Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Omelia IX, 2 161 profuso, a stento si riesce a tenerla a freno. Un cavallo indomito, una belva feroce difficile da addomesticare: questa è la giovinezza. Dunque, se fin da principio, se fin dai primi anni noi sapremo imporle ben precisi limiti, in seguito non ci dovremo affaticare molto, in quanto l’abitudine ad agire correttamente, in futuro diventerà legge per essa. Non permettiamo che i nostri figli facciano cose piacevoli ma che nel contempo risultano dannose; né mostriamoci compiacenti con essi semplicemente perché sono figli. Conserviamoli soprattutto puri, giacché il vizio opposto costituisce la causa principale della loro rovina. Ma per assolvere questo compito abbiamo bisogno di combattere con molta energia e di profondere in esso la massima attenzione. Invogliamoli a prendere moglie quanto prima, di modo che possano contrarre matrimonio conservandosi fisicamente puri e casti: la loro è l’età in cui la passione amorosa avvampa con più ardore! D’altronde, chi si è mantenuto casto prima delle nozze, molto di più lo sarà dopo il matrimonio; e viceversa, chi prima delle nozze ha conosciuto i piaceri della carne, anche dopo il matrimonio continuerà a comportarsi allo stesso modo. Infatti la Scrittura dice: Per l’uomo impuro ogni pane è appetitoso 20. Questo è il motivo per cui vengono poste delle corone sul capo [dei nubendi]: queste costituiscono il simbolo della vittoria, in quanto essi si accostano all’unione coniugale senza essersi lasciati precedentemente né vincere né sopraffare dai desideri carnali. Al contrario, se uno si è lasciato catturare da passioni impure, concedendosi alle prostitute, da sconfitto come potrà in futuro ricevere sul capo la corona? Sproniamoli, ammoniamoli a comportarsi bene; 16 È con questa espressione che inizia il capitolo terzo della Prima Lettera a Timoteo, in cui Paolo tocca più da vicino la condotta di vita che vescovi e diaconi devono
162 Giovanni Crisostomo incutiamo loro paura, minacciamoli pure, ricorrendo ora a questo, ora a un altro mezzo. Ci è stato affidato un grande deposito: i figli! Diamoci grande pensiero di essi e facciamo tutto il possibile affinché quello spirito maligno 21 non riesca a sottrarceli. Oggigiorno, invece, noi ci comportiamo in maniera diametralmente opposta. Infatti, se per l’ottimo rendimento delle nostre terre facciamo l’impossibile per affidarle alla cura di un uomo degno di fiducia ponendoci all’accurata ricerca del migliore asinaio e mulattiere nonché del più capace amministratore e ragioniere; invece, per quanto riguarda ciò che per noi è il bene più prezioso, l’educazione dei nostri figli, noi non poniamo la debita attenzione nell’affidarla a chi è veramente in grado di curare la castità del loro comportamento. E tutto ciò, nonostante che questo nostro impegno, come ho già detto, costituisca per noi il bene più prezioso. Inoltre, i nostri precedenti sforzi si giustificano nella prospettiva di assicurare ai figli una buona condizione economica. Noi, dunque, ci diamo pensiero di renderli ricchi e non già di curare la loro formazione. Vedi quanta assurdità? Coltiva allora l’animo di tuo figlio e tutti i precedenti beni verranno da sé, in quanto se il suo animo non è buono, egli non trarrà da essi nessun giovamento; al contrario, se esso è retto, lo stato di povertà non gli procurerà alcun danno. Vuoi scrupolosamente mantenere. Il Crisostomo, invece, intende concettualmente riferita l’espressione a quanto precedentemente è stato detto. 17 1 Tim. 3, 1. 18 1 Tim. 5, 10. 19 Cf. 1 Sam. 2, 1-36. L’omileta fa riferimento alla dura punizione inflitta da Dio a Eli, unitamente alla rovina della sua famiglia, a causa della cattiva condotta dei suoi due figli.
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incutiamo loro paura, minacciamoli pure, ricorrendo ora<br />
a questo, ora a un altro mezzo. Ci è stato affidato un<br />
grande deposito: i figli! Diamoci grande pensiero di<br />
essi e facciamo tutto il possibile affinché quello spirito<br />
maligno 21 non riesca a sottrarceli. Oggigiorno, invece,<br />
noi ci comportiamo in maniera diametralmente<br />
opposta. Infatti, se per l’ottimo rendimento delle nostre<br />
terre facciamo l’impossibile per affidarle <strong>alla</strong> cura di un<br />
uomo degno di fiducia ponendoci all’accurata ricerca<br />
del migliore asinaio e mulattiere nonché del più capace<br />
amministratore e ragioniere; invece, per quanto<br />
riguarda ciò che per noi è il bene più prezioso,<br />
l’educazione dei nostri figli, noi non poniamo la debita<br />
attenzione nell’affidarla a chi è veramente in grado di<br />
curare la castità del loro comportamento. E tutto ciò,<br />
nonostante che questo nostro impegno, come ho già<br />
detto, costituisca per noi il bene più prezioso. Inoltre, i<br />
nostri precedenti sforzi si giustificano nella prospettiva<br />
di assicurare ai figli una buona condizione economica.<br />
Noi, dunque, ci diamo pensiero di renderli ricchi e non<br />
già di curare la loro formazione.<br />
Vedi quanta assurdità? Coltiva allora l’animo di tuo<br />
figlio e tutti i precedenti beni verranno da sé, in quanto<br />
se il suo animo non è buono, egli non trarrà da essi<br />
nessun giovamento; al contrario, se esso è retto, lo<br />
stato di povertà non gli procurerà alcun danno. Vuoi<br />
scrupolosamente mantenere. Il <strong>Crisostomo</strong>, invece, intende<br />
concettualmente riferita l’espressione a quanto<br />
precedentemente è stato detto.<br />
17 1 Tim. 3, 1.<br />
18 1 Tim. 5, 10.<br />
19 Cf. 1 Sam. 2, 1-36. L’omileta fa riferimento <strong>alla</strong> dura<br />
punizione inflitta da Dio a Eli, unitamente <strong>alla</strong> rovina della sua<br />
famiglia, a causa della cattiva condotta dei suoi due figli.