Dicembre 2009 - Comune di Imola
Dicembre 2009 - Comune di Imola
Dicembre 2009 - Comune di Imola
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
avere un parere e qualche consiglio sul da farsi...<br />
Verso la primavera, quando sembrava fosse un po'<br />
più serena e che le crisi <strong>di</strong> pianto e <strong>di</strong> lamenti<br />
fossero in via <strong>di</strong> esaurimento, Matilde si ammala e<br />
resta assente da scuola per un paio <strong>di</strong> mesi.<br />
Al rientro, tutto da rifare!<br />
E ricomincio da capo a rispondere alle sue<br />
continue e piagnucolanti richieste <strong>di</strong> rassicurazione<br />
circa la scansione della giornata, l'apertura della<br />
porta, l'arrivo del nonno.<br />
Poi arriva l'estate, le vacanze ci separano.<br />
Settembre: si ritorna a scuola!<br />
Torna anche Matilde. E' sorridente, i suoi occhioni<br />
azzurri sono raggianti, sembra che le ansie che la<br />
angustiavano siano svanite.<br />
La accolgo a braccia aperte e sfodero le mie<br />
migliori armi <strong>di</strong> seduzione: un caloroso bentornata,<br />
qualche complimento sul suo aspetto, domande su<br />
come ha trascorso le vacanze, l'offerta <strong>di</strong> nuovi<br />
giochi e la curiosità <strong>di</strong> ritrovare i suoi amici. Le<br />
allungo la mano e viene con me, saluta il nonno<br />
che, dopo aver messo a posto nel bagno i suoi<br />
oggetti personali, mentre se ne va, mi guarda con<br />
espressione interrogativa: è incredulo, ma<br />
contento quanto me!<br />
Ma non ci <strong>di</strong>lunghiamo nelle spiegazioni: mi <strong>di</strong>ce<br />
solo che Matilde rimarrà anche a fare la merenda.<br />
Sono un po' preoccupata: e se ricomincia? Ma ora<br />
non voglio pensarci, voglio essere ottimista!<br />
Le prime giornate trascorrono più o meno<br />
tranquille: solo qualche volta Matilde mi chiede che<br />
insegnante ci sarà nel pomeriggio e si assicura<br />
che la dada apra la porta al suo nonno all'ora<br />
dell'uscita.<br />
Nel cortile si avvicina spesso alle bambine più<br />
gran<strong>di</strong> che la accolgono nel loro gruppo per<br />
giocare.<br />
Sembra un'altra bambina!<br />
Ma dopo un paio <strong>di</strong> settimane, ecco la crisi:<br />
“E' vero che il mio nonno non mi lascia qui?”<br />
“Tutti vengono a prendere i loro bambini, vero?”<br />
“Allora, mi ascolti? Ti devo <strong>di</strong>re una cosa: adesso<br />
mangiamo, poi giochiamo un po', facciamo<br />
merenda, poi Monia va ad aprire la porta, vero?”<br />
E le lacrime, trattenute a fatica, le arrossano gli<br />
occhi!<br />
Le mie spiegazioni e rassicurazioni sembrano non<br />
avere effetto, le proposte da parte mia e gli inviti al<br />
gioco da parte degli amici sembrano cadere nel<br />
vuoto...<br />
Ma i bambini hanno sempre qualcosa da<br />
insegnarci, ad esempio <strong>di</strong> quanta pazienza<br />
possiamo <strong>di</strong>sporre!<br />
Così, tra alti e bassi, lacrimoni e sorrisi forzati,<br />
richieste e spiegazioni (sempre le stesse da<br />
mesi!), finalmente all'inizio <strong>di</strong> ottobre (non abbiamo<br />
ben capito perché e come, ma non ci siamo fatte<br />
troppe domande!) Matilde ha smesso <strong>di</strong> piangere.<br />
Ora viene volentieri a scuola, arriva col sorriso e<br />
con gli occhi luminosi, si informa sul menù del<br />
giorno e saluta il nonno, che se ne va felice come<br />
una Pasqua: sicuramente nei mesi scorsi, quando<br />
la lasciava piangente, si allontanava con un<br />
groppo alla gola!<br />
Mi viene incontro, cominciando a parlare dal fondo<br />
del corridoio. Mi racconta qualcosa che le è<br />
capitato, poi si <strong>di</strong>rige verso i gruppetti <strong>di</strong> bambini<br />
che stanno giocando, solo però per vedere cosa<br />
stanno facendo, perché ancora non è molto<br />
interessata a partecipare.<br />
Preferisce stare con me, vedere e sapere cosa<br />
faccio, perché lo faccio, cosa farò dopo. Sembra<br />
decisamente a suo agio nel ruolo della “segretariaassistente<br />
della maestra”: le piace adoperarsi per<br />
piccole incombenze, come andare a prendere il<br />
ghiaccio per un bambino che si è fatto male o<br />
portare il telefono alla dada. E' sempre <strong>di</strong>sponibile<br />
ad aiutarmi mentre preparo i materiali, anche se a<br />
volte sembra che voglia “strafare”, anticipando le<br />
mie istruzioni e combina i cosiddetti “malestri”,<br />
come rovesciare i colori, spalmare la colla sul<br />
tavolo, tagliare qualunque foglio trovi (anche quelli<br />
del registro) o mettere le mani nei barattoli delle<br />
tempere. Ma insomma, se questo la fa sentire<br />
tranquilla, va bene anche così!<br />
Sempre più spesso la vedo avvicinarsi<br />
spontaneamente ai gruppi <strong>di</strong> bambini e partecipare<br />
per un po' ai loro giochi; poi, eccola che ritorna con<br />
una scusa per stare con le maestre e rivolgere loro<br />
le domande più strane.<br />
“Come si chiama tuo marito?” oppure “Che<br />
macchina hai?” ...tanto per attaccare <strong>di</strong>scorso.<br />
Sono convinta che Matilde troverà presto il suo<br />
posto nel gruppo, che si lascerà prendere dal<br />
gioco con i compagni. Vedo nascere in lei la<br />
curiosità e far capolino il piacere <strong>di</strong> fare coi<br />
coetanei, senza la continua presenza dell'adulto.<br />
Anche se...<br />
Questa mattina ho dovuto cambiarle la maglia, che<br />
si era bagnata lavandosi le mani: non so perché,<br />
ma qualcosa si è incrinato e sono riaffiorate le<br />
antiche ansie!<br />
Ecco che ricomincia:<br />
“Allora...mi ascolti? ...ti devo <strong>di</strong>re una cosa: ma il<br />
mio nonno...”<br />
Ma la storia continua e ce la metteremo tutta per il<br />
lieto fine.