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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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286 <strong>Giovanni</strong> <strong>Crisostomo</strong><br />

sono oltraggiati giustamente o ingiustamente, non solo<br />

non osano contraddire, ma supplicano perfino [il<br />

perdono], anche quando non hanno fatto nulla di male.<br />

Essi non ricevono che il necessario, spesso meno, e<br />

ciò nonostante sono contenti; quando sono a riposo nel<br />

loro letto, non avendo mangiato che del pane e non<br />

avendo ricevuto che dei miseri avanzi, non osano<br />

rivolgere accuse e sopportano tutto con dignità, costretti<br />

a fare ciò sempre perché ci temono; se affidiamo loro<br />

del denaro, essi ce lo restituiscono interamente. Non<br />

parlarmi, quindi, di servi cattivi, ma soltanto di uomini<br />

che hanno sempre agito bene. Infatti, se li minacciamo,<br />

essi sono subito capaci di darsi un freno.<br />

<strong>Ora</strong>, questa non è vera saggezza? E non dirmi che<br />

il loro comportamento è imposto d<strong>alla</strong> necessità,<br />

poiché anche su di te incombe l’inevitabile minaccia<br />

della geenna. Eppure, neanche in questo modo tu<br />

rinsavisci, dal momento che a Dio non dai tanto onore<br />

quanto invece ne ricevi dai tuoi servi. Il servo,<br />

chiunque egli sia, ha una dimora fissa, non invade<br />

quella del suo vicino e non si lascia sedurre dal<br />

desiderio di possedere di più. Ebbene, ognuno può<br />

rendersi conto che i servi si comportano così per<br />

timore del padrone. Inoltre, raramente vedrai un servo<br />

sottrarre o mandare in rovina ciò che appartiene a un<br />

altro come lui. Invece, presso di noi, uomini liberi, tu<br />

potresti constatare esattamente il contrario: ci<br />

mordiamo l’un l’altro, siamo pronti a divorarci, non<br />

abbiamo alcun timore di Dio, rapiniamo i beni dei nostri<br />

simili, rubiamo, percuotiamo, benché Dio ci guardi. Un<br />

servo certamente non si comporterebbe in questo<br />

modo. Infatti, se percuote, non lo fa sotto lo sguardo<br />

del padrone e se offende, lo fa ritenendo di non essere<br />

udito da lui. Noi, invece, osiamo compiere di tutto, pur<br />

propri beni a favore dei rispettivi padroni.

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