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Dicembre 2009 - Comune di Imola

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avere un parere e qualche consiglio sul da farsi...<br />

Verso la primavera, quando sembrava fosse un po'<br />

più serena e che le crisi <strong>di</strong> pianto e <strong>di</strong> lamenti<br />

fossero in via <strong>di</strong> esaurimento, Matilde si ammala e<br />

resta assente da scuola per un paio <strong>di</strong> mesi.<br />

Al rientro, tutto da rifare!<br />

E ricomincio da capo a rispondere alle sue<br />

continue e piagnucolanti richieste <strong>di</strong> rassicurazione<br />

circa la scansione della giornata, l'apertura della<br />

porta, l'arrivo del nonno.<br />

Poi arriva l'estate, le vacanze ci separano.<br />

Settembre: si ritorna a scuola!<br />

Torna anche Matilde. E' sorridente, i suoi occhioni<br />

azzurri sono raggianti, sembra che le ansie che la<br />

angustiavano siano svanite.<br />

La accolgo a braccia aperte e sfodero le mie<br />

migliori armi <strong>di</strong> seduzione: un caloroso bentornata,<br />

qualche complimento sul suo aspetto, domande su<br />

come ha trascorso le vacanze, l'offerta <strong>di</strong> nuovi<br />

giochi e la curiosità <strong>di</strong> ritrovare i suoi amici. Le<br />

allungo la mano e viene con me, saluta il nonno<br />

che, dopo aver messo a posto nel bagno i suoi<br />

oggetti personali, mentre se ne va, mi guarda con<br />

espressione interrogativa: è incredulo, ma<br />

contento quanto me!<br />

Ma non ci <strong>di</strong>lunghiamo nelle spiegazioni: mi <strong>di</strong>ce<br />

solo che Matilde rimarrà anche a fare la merenda.<br />

Sono un po' preoccupata: e se ricomincia? Ma ora<br />

non voglio pensarci, voglio essere ottimista!<br />

Le prime giornate trascorrono più o meno<br />

tranquille: solo qualche volta Matilde mi chiede che<br />

insegnante ci sarà nel pomeriggio e si assicura<br />

che la dada apra la porta al suo nonno all'ora<br />

dell'uscita.<br />

Nel cortile si avvicina spesso alle bambine più<br />

gran<strong>di</strong> che la accolgono nel loro gruppo per<br />

giocare.<br />

Sembra un'altra bambina!<br />

Ma dopo un paio <strong>di</strong> settimane, ecco la crisi:<br />

“E' vero che il mio nonno non mi lascia qui?”<br />

“Tutti vengono a prendere i loro bambini, vero?”<br />

“Allora, mi ascolti? Ti devo <strong>di</strong>re una cosa: adesso<br />

mangiamo, poi giochiamo un po', facciamo<br />

merenda, poi Monia va ad aprire la porta, vero?”<br />

E le lacrime, trattenute a fatica, le arrossano gli<br />

occhi!<br />

Le mie spiegazioni e rassicurazioni sembrano non<br />

avere effetto, le proposte da parte mia e gli inviti al<br />

gioco da parte degli amici sembrano cadere nel<br />

vuoto...<br />

Ma i bambini hanno sempre qualcosa da<br />

insegnarci, ad esempio <strong>di</strong> quanta pazienza<br />

possiamo <strong>di</strong>sporre!<br />

Così, tra alti e bassi, lacrimoni e sorrisi forzati,<br />

richieste e spiegazioni (sempre le stesse da<br />

mesi!), finalmente all'inizio <strong>di</strong> ottobre (non abbiamo<br />

ben capito perché e come, ma non ci siamo fatte<br />

troppe domande!) Matilde ha smesso <strong>di</strong> piangere.<br />

Ora viene volentieri a scuola, arriva col sorriso e<br />

con gli occhi luminosi, si informa sul menù del<br />

giorno e saluta il nonno, che se ne va felice come<br />

una Pasqua: sicuramente nei mesi scorsi, quando<br />

la lasciava piangente, si allontanava con un<br />

groppo alla gola!<br />

Mi viene incontro, cominciando a parlare dal fondo<br />

del corridoio. Mi racconta qualcosa che le è<br />

capitato, poi si <strong>di</strong>rige verso i gruppetti <strong>di</strong> bambini<br />

che stanno giocando, solo però per vedere cosa<br />

stanno facendo, perché ancora non è molto<br />

interessata a partecipare.<br />

Preferisce stare con me, vedere e sapere cosa<br />

faccio, perché lo faccio, cosa farò dopo. Sembra<br />

decisamente a suo agio nel ruolo della “segretariaassistente<br />

della maestra”: le piace adoperarsi per<br />

piccole incombenze, come andare a prendere il<br />

ghiaccio per un bambino che si è fatto male o<br />

portare il telefono alla dada. E' sempre <strong>di</strong>sponibile<br />

ad aiutarmi mentre preparo i materiali, anche se a<br />

volte sembra che voglia “strafare”, anticipando le<br />

mie istruzioni e combina i cosiddetti “malestri”,<br />

come rovesciare i colori, spalmare la colla sul<br />

tavolo, tagliare qualunque foglio trovi (anche quelli<br />

del registro) o mettere le mani nei barattoli delle<br />

tempere. Ma insomma, se questo la fa sentire<br />

tranquilla, va bene anche così!<br />

Sempre più spesso la vedo avvicinarsi<br />

spontaneamente ai gruppi <strong>di</strong> bambini e partecipare<br />

per un po' ai loro giochi; poi, eccola che ritorna con<br />

una scusa per stare con le maestre e rivolgere loro<br />

le domande più strane.<br />

“Come si chiama tuo marito?” oppure “Che<br />

macchina hai?” ...tanto per attaccare <strong>di</strong>scorso.<br />

Sono convinta che Matilde troverà presto il suo<br />

posto nel gruppo, che si lascerà prendere dal<br />

gioco con i compagni. Vedo nascere in lei la<br />

curiosità e far capolino il piacere <strong>di</strong> fare coi<br />

coetanei, senza la continua presenza dell'adulto.<br />

Anche se...<br />

Questa mattina ho dovuto cambiarle la maglia, che<br />

si era bagnata lavandosi le mani: non so perché,<br />

ma qualcosa si è incrinato e sono riaffiorate le<br />

antiche ansie!<br />

Ecco che ricomincia:<br />

“Allora...mi ascolti? ...ti devo <strong>di</strong>re una cosa: ma il<br />

mio nonno...”<br />

Ma la storia continua e ce la metteremo tutta per il<br />

lieto fine.

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