Dicembre 2009 - Comune di Imola

More documents

Recommendations

Info

A proposito di accoglienza e inserimento Mi fermo a riflettere su queste due parole, che sono semplici solo all’apparenza, e penso che tutti noi nella vita sperimentiamo tante “accoglienze” e tanti “inserimenti”: lungo il percorso scolastico, ma anche per praticare uno sport o per condividere un hobby. Quando entriamo in un ambiente nuovo non sono solo le persone e ciò che ci hanno detto che restano impresse nella nostra memoria “emotiva”, ma soprattutto le sensazioni che ci vengono trasmesse e ci faranno pensare a quel luogo e a quelle persone come piacevoli o come distanti. Sentirsi accolti dall’ambiente e dalle persone non è semplicemente entrarvi e impararne le regole, ma è prima di tutto la sensazione di poterci stare bene, di poter trovare nello spazio di tutti un luogo dove la singola persona esiste ed ha un valore, di poter portare le proprie incertezze e i propri timori. Se in un ambiente c’è uno spazio per una persona nuova, in qualche modo sappiamo che tra le persone che ci lavorano abitualmente c'è spazio per l’individualità e l’unicità di ognuno. Questo è tanto più vero quanto più la conoscenza del nuovo ambiente e delle persone avviene in un momento emotivamente molto significativo per le famiglie, come l’inserimento del proprio bambino o bambina al nido o alla scuola dell’infanzia. I visi sono attenti e concentrati e lo sguardo a volte fatica a trattenersi sulla persona che sta parlando, perché attratto dalle molte novità del luogo in cui ci si trova; nella mente della mamma e del papà passano tanti pensieri e l’attenzione si concentra per cogliere ogni più piccolo aspetto di questo nuovo mondo, ripensato in relazione al proprio bambino, perché, per quanto i luoghi siano accoglienti e le persone sorridenti, il passo che si sta compiendo è davvero molto importante. Noi insegnanti, che abbiamo conosciuto tanti bambini e tante famiglie, ogni volta ci chiediamo se davvero hanno percepito la disponibilità e l’attenzione che vogliamo trasmettere, ma soprattutto il nostro essere persone che incontrano altre persone. Anno dopo anno, pensiamo e ripensiamo ai momenti di prima conoscenza con le famiglie e con i bambini, ci ascoltiamo e ci interroghiamo, perché vogliamo che le nostre parole, i nostri gesti, gli spazi attorno a noi parlino del nostro modo di lavorare e di vivere con i loro bambini. Qualcuno, che non è del mestiere, potrebbe dire che tanto, prima o poi, tutti si inseriscono e tutti sono accolti, ma noi abbiamo imparato che una buona accoglienza è già più di metà dell’opera, e allora investiamo energie e pensieri per dare sempre maggior corpo all’idea di scuola che abbiamo nella mente: un luogo dove la ricchezza non è tanto la somma delle persone fisiche, ma la sensazione che spazi e persone possano modificarsi per trovare uno spazio e un “tempo mentale” per tutti, grandi e piccoli. Credo sia questo il senso profondo della parola “accoglienza”: la disponibilità a ripensare se stessi e l’ambiente della scuola per permettere ad ognuno di trovare il proprio posto e di vivere l’avventura del nido o della scuola dell’infanzia con la sensazione di fare veramente parte di quel bel “pezzo di mondo”. Elisa Solaroli
Da tenere sul comodino Suggerimenti di lettura Maurizia Gasparetto José Saramago Il viaggio dell'elefante Torino,Giulio Einaudi Editore, 2009 Pagine 202, € 19,00 L'autore José Saramago è nato nel 1922 ad Azinhaga, in Portogallo, da una famiglia di condizioni molto modeste. Il padre agricoltore si traferì a Lisbona nel 1924, dove trovò lavoro come poliziotto. Costretto ad interrompere gli studi, a causa delle difficoltà economiche, prima di aver conseguito il diploma dell'Istituto tecnico, Josè fece varie esperienze di lavoro piuttosto precarie, per approdare poi ad un impiego stabile nel campo dell'editoria, come giornalista e direttore di produzione. Nonostante la sua strenua opposizione al regime di Salazar, Saramago riuscì ad evitare di cadere nelle mani della polizia, ma tanto la sua attività editoriale come la sua prima produzione letteraria ebbero in Portogallo scarsissima diffusione. Solo verso la fine degli anni 60 (il suo primo romanzo Terra del peccato LA STORIA era stato pubblicato nel 1947) diventò famoso come critico letterario; pubblicò raccolte di poesie, testi teatrali e racconti, che suscitarono una certa eco, accolti comunque con più favore all'estero che nel suo paese. Dopo la cosiddetta Rivoluzione dei garofani, del 1974, abbandonò definitiavamente l'attività editoriale per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. La sua produzione letteraria è ricca di molte opere, che lo hanno consacrato tra i grandi autori del nostro tempo, a cui si deve l'invenzione di uno stile assolutamente personale, che gli ha portato grandi riconoscimenti su scala internazionale, tra cui il premio Nobel per la letteratura nel 1998. Tra i suoi libri più famosi L'anno della morte di Ricardo Reis, La storia dell'assedio di Lisbona, La zattera di pietra, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità (un libro molto amaro che denucia la cecità del mondo contemporaneo, da alcuni critici considerato il suo capolavoro), fino ai più recenti Le intermittenze della morte e Il viaggio dell'elefante. Attualmente vive a Lanzarote, nelle isole Canarie. Siamo nel XVI secolo. Il re del Portogallo Joao terzo ha ricevuto dal Governatore di Goa un dono piuttosto insolito: un elefante, corredato di relativo cornac, che da qualche tempo, dopo i primi entusiasmi, si trova, più o meno dimenticato, a Belem, nei pressi della capitale. Poiché si tratta con ogni evidenza di cosa assai preziosa e certamente fuori dal comune, il re, confortato dal parere favorevole della regina, ancorché intensamente addolorata, decide di offrirlo a sua volta in dono all'arciduca d'Austria Massimiliano d'Asburgo. Scambi di missive precedono l'invio del regalo (poiché non è uno scherzo organizzare il trasferimento di un elefante con tutto il seguito necessario da Lisbona a Vienna e bisogna assicurarsi preventivamente che il dono sarà accettato), finchè si dà inizio al lungo viaggio e parte la carovana, che dovrà attraversare l'Europa. Un distaccamento di soldati, uomini di fatica, masserizie varie (un elefante mangia e
Page 3 and 4: _______Quaderni d'Infanzia Pubblica
Page 5 and 6: I n v i a t a p e r c a s o di Virn
Page 7 and 8: LA TANA DEGLI ORSETTI mercoledì 14
Page 9 and 10: UNA NUOVA MERENDA A SESTO IMOLESE
Page 11 and 12: Percepiamo nei bambini il desiderio
Page 13 and 14: PROFUMO Di PANE di Candia Serantoni
Page 15 and 16: Poi rivedo: -le “nostre esperte c
Page 17 and 18: ambini faccia bene; ci compensiamo
Page 19 and 20: davvero preoccupato. Mentre sto cer
Page 21 and 22: po’ di pane tra le mani; poi si a
Page 23 and 24: verbale. Tutto è un gioco tra loro
Page 25 and 26: avere un parere e qualche consiglio
Page 27 and 28: Anthony: poi Elia; lo sai che mi so
Page 29 and 30: Ci incantiamo a guardarli infornare
Page 31 and 32: scavavano), anche un po’ pericolo
Page 33 and 34: Ci sono solo dada Monica e dada Niv
Page 35: ambini che hanno la crisi dopo mesi

Dicembre 2009 - Comune di Imola

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?