Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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31.05.2013 Views

Omelia XV, 4 273 anima, e intanto noi la trascuriamo. Infatti noi, mentre ci preoccupiamo moltissimo delle cose che sono soggette al mutamento, come se fossero destinate a restare per sempre; al contrario, come se fosse un qualcosa di effimero, non facciamo nulla per l’anima che invece ha un destino eterno. C’è un uomo capace di compiere grandi cose? Sì, ma fino a domani, e poi muore. Ciò è palese se si tien conto di coloro che hanno compiuto grandi imprese ma che ora sono del tutto scomparsi. La vita presente è, per così dire, un palcoscenico e un sonno. Infatti, come su di un palcoscenico, una volta portato via l’intero allestimento, tutti i variopinti drappeggi svaniscono; come il sonno porta via con sé tutti i fantasmi onirici non appena giunge il primo raggio di sole; così, quando verrà il termine di tutto, [e intendo riferirmi] a ciò che possediamo sia in proprio che in comune con gli altri, ogni cosa si dissolverà e svanirà. E intanto l’albero che tu hai piantato resterà insieme alla casa che hai costruito; al contrario, il costruttore e l’agricoltore sono portati via e periscono. Ebbene, nonostante che le cose stiano così, noi non proviamo alcun timore, anzi, ci affatichiamo ad accumulare tutti questi beni come se fossimo immortali, vivendo e consumando la nostra intera esistenza fra le gioie e i piaceri della carne. 4. Ascolta ciò che dice Salomone, che aveva sperimentato il reale valore dei beni di questa terra: Mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti, ho piantato alberi da frutto, mi sono fatto vasche per irrigare con l’acqua le piantagioni… ho accumulato anche argento e oro… mi sono procurato cantori e cantatrici e ho posseduto anche armenti e greggi 25. Nessun uomo è mai vissuto fra tante delizie; nessuno è stato mai così glorioso, così sapiente, così potente; nessuno i cui desideri fossero così esauditi! Cosa,

274 Giovanni Crisostomo dunque? Questi beni non gli giovarono a nulla, anzi, dopo aver esperito tutti questi benefici, aggiunge: Vanità delle vanità, tutto è vanità 26, non solo vanità ma, credo, ancora di più. Riponiamo la nostra fiducia nella parola della Scrittura e perseguiamo ciò che è esente dalla vanità; al contrario, indaghiamo dove si trova la verità, dove tutto è saldo e solido, dove tutto è costruito sopra la dura roccia, dove nulla invecchia e nulla muta, dove tutto rifiorisce e acquista vigore, dove nulla sfiorisce, dove nulla si distrugge. Questa è la mia esortazione: amiamo Dio con cuore sincero, non temendo la geenna, ma desiderando ardentemente la realizzazione del suo regno. [Tu osserverai]: Cosa dunque potrà mai paragonarsi alla visione di Cristo? Niente, [ti rispondo]. E tu: Cosa allora si deve così fortemente desiderare per poter conseguire i beni eterni? Ancora nulla. Infatti la Scrittura così dice: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano 27. Preoccupiamoci di conseguire i beni del cielo e disprezziamo questi della terra. Del resto, rifiutando questi ultimi, non abbiamo detto molto spesso che la vita umana è un niente? Perché, allora, ti prendi cura di cose che non valgono niente? Perché ti sottoponi al peso di tante fatiche in cambio di niente? Ma ecco che tu vedi stupendi edifici e ti lasci ingannare dalla loro apparente bellezza. Ebbene, volgi subito i tuoi occhi al cielo; distogli il tuo sguardo dalle pietre ben levigate e dalle colonne e contempla la bellezza celeste: le belle costruzioni degli uomini ti appariranno come opere di formiche e di zanzare. Di fronte a tale contemplazione, poniti in fedele alla propria scelta religiosa. Ora, uno dei mezzi per evitare la perdizione eterna è appunto il timore e la paura che indubbiamente incutono le fiamme che bruceranno eternamente le anime lontane da Dio. E, come un tempo per

Omelia XV, 4 273<br />

anima, e intanto noi la trascuriamo. Infatti noi, mentre<br />

ci preoccupiamo moltissimo delle cose che sono<br />

soggette al mutamento, come se fossero destinate a<br />

restare per sempre; al contrario, come se fosse un<br />

qualcosa di effimero, non facciamo nulla per l’anima<br />

che invece ha un destino eterno.<br />

C’è un uomo capace di compiere grandi cose? Sì,<br />

ma fino a domani, e poi muore. Ciò è palese se si tien<br />

conto di coloro che hanno compiuto grandi imprese ma<br />

che ora sono del tutto scomparsi. La vita presente è,<br />

per così dire, un palcoscenico e un sonno. Infatti, come<br />

su di un palcoscenico, una volta portato via l’intero<br />

allestimento, tutti i variopinti drappeggi svaniscono;<br />

come il sonno porta via con sé tutti i fantasmi onirici<br />

non appena giunge il primo raggio di sole; così,<br />

quando verrà il termine di tutto, [e intendo riferirmi] a<br />

ciò che possediamo sia in proprio che in comune con<br />

gli altri, ogni cosa si dissolverà e svanirà. E intanto<br />

l’albero che tu hai piantato resterà insieme <strong>alla</strong> casa<br />

che hai costruito; al contrario, il costruttore e<br />

l’agricoltore sono portati via e periscono.<br />

Ebbene, nonostante che le cose stiano così, noi<br />

non proviamo alcun timore, anzi, ci affatichiamo ad<br />

accumulare tutti questi beni come se fossimo<br />

immortali, vivendo e consumando la nostra intera<br />

esistenza fra le gioie e i piaceri della carne.<br />

4. Ascolta ciò che dice Salomone, che aveva<br />

sperimentato il reale valore dei beni di questa terra: Mi<br />

sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti, ho<br />

piantato alberi da frutto, mi sono fatto vasche per<br />

irrigare con l’acqua le piantagioni… ho accumulato<br />

anche argento e oro… mi sono procurato cantori e<br />

cantatrici e ho posseduto anche armenti e greggi 25.<br />

Nessun uomo è mai vissuto fra tante delizie; nessuno<br />

è stato mai così glorioso, così sapiente, così potente;<br />

nessuno i cui desideri fossero così esauditi! Cosa,

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