Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora Giovanni Crisostomo Commento alla Prima lettera ... - Undicesima Ora
Omelia VI, 1-2 119 Paolo parla di domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti. Noi pertanto dobbiamo rendere grazie a Dio anche per i doni conferiti agli altri; come, ad esempio, del fatto che egli fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti 4. Osserva, allora, come Dio ci tiene saldamente uniti non solo mediante la preghiera, ma anche per mezzo del ringraziamento. Infatti, colui che è obbligato a ringraziare Dio per i doni che egli accorda al prossimo, è obbligato anche ad amare costui e ad assumere nei suoi confronti un adeguato comportamento. Ora, se bisogna rendere grazie per il nostro prossimo, a maggior ragione [bisogna farlo] per il bene di coloro che ci sono accanto, conosciuti o sconosciuti, che lo vogliano o non lo vogliano, e per coloro che ci sembrano insopportabili, giacché Dio dispone ogni cosa per il nostro bene. La preghiera del cristiano sia sempre un «ringraziamento» 2. Ogni nostra preghiera, dunque, contenga in sé un ringraziamento. Se ci è stato ordinato di pregare fervidamente per quelli che vivono accanto a noi, e non solo credenti ma anche non credenti, pensa allora quale grande male è pregare contro i fratelli! Cosa dici? Dio ti ha ordinato di pregare per i nemici, e tu invece preghi contro un fratello? Ebbene, non preghi contro di lui, ma contro te stesso. Anzi provochi la collera di Dio, quando proferisci siffatte empie parole: [Signore], mostrati senza misericordia verso il mio nemico, comportati così con lui, percuotilo, rendigli il male che mi ha fatto. Lungi dai discepoli di Cristo questo modo di rivolgersi al Signore: essi siano mansueti e pieni di bontà. Da una bocca resa degna di ricevere un così grande mistero, [l’Eucaristia], giammai esca alcunché
120 Giovanni Crisostomo di amaro; giammai una lingua che ha toccato il corpo di Dio pronunzi qualcosa di spiacevole: preserviamola pura, non rendiamola strumento di maledizione. Ora, se quelli che ingiuriano non erediteranno il regno dei cieli, quanto più ciò sarà impossibile per coloro che maledicono: è giocoforza che colui che maledice sia anche ingiurioso. Il cristiano autentico invoca Dio per sé e per gli altri L’ingiuria e la preghiera si escludono a vicenda: notevole infatti è la differenza che intercorre sia tra maledizione e preghiera che tra ingiuria e preghiera. [È contraddittorio] chiedere a Dio di essere propizio con te e nel contempo pregarlo di mostrarsi sdegnato con un altro. Se tu non perdonerai, neppure a te sarà perdonata la colpa 5. Ebbene, tu ora non solo non perdoni, ma osi finanche invocare Dio a non perdonare? Non ti accorgi della tua eccessiva cattiveria? Infatti, se non si perdona a colui che non perdona, come si potrà perdonare a colui che invoca il Signore di non concedere il suo perdono? In questo modo tu non danneggi il tuo prossimo, ma te stesso! Perché mai? Perché se anche le tue preghiere stanno per essere ascoltate, esse non saranno mai esaudite, dal momento che preghi con bocca abominevole: una simile bocca è completamente empia e impura, colma com’è di ogni sorta di cattivo odore, di ogni genere d’impurità. Tu che hai bisogno di cominciare a tremare per i tuoi peccati e di compiere ogni sforzo per porvi rimedio, osi presentarti a Dio aizzandolo contro un fratello? Ma non temi, non ti preoccupi della tua naturale pregare per coloro che, pur essendo pagani, difendono con le armi la tranquillità della nostra vita. 4 Mt. 5, 45.
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Il cristiano autentico invoca Dio per sé e per gli altri<br />
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Signore di non concedere il suo perdono? In questo<br />
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Perché mai? Perché se anche le tue preghiere stanno<br />
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dal momento che preghi con bocca abominevole: una<br />
simile bocca è completamente empia e impura, colma<br />
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Tu che hai bisogno di cominciare a tremare per i<br />
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fratello? Ma non temi, non ti preoccupi della tua<br />
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