Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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31.05.2013 Views

Omelia IX, 1 153 donna impari in silenzio, la donna cioè stia zitta in chiesa 2. Un precetto, questo, che egli già aveva rivolto ad esse nella lettera inviata ai Corinti: È sconveniente per una donna parlare in assemblea 3. Per quale motivo? Perché – dice – lo ha prescritto la legge 4. E aggiunge: Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti 5. Ma, mentre allora le donne certamente obbedivano a quest’ordine e tacevano, oggi invece esse fanno un grande schiamazzo, vociando e parlando ininterrottamente, e in chiesa più che altrove. Infatti sono così tante a parlare, che tutte insieme non le vedresti né in piazza e neppure nei bagni pubblici. E come sembra che esse vengano in chiesa unicamente per potersi permettere di parlare liberamente, così tutte non fanno che discutere di questioni inutili, e qui la confusione regna dovunque. Non si rendono per niente conto che non possono apprendere alcunché di utile se non stanno calme e tranquille. Del resto, quale utilità si può trarre, se tutti siamo ansiosi di discutere e non prestiamo attenzione a ciò che si dice? Paolo quindi prescrive che la donna stia in silenzio, senza parlare in chiesa non solo di cose temporali ma neanche di quelle spirituali. Questo silenzio e questa modestia l’abbelliranno più di qualsiasi altro ornamento: se manterrà se stessa così riservata, riuscirà anche a pregare nella maniera più bella possibile. pp. 141ss. 2 «Un secondo ammonimento è quello che proibisce alle donne di prendere la parola, come atto di culto. Questo era un problema di grande attualità; mentre la sinagoga giudaica consentiva alle donne soltanto di ascoltare, nelle comunità paoline era invalsa l’usanza che durante il servizio liturgico prendessero la parola anche delle donne dotate del dono della profezia (1 Cor. 11, 5). Tuttavia, questa usanza aveva avuto

154 Giovanni Crisostomo La donna non deve insegnare in chiesa. La colpa originale Dice l’Apostolo: Non concedo a nessuna donna di insegnare. Quali conseguenze comporta questo precetto? Molte. Paolo ha parlato del silenzio, della riservatezza e della decenza femminile; e ora dice: Non voglio che esse parlino. Più chiaramente: Se voglio togliere ad esse ogni occasione buona per poter interloquire, ne consegue che esse non devono neanche insegnare, ma occupare il posto di discenti. Così, osservando il silenzio, esse dimostreranno la loro sottomissione. Poiché il sesso femminile è loquace, per questo Paolo ricorre a un mezzo per tenerlo a freno. Perché – dice – prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo a essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Che significa ciò per le donne d’oggi? Significa molto, e cioè che il sesso maschile gode di maggior onore, giacché l’uomo è stato creato per primo. L’Apostolo ha indicato questo primato anche altrove, dicendo: …né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo 6. Perché si esprime così? Perché vuole assegnare all’uomo la superiorità. Un primato, dice, che spetta all’uomo per due motivi: primo, perché esso è fondato sull’ordine della creazione; secondo, a motivo dei fatti accaduti. Una sola volta la donna ha voluto fare da maestra pericolose conseguenze: si era constatato, infatti, che tali profetesse facilmente trascuravano i loro doveri domestici (Tit. 2, 4ss.) e che le donne inclini all’entusiasmo, finivano con l’esagerare (1 Tim. 5, 13), offrendo argomenti agli eretici (2 Tim. 3, 6ss.). Era dunque necessario intervenire energicamente contro tali insane tendenze emancipatrici» (J. Jeremias - H. Strathmann, op. cit., p. 42).

Omelia IX, 1 153<br />

donna impari in silenzio, la donna cioè stia zitta in<br />

chiesa 2. Un precetto, questo, che egli già aveva rivolto<br />

ad esse nella <strong>lettera</strong> inviata ai Corinti: È sconveniente<br />

per una donna parlare in assemblea 3. Per quale<br />

motivo? Perché – dice – lo ha prescritto la legge 4. E<br />

aggiunge: Se vogliono imparare qualche cosa,<br />

interroghino a casa i loro mariti 5. Ma, mentre allora le<br />

donne certamente obbedivano a quest’ordine e<br />

tacevano, oggi invece esse fanno un grande<br />

schiamazzo, vociando e parlando ininterrottamente, e in<br />

chiesa più che altrove. Infatti sono così tante a parlare,<br />

che tutte insieme non le vedresti né in piazza e neppure<br />

nei bagni pubblici. E come sembra che esse vengano in<br />

chiesa unicamente per potersi permettere di parlare<br />

liberamente, così tutte non fanno che discutere di<br />

questioni inutili, e qui la confusione regna dovunque.<br />

Non si rendono per niente conto che non possono<br />

apprendere alcunché di utile se non stanno calme e<br />

tranquille. Del resto, quale utilità si può trarre, se tutti<br />

siamo ansiosi di discutere e non prestiamo attenzione a<br />

ciò che si dice? Paolo quindi prescrive che la donna stia<br />

in silenzio, senza parlare in chiesa non solo di cose<br />

temporali ma neanche di quelle spirituali. Questo<br />

silenzio e questa modestia l’abbelliranno più di qualsiasi<br />

altro ornamento: se manterrà se stessa così riservata,<br />

riuscirà anche a pregare nella maniera più bella<br />

possibile.<br />

pp. 141ss.<br />

2 «Un secondo ammonimento è quello che proibisce alle<br />

donne di prendere la parola, come atto di culto. Questo era un<br />

problema di grande attualità; mentre la sinagoga giudaica<br />

consentiva alle donne soltanto di ascoltare, nelle comunità<br />

paoline era invalsa l’usanza che durante il servizio liturgico<br />

prendessero la parola anche delle donne dotate del dono della<br />

profezia (1 Cor. 11, 5). Tuttavia, questa usanza aveva avuto

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