Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Omelia VII, 1 129 Ma è impossibile vivere con tutta pietà e dignità senza che si sia conseguito quel genere di pace perfetta. Infatti, quando dei processi razionali puramente speculativi mettono a soqquadro la nostra fede, quale pace potrà esserci? Quale pace, quando in noi vi sono soffi di impurità? Ora, affinché tu non creda che [l’Apostolo] si riferisca semplicemente a questo tipo di vita, che tutti gli uomini conducono, dopo aver detto: perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, soggiunge: con tutta pietà e dignità, in quanto è possibile che anche i Gentili trascorrano una vita calma e tranquilla, così come potresti trovare calmi e tranquilli degli uomini che si nutrono di impudicizie e vivono sregolatamente nella voluttà. Perciò, affinché tu possa comprendere che non è questa la vita di cui egli intende parlare, ha aggiunto: con tutta pietà e dignità. Quel tipo di vita comporta insidie e battaglie, dal momento che l’anima ogni giorno viene ferita dai profondi turbamenti, generati dai predetti processi puramente speculativo-razionali. La pietà sia il comune fondamento di ogni pensiero e di ogni azione Che Paolo voglia riferirsi a questo genere di vita, se da una parte appare chiaro da ciò che ha aggiunto, 4 In altri termini, Crisostomo afferma che l’Apostolo ritenne insufficiente dire semplicemente: con pietà, ma volle deliberatamente aggiungere: tutta, in quanto, formulando così l’espressione, intese chiarire fino in fondo il suo pensiero: la condotta di vita del cristiano procede non solo dal suo essere conforme alla purezza dell’insegnamento divino, ma anche da una decisa, concreta e salda volontà di attuazione. Ora, l’armonica unione e fusione di questi due elementi trova la saldezza e la sicurezza del proprio fondamento unicamente
130 Giovanni Crisostomo dall’altra è manifesto anche dal non aver semplicemente detto: con tutta pietà, ma dall’aver sottolineato il: con tutta. Esprimendosi così, infatti, egli sembra indicare la ricerca non solo di quella condotta di vita prescritta dalla dottrina divina, ma anche di quella consolidata dallo stesso genere di vita vissuta: la pietà, infatti, è da ricercarsi in entrambe 4. Quale vantaggio si potrà trarre dall’essere «pii» nella fede e praticamente «empi» nella propria condotta di vita? Del resto, per convincerti che con il proprio agire sia di fatto possibile vivere da «empi», ti basta ascoltare ciò che il beato [Paolo] afferma altrove, quando dice: Con le parole dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano nei fatti… 5 ; e poi: Costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele… 6 ; e ancora: Se qualcuno che porta il nome di «fratello» è impudico, o avaro, o idolatra, costui non onora Dio… 7; e inoltre: Chi odia il proprio fratello, non conosce Dio 8. Vedi in quanti modi si può essere «empi»? Perciò [Paolo] dice: con tutta pietà e dignità. Infatti, indegno non è soltanto chi è impudico, ma si direbbe che è tale anche chi è avaro e intemperante, giacché questo modo di essere denota una passione non inferiore a quella carnale. Pertanto chi non riesce a reprimerla, è giustamente chiamato intemperante; questa è la ragione per cui sono detti intemperanti, quelli che non dominano la propria passione. Sicché io oserei apostrofare come intemperante anche l’iracondo, l’invidioso, l’amante del denaro; insomma, chiamerei nella pietà, nella pienezza dello spirito di pietà. 5 Tit. 1, 16. 6 1 Tim. 5, 8. 7 Cf. 1 Cor. 5, 11. 8 Cf. 1 Gv. 2, 9. 9 Letteralmente il testo del Crisostomo recita: infatti il
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dall’altra è manifesto anche dal non aver<br />
semplicemente detto: con tutta pietà, ma dall’aver<br />
sottolineato il: con tutta. Esprimendosi così, infatti, egli<br />
sembra indicare la ricerca non solo di quella condotta<br />
di vita prescritta d<strong>alla</strong> dottrina divina, ma anche di<br />
quella consolidata dallo stesso genere di vita vissuta:<br />
la pietà, infatti, è da ricercarsi in entrambe 4. Quale<br />
vantaggio si potrà trarre dall’essere «pii» nella fede e<br />
praticamente «empi» nella propria condotta di vita?<br />
Del resto, per convincerti che con il proprio agire<br />
sia di fatto possibile vivere da «empi», ti basta<br />
ascoltare ciò che il beato [Paolo] afferma altrove,<br />
quando dice: Con le parole dichiarano di conoscere<br />
Dio, ma lo rinnegano nei fatti… 5 ; e poi: Costui ha<br />
rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele… 6 ; e<br />
ancora: Se qualcuno che porta il nome di «fratello» è<br />
impudico, o avaro, o idolatra, costui non onora Dio… 7;<br />
e inoltre: Chi odia il proprio fratello, non conosce Dio 8.<br />
Vedi in quanti modi si può essere «empi»? Perciò<br />
[Paolo] dice: con tutta pietà e dignità. Infatti, indegno<br />
non è soltanto chi è impudico, ma si direbbe che è tale<br />
anche chi è avaro e intemperante, giacché questo<br />
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quella carnale. Pertanto chi non riesce a reprimerla, è<br />
giustamente chiamato intemperante; questa è la<br />
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dominano la propria passione. Sicché io oserei<br />
apostrofare come intemperante anche l’iracondo,<br />
l’invidioso, l’amante del denaro; insomma, chiamerei<br />
nella pietà, nella pienezza dello spirito di pietà.<br />
5 Tit. 1, 16.<br />
6 1 Tim. 5, 8.<br />
7 Cf. 1 Cor. 5, 11.<br />
8 Cf. 1 Gv. 2, 9.<br />
9 Letteralmente il testo del <strong>Crisostomo</strong> recita: infatti il