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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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278 <strong>Giovanni</strong> <strong>Crisostomo</strong><br />

Padre e del Figlio, perché poi si appella anche a quella<br />

degli angeli eletti? Paolo lo fa per un senso di grande<br />

modestia, giacché anche Mosè dice: Io chiamo oggi in<br />

testimonio contro di voi il cielo e la terra 3; anch’egli,<br />

quindi, si esprime così in virtù della grande mitezza di<br />

Dio; [il profeta dice ancora]: Ascoltate, o monti, [il<br />

processo del Signore e porgete l’orecchio], o perenni<br />

fondamenta della terra 4. L’Apostolo chiama dunque a<br />

testimoni delle sue parole il Padre e il Figlio per<br />

giustificarsi dinanzi ad essi nel giorno del giudizio, se<br />

mai avrà potuto commettere un’azione eccedente il<br />

suo mandato giurisdizionale, spogliandosi così della<br />

responsabilità di tutto il suo operato.<br />

Paolo dice: [Ti scongiuro davanti a Dio, a Gesù<br />

Cristo e agli angeli eletti], di osservare queste norme<br />

con imparzialità e di non far nulla per favoritismo. Ciò<br />

significa che devi mostrarti imparziale ed equo con<br />

coloro che devono essere giudicati, affinché nessuno<br />

riceva da te un’attenzione particolare, né si guadagni il<br />

tuo favore. Ma, dirai, chi sono gli angeli eletti, dal<br />

momento che alcuni non sono stati tali? Ebbene, come<br />

Giacobbe chiama a suoi testimoni Dio e i colli 5, così<br />

anche noi accogliamo la testimonianza sia di persone<br />

importanti che meno importanti, giacché in questa<br />

maniera la testimonianza assume un grande valore.<br />

È come se l’Apostolo dicesse: Per quanto ti ordinerò<br />

di fare chiamo a testimoni Dio, suo Figlio e i suoi servi,<br />

giacché davanti ad essi ti impartirò i miei ordini. In<br />

questo modo egli incute paura a Timoteo. Inoltre, dopo<br />

aver detto ciò che era oltremodo opportuno prescrivere,<br />

aggiunge ciò che in primo luogo riguarda la Chiesa, cioè<br />

affronta il problema delle ordinazioni presbiterali. Dice:<br />

Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non<br />

4 Mic. 6, 2.<br />

5 Cf. Gen. 49, 25ss.

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