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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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18 Introduzione<br />

paura, ma perché vi si conforma in quanto ama la virtù.<br />

Generalmente, osserva finemente l’omileta, la legge è<br />

intesa come proibizione di compiere il male. Il seguace<br />

della legge di Cristo ritiene invece che non è il divieto a<br />

produrre ciò che è giusto, bensì la pratica del bene.<br />

«Perciò l’Apostolo dice: “Vuoi non aver da temere<br />

l’autorità? Fa’ del bene” 19». Il vero cristiano deve<br />

dunque imparare a conoscere e distinguere gli uomini<br />

giusti da quelli ingiusti, proclamando «beati» i primi e<br />

«pensando ai tanti beni che essi godranno, nonché allo<br />

splendore e <strong>alla</strong> grande gloria di cui saranno partecipi.<br />

La gloria di quaggiù è senza valore e instabile…».<br />

Poiché la caducità della gloria di questo mondo è uno<br />

dei temi prediletti dal <strong>Crisostomo</strong>, tutta la seconda parte<br />

di quest’omelia è dedicata allo sviluppo del concetto<br />

della «vera gloria». L’argomento è sviluppato con<br />

un’attenzione e preoccupazione tutta pastorale,<br />

mediante il ricorso a numerose similitudini tratte d<strong>alla</strong><br />

vita quotidiana, allo scopo di incidere più sensibilmente<br />

nella mente e nel cuore dell’uditore l’insegnamento della<br />

Scrittura 20. La «vera gloria» non è caduca, «è<br />

esattamente l’opposto, non solo rimane, ma non avrà<br />

mai fine… Essa non proviene dall’esterno ma<br />

dall’interno; infatti non deriverà dall’avere un gran<br />

numero di servi, di carri o di vesti preziose…».<br />

Al contrario, il vero cristiano non solo non deve<br />

vantarsi per le vesti che indossa, ma deve procurarsene<br />

una celeste. È l’unica a essere veramente di un oro<br />

«che non proviene da miniere, che non è stato scavato<br />

da mani di uomini condannati a estrarre metalli, il suo<br />

filone invece scaturisce da una vita virtuosa». Allo<br />

stesso modo il vero cristiano non menerà vanto dei<br />

preziosi profumi provenienti dall’India, dall’Arabia e d<strong>alla</strong><br />

Persia; non andrà <strong>alla</strong> ricerca degli unguenti e delle<br />

Vergleichung bei Johannes Chrysostomus, Olten 1921; J.<br />

Dumortier, Comparaisons et métaphores chrysostomiennes<br />

(PG 47, 277-316), in «Mélanges de Science Religieuse», 23

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