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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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16 Introduzione<br />

Altrettanto scottanti sono i temi affrontati e svolti<br />

nell’Omelia II: Donde sorgono le eresie? E qual è lo<br />

strumento invincibile per superarle? La risposta che<br />

l’omileta, in conformità all’insegnamento evangelico, dà<br />

a tali interrogativi è singolare: le eresie nascono «per il<br />

dilagare dell’iniquità» e quando «l’amore [tra gli uomini]<br />

si raffredda» 17. Ancora una volta il <strong>Crisostomo</strong> impiega<br />

la Sacra Scrittura per dare autorevolezza a ciò che egli<br />

si propone di insegnare ai fedeli convenuti<br />

nell’assemblea liturgica. Egli affronta di volta in volta<br />

problemi di scottante attualità ed estremamente<br />

importanti per quanti optano per una scelta di vita<br />

autenticamente cristiana. L’amore, ribadisce l’omileta,<br />

costituisce il fondamento saldo su cui si eleva l’edificio<br />

dell’insegnamento di Cristo. Quando manca la carità,<br />

quando non si amano i propri fratelli, «si finisce con<br />

l’essere invidiosi della loro prosperità; l’invidia, a sua<br />

volta, genera l’ambizione e da quest’ultima nasce<br />

l’eresia. Ecco, quindi, il tema da affrontare: la necessità<br />

dell’amicizia e il senso autentico di essa. Chi ama non<br />

ambisce di dominare e ha lo sguardo sempre rivolto<br />

<strong>alla</strong> verità».<br />

Questo tema è posto dal <strong>Crisostomo</strong> come<br />

preambolo introduttivo all’esegesi del testo paolino circa<br />

il grave problema della nociva presenza dei «falsi<br />

dottori» nelle comunità ecclesiali e degli errori derivanti<br />

dal loro insegnamento. L’ampiezza stessa di<br />

quest’omelia sta ad indicare l’importanza che l’omileta<br />

dà all’argomento, sfoderando la consumata abilità<br />

dialettica di retore, che senza tregua lavora per il bene e<br />

la salvezza delle anime a lui affidate 18. Il «falso dottore»<br />

non capisce né ciò che dice, né alcuna di quelle cose<br />

che egli dà per certe. Il <strong>Crisostomo</strong> a questo punto<br />

introduce il rapporto che intercorre fra la «legge» e<br />

a cui molto spesso il <strong>Crisostomo</strong> ricorre nella sua predicazione,<br />

si veda il contributo critico di A. Cioffi, Eredità filosofica e<br />

retorica (diatriba e sentenza) nel «Quod nemo laeditur nisi a

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