Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
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Omelia VI, 3 125 stesso modo, cerca nei limiti delle umane possibilità di emulare la risposta divina! Non hai il potere di far sorgere il sole? Astieniti dalla calunnia. Non sei in grado di donare la pioggia? Non recare ingiurie. Non puoi offrire il cibo per il nutrimento? Non oltraggiare. Questi doni ti bastano: mentre i benefici accordati da Dio ai nemici dipendono dal suo concreto intervento, tu, invece, comportati bene almeno con le parole: prega per il tuo nemico. In questo modo sarai simile al Padre tuo che sta nei cieli. Esortazione finale: l’ascolto della Parola di Dio deve tradursi in concreta volontà operativa Abbiamo affrontato questi argomenti migliaia di volte e non ci stanchiamo mai di riprenderli: valga almeno a raggiungere più concreti risultati! Per quanto mi riguarda, personalmente nel parlarvi non provo né stanchezza, né affaticamento e neppure scoraggiamento; da parte vostra, cercate di non apparire annoiati nell’ascolto, giacché colui che non mette in pratica le cose dette, sembra effettivamente annoiarsi. Al contrario, colui che le mette in pratica, 8 Mt. 7, 2. 9 Mt. 6, 10. 10 Il termine di kíndunos adoperato dal Crisostomo, in tale contesto non va inteso nella pura e semplice accezione di un generico pericolo o danno in cui qualcuno può incorrere, ma sta ad indicare il preciso obbligo morale che investe responsabilmente un pastore d’anime nell’esercizio del suo ministero di evangelizzazione mediante la predicazione della Parola di Dio e il retto insegnamento dei suoi precetti; per tale significato del termine kíndunos, si veda lo stesso Crisostomo,
126 Giovanni Crisostomo desidera continuamente ascoltarle, mostrando di riscoprire in esse non un elemento di fastidio, ma di apprezzamento. Pertanto, il sentirsi annoiati dipende esclusivamente dal non mettere in pratica gli insegnamenti impartiti; questa è anche la ragione per cui chi parla comincia a essere di peso. Ad esempio, se uno fa un’elemosina e intanto un altro sceglie l’elemosina a tema della sua discussione, non solo non ci si stanca all’ascolto dell’argomento, ma si prova persino soddisfazione nell’udire che il proprio operato è oggetto di predicazione e di pubblica proclamazione. Così, dunque, anche noi, poiché non abbiamo nessuna intenzione né di tollerare le offese ricevute né di emendare questo nostro comportamento, ecco che ci sembra di sopportare a malincuore un discorso del genere. Al contrario, se il nostro agire si lasciasse ispirare dalla loro dimenticanza, certamente le parole udite non c’infastidirebbero affatto. Dunque, se volete che non vi siano né di peso né di noia, fate in questo modo: mostrate concretamente di voler dimenticare le offese. Dal canto nostro giammai smetteremo di parlarvi di questi argomenti, fino a quando non vi sarete corretti. A fare questo ci spronano soprattutto l’affetto e la sollecitudine che abbiamo per voi, senza dire dell’obbligo che incombe su di noi [predicatori] 10. È necessario, infatti, che il trombettiere suoni la tromba e svolga questo suo compito anche quando nessuno è
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non solo non ci si stanca all’ascolto dell’argomento, ma<br />
si prova persino soddisfazione nell’udire che il proprio<br />
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