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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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236 <strong>Giovanni</strong> <strong>Crisostomo</strong><br />

del corpo ben distante dal cervello, proprio per evitare<br />

che potesse danneggiarlo. Ma noi non la smettiamo,<br />

anzi con l’uso smoderato corrompiamo tutto.<br />

Uno cosa dovrebbe dirti degli altri mali [che<br />

provengono da questi]? Ostruisci i condotti delle fogne<br />

e vedrai come ben presto attecchisce la peste.<br />

Ebbene, se il fetore che invade dall’esterno genera la<br />

peste, quello che invece proviene dall’interno non<br />

procurerà forse infinite malattie all’anima e al corpo,<br />

dal momento che esso è ostruito da ogni parte, vuoi<br />

perché il corpo è ristretto, vuoi perché gli manca<br />

un’adeguata valvola di sfogo?<br />

In tutta questa situazione, comunque, la cosa più<br />

grave è che molti si mostrano indignati nei riguardi di<br />

Dio. Che significa? Significa che essi, affermando che<br />

Dio ha stabilito per legge che noi portassimo le feci [nel<br />

nostro interno], non fanno altro che aumentarle. Ma<br />

Dio, al contrario, ha sancito questa legge perché ci<br />

astenessimo dai piaceri smodati della gola e per<br />

persuaderci a non essere troppo attaccati alle cose del<br />

mondo. Tu invece non vuoi smettere di tenerti lontano<br />

da questi piaceri; perserveri in essi a furia d’ingozzarti,<br />

[pur sapendo] che non vanno oltre la gola, che durano<br />

il tempo di un pasto, anzi neppure così a lungo! Del<br />

resto, forse che l’intero piacere del gusto non si<br />

estingue subito, non appena il cibo è andato oltre la<br />

lingua e la gola? La sensazione di piacere, infatti, si<br />

prova nel gusto e basta; il resto è soltanto una grande<br />

molestia, o perché lo stomaco non svolge bene il suo<br />

compito, oppure lo compie con grande difficoltà. Perciò<br />

a ragione Paolo ha detto: Quella che si dà ai piaceri,<br />

anche se vive, è già morta. Infatti, l’anima che si dedica<br />

ai piaceri non è in grado né di udire né di parlare;<br />

diventa debole, ignobile, vile, non libera, timida,<br />

insolente, preda dell’adulazione, dell’ignoranza, dell’indignazione<br />

e dell’irascibilità, colma di ogni genere di<br />

male e priva di ogni bene. Perciò l’Apostolo aggiunge:

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