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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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218 <strong>Giovanni</strong> <strong>Crisostomo</strong><br />

accettare e sopportare il disprezzo in quei comportamenti<br />

che intaccano la sua personale sfera privata, in quanto la<br />

dottrina farà dei notevoli progressi, proprio grazie a<br />

questa sua paziente disamina introspettiva. Il discorso<br />

invece è diverso se si tratta di comportamenti che<br />

coinvolgono gli altri. Infatti, [se non s’interviene], la<br />

questione non è più in termini di mansuetudine, ma di<br />

fredda indifferenza 3. Se uno, [o Timoteo], si vendica delle<br />

ingiurie, delle offese e delle insidie di cui è stato fatto<br />

oggetto, tu fai bene ad accusarlo; se invece il problema<br />

riguarda la salvezza degli altri fratelli, allora devi<br />

comandare e provvedere con autorità, giacché in questo<br />

caso non c’è bisogno di mansuetudine ma di autorità,<br />

affinché un simile comportamento non costituisca un<br />

danno per l’intera comunità. Ed è proprio a questo che<br />

Paolo intende riferirsi, quando dice: Nessuno ti disprezzi<br />

a causa della tua giovane età. In altri termini, egli<br />

afferma: Fino a quando tu mostrerai un’irreprensibile<br />

condotta di vita, nessuno ti disprezzerà nonostante la tua<br />

giovane età, anzi, sarai piuttosto oggetto di ammirazione.<br />

I compiti e i doveri propri di un vescovo<br />

Ed è ancora per questa ragione che egli continua<br />

dicendo: Ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel<br />

comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza,<br />

cioè mostrati in tutto un esempio continuo di opere<br />

buone. È come affermare: Sii un esempio di vita,<br />

Paolo era intervenuto a sostenere il prestigio e la timidezza del<br />

suo Timoteo, allora assai più giovane (cf. 1 Cor. 16, 10-11)» (P.<br />

De Ambroggi, op. cit., p. 147).<br />

3 <strong>Crisostomo</strong> adopera il termine psuchrótes, indolenza,<br />

pigrizia, indifferenza, oltre che in quest’omelia, anche nella<br />

terza a commento della Lettera di Paolo ai Filippesi (cf. PG 11,<br />

203B), sempre con l’intento di eliminare sia l’indifferenza verso<br />

gli altri che l’indolenza nell’ottemperare ai doveri del proprio

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