Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
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Omelia VIII, 2 145 danzatori che si esibiscono sulle scene, perché a una donna onesta essi non si addicono affatto: [adornati] di pudore e di riservatezza, dice l’Apostolo. Il comportamento morale che si addice a una donna cristiana 2. Non imitare le meretrici: è con questi artifici che adescano molti amanti. Ma [è altrettanto vero] che spesso in questo modo molte donne hanno destato cattivi sospetti, e da questo loro ricercato abbellimento non hanno ricavato proprio nulla, anzi per la stessa supposta cattiva reputazione hanno danneggiato molte altre. Infatti come un’impudica, sebbene goda fama di persona casta, a causa di questa supposizione, non trarrà alcun profitto quando colui che giudica i reconditi meandri del cuore, un giorno porterà tutto alla luce del sole; così anche una donna casta, se a motivo del suo ricercato abbellirsi offre il destro a farsi ritenere impudica, non ricaverà alcun vantaggio dalla sua pur casta condotta di vita; e molte persone sono state danneggiate a motivo di questa diffusa opinione. Tu dirai: Che colpa ho io, se uno sospetta di me? Ma sei proprio tu a offrirgli l’occasione con il tuo ricercato abbigliamento, con il tuo sguardo e con le movenze del tuo incedere. Questa è la ragione per cui Paolo ha molto insistito sull’abito e sulla riservatezza femminile. Ora, se egli ha prescritto di eliminare ciò che in fondo costituisce soltanto il segno di una vita opulenta, come l’oro, le perle e i vestiti sontuosi; quanto più porrà al bando ciò che è indice d’affettazione, come l’uso del fard, l’imbellettamento degli occhi, l’incedere provocante, un artefatto tono di voce, uno sguardo lascivo e decisamente impudico, il taglio sofisticato della tunica e della mantellina, una cintura molto eccentrica e dei sandaletti calzanti alla
146 Giovanni Crisostomo perfezione. Ecco, dunque, a cosa si riferisce l’Apostolo, quando dice: adornandosi di pudore e di riservatezza, giacché tanta ricercatezza è il contrassegno dell’impudenza e della sfacciataggine. La riservatezza si addice particolarmente alle vergini Sopportatemi, vi prego, se le mie parole risuonano come rimprovero senza mezzi termini: mi esprimo così non con l’intenzione di colpire [la vostra sensibilità] e neppure di affliggervi, ma solo per allontanare la pecora che non ha proprio nulla a che fare con il gregge. Se Paolo proibisce questa condotta alle donne sposate, a quelle che vivono sfarzosamente e a quelle che abbondano di ricchezze, molto di più ne fa divieto a quelle che hanno abbracciato la verginità. E tu mi dirai: Ma quale vergine si adorna di gioielli d’oro? Chi mai si acconcia i capelli con le trecce? Ebbene, [è risaputo] che l’attrazione suscitata da un abito semplice è così maliosa, che a confronto uno riccamente intessuto è ben poca cosa! Ora, a una donna è possibile rendersi bella più indossando una veste semplice che non un’altra splendida e dorata. Ad esempio, una tunica color azzurro mare, una cintura che, simile a quella delle danzatrici che si esibiscono sulla scena, circondi la vita con molto garbo, e, senza essere né troppo larga né troppo ristretta ai fianchi, si mantenga in un’equilibrata via di mezzo, creando numerose increspature all’altezza del seno, quest’abbigliamento forse non adesca più di tanti altri confezionati con la seta? Che dire di una calzatura dal fondo nero, ma particolarmente splendente, lavorata sul modello del miglior procedimento tecnico di pittura riscontrabile nei dipinti, e terminante con una punta leggermente alzata? Che dire del fatto che se pure non ti abbellisci il viso con il fard, tuttavia lo pulisci
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Sopportatemi, vi prego, se le mie parole risuonano<br />
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sposate, a quelle che vivono sfarzosamente e a quelle<br />
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a quelle che hanno abbracciato la verginità. E tu mi<br />
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Ad esempio, una tunica color azzurro mare, una<br />
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lavorata sul modello del miglior procedimento tecnico<br />
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