La strage di palazzo d'Accursio PDF
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Il primo Fascio bolognese un comunismo, della possibilità di attuazione del quale è ben lungi, lo sviluppo industriale ed economico del nostro paese, il livello di evoluzione morale ed intellettuale del nostro proletariato; la rivendicazione della necessità dell'intervento della fortuna rivoluzionaria della guerra, e l'opposizione e la sconfessione dei neutralisti di ieri, sia clericali che socialisti ufficiali, i quali, dopo avere ostacolato un fatto storico della più grande importanza ed espletata opera sostanzialmente rivoluzionaria, illudono ora le masse inconsce trascinandole verso mete, il cui effetto potrebbe essere oggi esiziale; infine di vigilare affinchè tanto sangue non venga versato invano, l'Italia non sia defraudata della vittoria, ma abbia invece tutto quello che alla stregua dei principi wilsoniani di nazionalità ed in considerazione del suo poderoso contributo militare le spetta. 32 La parte principale del discorso di Bergamo — così come risulta da questo resoconto, che è quasi uguale a quello apparso su Il Popolo d'Italia — è quella relativa all'accenno, quasi sfumato, che dal Fascio dovevano essere esclusi sia i cattolici che i socialisti. Anche se la cosa riguardava solo i primi — dal momento che i socialisti non solo non pensavano di aderire al Fascio, ma stavano addirittura dando vita a una loro associazione di ex combattenti 33 — l'ammissione è importante perché una simile pregiudiziale non era stata sollevata a Milano. Il prefetto, nel suo rapporto al ministro degli Interni, cercò di accentuare i toni rivoluzionari del discorso di Bergamo, per far apparire il Fascio bolognese come un'organizzazione di sinistra o, almeno, non costituzionale. Secondo il questore, Bergamo avrebbe detto: Tenere vivo il vincolo di solidarietà dei combattenti, che, nato sui campi di battaglia, deve continuare e intensificarsi dopo la guerra per la soluzione dei problemi gravissimi pel riassetto della Nazione; promuovere una fiera e costante critica alla imprevidente e deficiente opera del Governo, della burocrazia, di tutti gli organi della compagine statale, per cui si è constatato l'assoluta incapacità delle classi dirigenti, incapacità che avrebbe acquistato tutti i caratteri di una vera crisi di regime; combattere con ogni mezzo le tendenze bolsceviche alle quali si avvia il partito socialista; valorizzare il concetto della fortuna rivoluzionaria della guerra; promuovere l'unione di tutte le forze sane e giovani del paese per una politica audacemente democratica, rivoluzionaria, ma non bolscevica; invitare il popolo italiano a darsi, attraverso la costituente, la forma di governo che crede meglio ed agire energicamente perché la rivoluzione riesca un efficace rinnovamento delle istituzioni, e perché le forze sociali e politiche del paese rientrino, subito dopo la rivoluzione, nell'ambito della legalità. 34 Dopo il discorso moderatamente antibolscevico, ma non antioperaio di Bergamo, Vecchi cercò di calarsi nella realtà bolognese. Rispolverando gli argomenti della fallita battaglia del novembre 1918 contro il sindaco socialista Francesco Zanardi e l'amministrazione comunale, disse " che gli uomini che tornano dalla trincea e che per il bene del popolo italiano hanno versato il sangue ed affrontato la morte, non possono consentire che la loro Bologna resti un feudo di nessuno di quei partiti che con la loro imbelle politica neutralista, hanno svalutato il loro sacrificio, misconoscendo l'ideale che li animò nei giorni
La strage di palazzo d'Accursio terribili delle prove più dure". Dopo aver detto che il Fascio avrebbe dovuto essere "quel primo nucleo attorno a cui si riuniranno tutte le forze sane del paese per una politica audacemente democratica, magari rivoluzionaria, ma niente neutralista, né bolscevica", auspicò che quello bolognese fosse eguale, in tutto e per tutto, a quello milanese. 35 Nenni, che aveva il compito di chiudere la serie dei discorsi introduttivi, si guardò bene dal riprendere i temi della sfortunata operazione anti-operaia di novembre — probabilmente era già più che convinto che si fosse trattato di un errore — e si limitò a criticare l'operato del governo. 36 Pietro Nenni — si legge nel foglio bolognese, la cui versione fu ripresa alla lettera dal giornale mussoliniano — fa poi un'ampia impressionante esposizione dell'insufficienza con cui il Governo si è accinto alla soluzione dei problemi di politica interna e di politica estera. Rileva che questa disorganizzazione, questa mancanza di energia, di competenza e di preveggenza rischia di defraudare di tutti i frutti della vittoria, che anche Fiume, la città italianissima, che durante tutta la guerra altro non sospirò che l'unione alla madre patria, ci viene contestata; deplora che in un momento sì grave la democrazia si sia scissa in polemiche inopportune, e ritiene che in questo momento sia dovere supremo di tutte le frazioni di essa riunire tutti gli sforzi per imprimere al governo una direttiva più provvida, meglio consona delle urgenti necessità sociali e nazionali, ma che se questo tentativo non varrà a scongiurare il pericolo, se la cecità e l'incompetenza dell'alto cospireranno coi livori e l'insano demagogismo da cui sembrano dominate le folle, se il grande ciclone dovrà davvero scatenarsi, la democrazia dovrà agitare il vessillo della Costituente, invitare il popolo italiano a darsi la forma politica che crede meglio e scegliersi gli uomini in cui ripone fede, agire con la massima energia perché la rivoluzione riesca un efficace rinnovamento democratico delle istituzioni, ma anche perché le forze sociali e politiche del paese trovino subito dopo la loro diga nell'ambito della legalità. Il foglio massonico concludeva il resoconto scrivendo: "Il discorso di Pietro Nenni è stato accolto da unanimi applausi e ha riportato perfetta concordia nell'assemblea." 37 Dei motivi di disaccordo, però, non una sola riga. Sia il foglio massonico che quello mussoliniano non parlarono della discussione che si era sviluppata dopo le tre relazioni e che era stata animatissima. Se non fosse stato per il foglio cattolico — Il Resto del Carlino aveva ignorato completamente l'avvenimento — non si sarebbe forse più parlato della cosa e oggi ignoreremmo i particolari. 3. Il Fascio socialista Curioso modo di organizzare i combattenti: "Chi non è socialista, fuori...! Con questo titolo, il giorno dopo, il foglio cattolico pubblicò la let-
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<strong>La</strong> <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>palazzo</strong> <strong>d'Accursio</strong><br />
terribili delle prove più dure". Dopo aver detto che il Fascio avrebbe<br />
dovuto essere "quel primo nucleo attorno a cui si riuniranno tutte le<br />
forze sane del paese per una politica audacemente democratica, magari<br />
rivoluzionaria, ma niente neutralista, né bolscevica", auspicò che quello<br />
bolognese fosse eguale, in tutto e per tutto, a quello milanese. 35<br />
Nenni, che aveva il compito <strong>di</strong> chiudere la serie dei <strong>di</strong>scorsi introduttivi,<br />
si guardò bene dal riprendere i temi della sfortunata operazione<br />
anti-operaia <strong>di</strong> novembre — probabilmente era già più che<br />
convinto che si fosse trattato <strong>di</strong> un errore — e si limitò a criticare<br />
l'operato del governo. 36<br />
Pietro Nenni — si legge nel foglio bolognese, la cui versione fu ripresa alla<br />
lettera dal giornale mussoliniano — fa poi un'ampia impressionante esposizione<br />
dell'insufficienza con cui il Governo si è accinto alla soluzione dei problemi <strong>di</strong><br />
politica interna e <strong>di</strong> politica estera. Rileva che questa <strong>di</strong>sorganizzazione, questa<br />
mancanza <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong> competenza e <strong>di</strong> preveggenza rischia <strong>di</strong> defraudare<br />
<strong>di</strong> tutti i frutti della vittoria, che anche Fiume, la città italianissima, che durante<br />
tutta la guerra altro non sospirò che l'unione alla madre patria, ci viene contestata;<br />
deplora che in un momento sì grave la democrazia si sia scissa in polemiche<br />
inopportune, e ritiene che in questo momento sia dovere supremo <strong>di</strong> tutte<br />
le frazioni <strong>di</strong> essa riunire tutti gli sforzi per imprimere al governo una <strong>di</strong>rettiva<br />
più provvida, meglio consona delle urgenti necessità sociali e nazionali,<br />
ma che se questo tentativo non varrà a scongiurare il pericolo, se la cecità e<br />
l'incompetenza dell'alto cospireranno coi livori e l'insano demagogismo da cui<br />
sembrano dominate le folle, se il grande ciclone dovrà davvero scatenarsi, la democrazia<br />
dovrà agitare il vessillo della Costituente, invitare il popolo italiano a<br />
darsi la forma politica che crede meglio e scegliersi gli uomini in cui ripone fede,<br />
agire con la massima energia perché la rivoluzione riesca un efficace rinnovamento<br />
democratico delle istituzioni, ma anche perché le forze sociali e politiche<br />
del paese trovino subito dopo la loro <strong>di</strong>ga nell'ambito della legalità.<br />
Il foglio massonico concludeva il resoconto scrivendo: "Il <strong>di</strong>scorso<br />
<strong>di</strong> Pietro Nenni è stato accolto da unanimi applausi e ha riportato<br />
perfetta concor<strong>di</strong>a nell'assemblea." 37<br />
Dei motivi <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo, però, non una sola riga. Sia il foglio<br />
massonico che quello mussoliniano non parlarono della <strong>di</strong>scussione<br />
che si era sviluppata dopo le tre relazioni e che era stata animatissima.<br />
Se non fosse stato per il foglio cattolico — Il Resto del Carlino aveva<br />
ignorato completamente l'avvenimento — non si sarebbe forse più<br />
parlato della cosa e oggi ignoreremmo i particolari.<br />
3. Il Fascio socialista<br />
Curioso modo <strong>di</strong> organizzare i combattenti: "Chi non è socialista,<br />
fuori...!<br />
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