La strage di palazzo d'Accursio PDF

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31.05.2013 Views

Il primo Fascio bolognese asseriva Mussolini, che "s'è fatta la guerra per la Dalmazia e se questa manca nel nostro bottino i nostri morti — i nostri grandi morti — sono tutti caduti invano". Dopo avere sostenuto che la politica di Mussolini era sbagliata, almeno quanto quella dei bolscevichi e che entrambe avrebbero causato danno al paese, l'articolista ribadiva la tesi dell'interventismo democratico, per il quale il confine orientale dell'Italia era sulle Alpi Giulie. Purtroppo, concludeva, c'è chi "crede che il confine nostro sia alle Dinariche e può darsi che domani — quando quel confine non ci sarà dato — ritenga truffata la nostra vittoria, con quanto vantaggio per il nostro avvenire lasciamo che lo dica Benito Mussolini". Scarse e poco qualificate furono le adesioni bolognesi all'appello di Mussolini. Mario Giampaoli, che, con Cesare Rossi, fu tra gli organizzatori dell'adunata e che scriverà poi — sulla base dei documenti e dei resoconti de Il Popolo d'Italia — una cronaca fedele dell'avvenimento, segnala due adesioni ufficiali da Bologna: quella scontata di Mario Bonzani, corrispondente locale de Il Popolo d'Italia, e quella di Dino Zanetti a nome della Lega latina della gioventù. 15 Scarse anche le adesioni singole: avvocato Mario De Flora, Giuseppe Martelli, Paride De Bella, Enzo Mingozzi, Elio Poggi, Augusto Piata, Petronio Zaniboni, Angelo Minguzzi. 16 Qualche giorno dopo il 23 marzo arrivò l'adesione del volontario di guerra Mario Floriani." Gli esponenti maggiori dell'interventismo bolognese — come risulta dall'elenco di questi scarsi e sconosciuti personaggi — non furono quindi dei "sansepolcristi" e pare addirittura che a Milano non vi fossero delegati di Bologna. Secondo Giampaoli, per Bologna era presente Edoardo Malusardi, il quale figura anche nella delegazione milanese." Anche i giornali bolognesi si disinteressarono dell'iniziativa di Mussolini. Il Giornale del Mattino, che avrebbe dovuto essere il più attento, ignorò completamente l'avvenimento. Il 24 marzo annunciò la costituzione di un Fascio, ma era quello delle forze economiche di Bologna che, con quello mussoliniano, non aveva nulla in comune. Il giorno 26 pubblicò in cronaca, e con scarsa evidenza, la notizia che a Milano si era tenuto il primo convegno nazionale dei combattenti, ma si trattava dell'Associazione combattenti, per dare vita ad una "vasta organizzazione nazionale tra i combattenti, intesa a cementare e a perpetuare la fratellanza tra i reduci delle trincee ed ottenere dallo stato e dalla Nazione tutto il riconoscimento dei loro diritti". Anche il cattolico L'Avvenire d'Italia ignorò l'avvenimento, mentre Il Resto del Carlino pubblicò, senza commenti, un breve riassunto del programma del Fascio. 19 2. Il Fascio nasce tra polemiche In questo clima di pressoché totale disinteresse si giunse alla costituzione della sezione bolognese del Fascio di combattimento. Ciò av- 11

La strage di palazzo d'Accursio venne, non a caso, nella sede della Lega latina della gioventù, in via Barberia 4, il 9 aprile. Questa Lega, era un'organizzazione paramilitare di destra che Zanetti aveva costituito poco prima della fine della guerra, per poter tenere legalmente — con la diretta complicità delle autorità militari — dei corsi premilitari onde consentire ai giovani di "assuefarsi alla disciplina e soprattutto per perfezionarsi nell'uso delle armi". 20 Accanto a questa organizzazione — che era la sezione giovanile del Gruppo nazionalista — operava la Lega studentesca italiana che negli anni della guerra si era unita a tutte le manifestazioni antisocialiste promosse dai gruppi interventisti. L'opera che la Lega Studentesca Italiana — ha scritto Ronzio — di cui fu dirigente infaticabile il giovanissimo studente Giuseppe Maranini, svolse nel 1918- 1919 fu molto importante perché nel collasso delle autorità e nel disorientamento generale, per quasi due anni questa forza, sebbene composta di giovanissimi, fu l'unica a mantenere, contro le tendenze allora prevalenti, una vigorosa organizzazione ed a svolgere un'attività continua e vivace. 21 Questa attività consisteva in una continua campagna di provocazione nei confronti del Psi — come il tentativo, fallito, di far allontanare dall'insegnamento il professor Mario Longhena, assessore comunale socialista — o in iniziative pseudopatriottiche come quella che tendeva ad imbandierare, a comando, gli stabili di Bologna. E quando la guerra volse al termine, la Lega non mancò di raccomandare "caldamente a tutti gli studenti d'iscriversi al corso premilitare, già iniziato presso il 6° Bersaglieri". 22 L'iniziativa di costituire anche a Bologna una sezione del Fascio partì dai dirigenti di queste due organizzazioni in quanto esse approvavano la linea politica imperialista e antiproletaria di Mussolini, a differenza degli interventisti democratici, anche se il particolare clima politico di quei giorni era tale da indurre gli interventisti — i democratici come i nazionalisti — a favorire la creazione di un nuovo unico schieramento politico in grado di fronteggiare il bolscevismo. Il quadro politico, sia nazionale che internazionale, era poco rassicurante. In Russia il governo rivoluzionario, nonostante l'intervento degli eserciti stranieri, stava eliminando tutte le armate antirivoluzionarie e consolidava il suo potere. In Ungheria il governo era nelle mani di Béla Kun. In Baviera era stata proclamata la repubblica sovietica, mentre in Germania i moti spartakisti erano tutt'altro che esauriti. In Italia, con la fine della guerra, erano riprese le agitazioni sindacali che turbavano "l'ordine", mentre i socialisti, ora che la guerra aveva dimostrato il suo vero volto e che i fatti davano loro ragione, erano decisi a restituire tutto ciò che avevano subito dai partiti interventisti durante il conflitto. La sera del 31 marzo, quando l'Unione socialista italiana (l'ex Circolo socialista indipendente, favorevole all'intervento), il Pri e i radicali organizzarono una manifestazione per discutere la riforma elettorale, i socialisti intervennero in massa e la fecero fallire. Uno 12

<strong>La</strong> <strong>strage</strong> <strong>di</strong> <strong>palazzo</strong> <strong>d'Accursio</strong><br />

venne, non a caso, nella sede della Lega latina della gioventù, in via<br />

Barberia 4, il 9 aprile. Questa Lega, era un'organizzazione paramilitare<br />

<strong>di</strong> destra che Zanetti aveva costituito poco prima della fine della<br />

guerra, per poter tenere legalmente — con la <strong>di</strong>retta complicità delle<br />

autorità militari — dei corsi premilitari onde consentire ai giovani<br />

<strong>di</strong> "assuefarsi alla <strong>di</strong>sciplina e soprattutto per perfezionarsi nell'uso<br />

delle armi". 20 Accanto a questa organizzazione — che era la sezione<br />

giovanile del Gruppo nazionalista — operava la Lega studentesca<br />

italiana che negli anni della guerra si era unita a tutte le manifestazioni<br />

antisocialiste promosse dai gruppi interventisti.<br />

L'opera che la Lega Studentesca Italiana — ha scritto Ronzio — <strong>di</strong> cui fu<br />

<strong>di</strong>rigente infaticabile il giovanissimo studente Giuseppe Maranini, svolse nel 1918-<br />

1919 fu molto importante perché nel collasso delle autorità e nel <strong>di</strong>sorientamento<br />

generale, per quasi due anni questa forza, sebbene composta <strong>di</strong> giovanissimi,<br />

fu l'unica a mantenere, contro le tendenze allora prevalenti, una vigorosa organizzazione<br />

ed a svolgere un'attività continua e vivace. 21<br />

Questa attività consisteva in una continua campagna <strong>di</strong> provocazione<br />

nei confronti del Psi — come il tentativo, fallito, <strong>di</strong> far allontanare<br />

dall'insegnamento il professor Mario Longhena, assessore comunale<br />

socialista — o in iniziative pseudopatriottiche come quella che tendeva<br />

ad imban<strong>di</strong>erare, a comando, gli stabili <strong>di</strong> Bologna. E quando<br />

la guerra volse al termine, la Lega non mancò <strong>di</strong> raccomandare "caldamente<br />

a tutti gli studenti d'iscriversi al corso premilitare, già iniziato<br />

presso il 6° Bersaglieri". 22<br />

L'iniziativa <strong>di</strong> costituire anche a Bologna una sezione del Fascio<br />

partì dai <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> queste due organizzazioni in quanto esse approvavano<br />

la linea politica imperialista e antiproletaria <strong>di</strong> Mussolini, a<br />

<strong>di</strong>fferenza degli interventisti democratici, anche se il particolare clima<br />

politico <strong>di</strong> quei giorni era tale da indurre gli interventisti — i democratici<br />

come i nazionalisti — a favorire la creazione <strong>di</strong> un nuovo unico<br />

schieramento politico in grado <strong>di</strong> fronteggiare il bolscevismo. Il quadro<br />

politico, sia nazionale che internazionale, era poco rassicurante. In Russia<br />

il governo rivoluzionario, nonostante l'intervento degli eserciti stranieri,<br />

stava eliminando tutte le armate antirivoluzionarie e consolidava<br />

il suo potere. In Ungheria il governo era nelle mani <strong>di</strong> Béla Kun.<br />

In Baviera era stata proclamata la repubblica sovietica, mentre in<br />

Germania i moti spartakisti erano tutt'altro che esauriti. In Italia,<br />

con la fine della guerra, erano riprese le agitazioni sindacali che turbavano<br />

"l'or<strong>di</strong>ne", mentre i socialisti, ora che la guerra aveva <strong>di</strong>mostrato<br />

il suo vero volto e che i fatti davano loro ragione, erano decisi<br />

a restituire tutto ciò che avevano subito dai partiti interventisti<br />

durante il conflitto.<br />

<strong>La</strong> sera del 31 marzo, quando l'Unione socialista italiana (l'ex Circolo<br />

socialista in<strong>di</strong>pendente, favorevole all'intervento), il Pri e i ra<strong>di</strong>cali<br />

organizzarono una manifestazione per <strong>di</strong>scutere la riforma elettorale,<br />

i socialisti intervennero in massa e la fecero fallire. Uno<br />

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