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Dicembre 2009 - Comune di Imola

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davvero preoccupato. Mentre sto cercando rapidamente <strong>di</strong> decidere, Daniela, sempre chinata,<br />

accompagna Ivan al w.c. Aspetto.<br />

“Ecco, bravissimo! hai visto? se non ti scappa è lo stesso, però ci hai provato, se non ci provi e riprovi,<br />

come fai a sapere che non va? Adesso ci rivestiamo”<br />

Si lavano le mani, poi Daniela va a fare la pipì ed Ivan l’aspetta. Escono insieme e si siedono vicini a<br />

mangiare.<br />

La mattina seguente la mamma <strong>di</strong> Ivan è più serena e mi chiede: “Chi è Daniela?”<br />

Gliela in<strong>di</strong>co, Ivan mi allunga le braccia ed insieme an<strong>di</strong>amo a vedere i giochi che fa Daniela.<br />

Adesso, durante la mattinata, Ivan a volte viene vicino a me e mi chiede:<br />

”Dov’è la mia amica?”<br />

Non la chiama ancora per nome; io a volte gliela in<strong>di</strong>co, a volte la chiamo ed insieme ripartono<br />

Prego, <strong>di</strong>ca pure<br />

Frammenti <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

a cura del Collettivo del Nido Scoiattolo<br />

Metà mattina, ore 10 e 20 circa, una signora e un<br />

signore, entrambi <strong>di</strong> giovane età sono seduti al<br />

tavolo romagnolo e stanno conversando fra loro, lo<br />

sguardo è rivolto ad un gruppo <strong>di</strong> bambine e<br />

bambini che giocano; dai volti pare che i due siano<br />

preoccupati per qualcosa che non è dato<br />

conoscere.<br />

L’ espressione è la stessa per entrambi: occhi fissi<br />

sui bambini, sguardo preoccupato per qualcosa<br />

che non c’è, seduti con il busto rigido rivolto in<br />

avanti e una reazione veloce dello sguardo nella<br />

<strong>di</strong>rezione da cui accenna a provenire un minimo<br />

rumore o movimento.<br />

Non sono tranquilli!<br />

Parlano e spesso interrompono la conversazione,<br />

per guardare da una parte o dall’altra; i loro<br />

sguar<strong>di</strong> raramente si incontrano, <strong>di</strong>stratti da cosa?<br />

La signora si alza <strong>di</strong> scatto come per andare in<br />

qualche <strong>di</strong>rezione, si ferma, allunga il collo per<br />

vedere meglio e si risiede, <strong>di</strong>cendo sottovoce: “Ah<br />

no! mi ero sbagliata”.<br />

L’altro ammicca e nel contempo, tenendo stretta la<br />

se<strong>di</strong>a con i palmi della mani appoggiate sul se<strong>di</strong>le,<br />

la sposta leggermente con fare rapido e rumoroso<br />

in <strong>di</strong>rezione del lungo corridoio dove alcuni<br />

bambini corrono.<br />

Guarda <strong>di</strong> sfuggita il quadrante della sveglia stile<br />

antico che è sopra alla vecchia cassettiera e <strong>di</strong>ce:<br />

“Son già le 10.30!”.<br />

I due rimangono per alcuni istanti in silenzio, con i<br />

corpi immobili sulla se<strong>di</strong>a e le gambe accavallate,<br />

che fanno dondolare un piede nervosamente.<br />

All’improvviso si apre la porta d’entrata, un giovane<br />

signore entra sorridendo e ancor prima che si<br />

chiuda la porta, accompagnata dalla molla, <strong>di</strong>ce<br />

allegro: “Buongiorno!”.<br />

Con lui una bambina, ha più o meno 2 anni, che lo<br />

tiene per mano; appena entrata rivolge lo sguardo<br />

al gruppo dei bambini in fondo al corridoio. Una<br />

ragazza arriva dal fondo, ha le braccia aperte in<br />

segno <strong>di</strong> accoglienza e sorridente esclama: “Ciao<br />

Giulia! Ciao Luca! Vi stavamo aspettando! Come<br />

state?”<br />

Giulia corre verso la ragazza sorridendo e si ferma<br />

vicino come se aspettasse una parola per lei.<br />

“Come sei bella Giulia! Raccontami un po’ che hai<br />

fatto ieri dai nonni?”<br />

Il signore è rimasto nell’ingresso; rivolge un sorriso<br />

ed un saluto ai due seduti al tavolo: “Buon giorno!<br />

Sono Luca, il babbo <strong>di</strong> Giulia!” e porgendo loro la<br />

mano, rimane in attesa.<br />

“Piacere sono Manuela, la mamma <strong>di</strong> Olga!” “E io<br />

Raffaele, il babbo <strong>di</strong> Antonia!” Manuela e Raffaele<br />

si presentano e sorridono timidamente.<br />

Luca guardandoli chiede: “State facendo<br />

l’inserimento dei vostri bambini? Io l’ho fatto l’anno<br />

scorso” e mentre parla si siede in una terza se<strong>di</strong>a<br />

riposta sotto il tavolo.<br />

I tre iniziano una conversazione che, in principio, è<br />

animata soprattutto da Luca, che racconta la sua<br />

storia <strong>di</strong> inserimento della figlia al nido e<br />

l’esperienza positiva con l’ambiente e le persone.<br />

Manuela pare gra<strong>di</strong>re le parole tranquillizzanti del<br />

babbo veterano e mentre ascolta il suo viso si<br />

rilassa e a tratti compare un sorriso dolce e quasi<br />

sognante.<br />

Raffaele è attratto dalle parole <strong>di</strong> Luca e scambia<br />

risate in corrispondenza <strong>di</strong> alcune battute ironiche.<br />

Il <strong>di</strong>alogo prosegue fino a quando Luca guarda<br />

l’orologio ed esclama “Ops! E' tar<strong>di</strong>, al lavoro mi<br />

aspettano; mi spiace ma devo andare, anche se<br />

rimarrei qui molto volentieri. Allora ci ve<strong>di</strong>amo nei<br />

prossimi giorni, ora che siete qui anche voi al Nido!<br />

Ma per fortuna che c’è Francesca!<br />

“Paolo, saluta la mamma…”<br />

“La mamma va a fare la spesa, la saluti?”<br />

“Paolo non saluti la mamma?”<br />

“Non mi saluta…..”

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