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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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Omelia XIII, 4 235<br />

[Riflettiamo]: Pur sapendo che alcuni alimenti si<br />

tramutano in sterco, e che altri invece si risolvono in<br />

sangue, in liquido vischioso, inutile e adulterino,<br />

tuttavia continuiamo a concederci ai piaceri della gola,<br />

e spesso unicamente per la tavola abbiamo dilapidato<br />

tutte le nostre ricchezze. Ebbene, cos’altro non<br />

saremmo capaci di fare, se il risultato di tali piaceri non<br />

fosse quello [a cui abbiamo testé accennato]? Quanto<br />

più ci ingozziamo, tanto più saremo maleodoranti: il<br />

nostro corpo sarà come un otre da cui fluiscono liquidi<br />

da ogni parte. C’è chi erutta in modo da dar fastidio al<br />

cervello del vicino 23 . Il corpo da ogni sua parte<br />

sprigiona oscuri vapori, come una fornace che dal suo<br />

interno emana un putrido calore.<br />

<strong>Ora</strong>, se i commensali che si trovano all’esterno<br />

provano un così intollerabile fastidio, riesci a<br />

immaginare quale mai sarà, all’interno, la sofferenza<br />

del cervello [del responsabile], continuamente investito<br />

da così nauseabondi vapori? Cosa dire<br />

dell’impedimento della perfetta circolazione del flusso<br />

sanguigno, che ormai ribolle e fermenta nelle arterie?<br />

Cosa di quegli organi che all’interno del corpo fungono<br />

da raccoglitori: il fegato e la milza? Cosa della stessa<br />

canalizzazione delle feci? Ma la cosa più grave è<br />

costituita dal fatto che noi ci preoccupiamo di<br />

canalizzarle bene, affinché non si ostruiscano, col<br />

rischio di rimandare le feci verso la parte superiore. In<br />

questa operazione, poi, non trascuriamo proprio nulla:<br />

adoperiamo delle pertiche per spingerle in avanti e le<br />

traiamo fuori con delle vanghe. Al contrario, non ci<br />

curiamo di purificare il nostro ventre e di ben<br />

canalizzarlo, anzi ne ostruiamo e ne restringiamo i<br />

condotti, del tutto incuranti che le feci salgano nella<br />

parte superiore, dove è assiso il re, cioè dove risiede il<br />

cervello. Sicché noi compiamo tutte le nostre azioni<br />

come se non avessimo un re degno di rispetto, ma un<br />

cane immondo. Dio, dunque, ha posto la parte inferiore

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