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Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora

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Omelia VII, 3 139<br />

vetro: coloro che dormono in letti d’avorio, spesso sono<br />

più infelici di quelli che dormono su di un letamaio! Ma<br />

la ricchezza, dirai, gratifica l’occhio. Ci sono molte altre<br />

cose di gran lunga più gratificanti: i fiori, la purezza<br />

dell’aria, il cielo e il sole dilettano lo sguardo molto di<br />

più! Del resto, spesso l’argento diventa così coperto di<br />

ruggine, che molti l’hanno detto di colore nero. Ciò<br />

infatti consta dalle immagini che sono divenute nere.<br />

Invece nel sole, così come nel cielo e negli astri, non vi<br />

è nulla di nero. Il particolare piacere poi provato <strong>alla</strong><br />

vista di fiori così variopinti, dà molta più gioia dello<br />

splendore dell’argento.<br />

Dunque, a procurarti piacere non è lo spettacolo<br />

offerto da un fiore, ma l’avarizia e l’ingiustizia. Ebbene,<br />

è il fiore che diletta l’animo, non l’argento. Getta questo<br />

piacere fuori del tuo animo e vedrai che ciò che ti<br />

sembrava prezioso è più vile del fango. Getta lontano<br />

da te questo vizio! Le persone che hanno la febbre,<br />

dobbiamo amare i nostri fratelli che sono nell’indigenza, nella<br />

malattia e nella nudità: amando e soccorrendo questi,<br />

mostriamo in concreto di amare colui che gratuitamente ha<br />

immolato se stesso per noi. Vivere e praticare l’insegnamento<br />

evangelico di Cristo è uno dei capisaldi dell’omiletica<br />

crisostomiana (cf. Mt. 25, 11-46: il giudizio finale).<br />

25 Quello della vanagloria è un altro dei temi molto<br />

ricorrenti in <strong>Crisostomo</strong>: essa con forza imprigiona l’anima e le<br />

impedisce di librarsi verso l’alto, verso le realtà incorruttibili, in<br />

una parola, nel luogo ove risiede la vera gloria: il cielo. Il vero<br />

cristiano, quindi, non solo deve allontanare dal suo spirito e<br />

d<strong>alla</strong> sua mente questo gravissimo male, ma deve persino<br />

provarne vergogna, se mai abbia ceduto alle sue lusinghe. Di<br />

notevole effetto è la plastica rappresentazione della vanagloria:<br />

una persona incatenata, o meglio che consciamente si lascia<br />

incatenare, restando irrimediabilmente irretita tra seducenti<br />

quanto effimere maglie. Tanto quanto basta per doversi<br />

vergognare!<br />

26 La prova addotta dal <strong>Crisostomo</strong> chiarisce più

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