cavilli (1 Tim. 6, 4). Infatti<br />
l’anima si pone <strong>alla</strong> ricerca di queste cose, sia quando<br />
arde per la febbre di siffatti inutili pensieri che quando<br />
è agitata da una tempesta interiore; invece quando è<br />
sana, non si pone a indagare, ma accoglie<br />
l’insegnamento della fede. In fondo, dalle questioni<br />
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oziosa non serve né a dimostrare né a comprendere<br />
alcunché. È lo stesso problema di chi pretende di<br />
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chiaramente riuscirvi; oppure di chi, pur avendo gli<br />
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modo egli, allontanando da sé la luce del sole, non<br />
potrà trovare l’oggetto cercato. Senza la fede, quindi,<br />
non si approda a nulla, per cui è fatale che da questa<br />
mancanza necessariamente prendano piede le<br />
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