31.05.2013 Views

Vivo è il ricordo Teleponte Storia di Teramo a Fumetti - Teramani.info

Vivo è il ricordo Teleponte Storia di Teramo a Fumetti - Teramani.info

Vivo è il ricordo Teleponte Storia di Teramo a Fumetti - Teramani.info

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Vivo</strong> <strong>è</strong><br />

<strong>il</strong> <strong>ricordo</strong><br />

pag. 5<br />

n. 42 • febbraio 2008<br />

mens<strong>il</strong>e <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmazione in <strong>di</strong>stribuzione gratuita<br />

<strong>Teleponte</strong><br />

pag. 8<br />

<strong>Storia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Teramo</strong><br />

a <strong>Fumetti</strong><br />

pag. 15


febbraio 2008<br />

scrivete a<br />

sommario<br />

3 Cari lettori, Cara Team<br />

4 Mo<strong>di</strong> & Mode<br />

5 Giammario<br />

5 In morte <strong>di</strong> un Amico<br />

6 8 marzo<br />

7 Bellezze ritoccate<br />

7 Pubblicità Elettorale<br />

8 <strong>Teleponte</strong>, questione <strong>di</strong>... Cori<br />

10 Garibal<strong>di</strong> fu ferito<br />

10 Numeri <strong>di</strong> pubblica ut<strong>il</strong>ità<br />

12 Gal<strong>il</strong>eium<br />

13 Monumenti violentati<br />

13 Note linguistiche<br />

14 Vale rossi?<br />

14 Storie <strong>di</strong> Pigotte<br />

15 <strong>Storia</strong> <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> a <strong>Fumetti</strong><br />

17 L’idea verde <strong>di</strong> Bucciarelli<br />

18 Col<strong>di</strong>retti <strong>info</strong>rma<br />

18 Lo Smeraldo<br />

19 Monnezza <strong>di</strong> casa nostra<br />

20 Han<strong>di</strong>cap e Società<br />

22 Lettere dai Caraibi<br />

22 Stanno tutti bene<br />

23 Dura Lex sed Lex<br />

23 Corsi <strong>di</strong> Formazione per piccoli Consumatori<br />

24 La Scuola<br />

26 La Montagna dei Fiori<br />

28 Cinema<br />

30 Basket<br />

<strong>di</strong>mmitutto<br />

@teramani.<strong>info</strong><br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e: Biagio Trimarelli<br />

Redattore Capo: Maurizio Di Biagio<br />

Coor<strong>di</strong>natore: Maria Grazia Frattaruolo<br />

Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Ercole D’Annunzio,<br />

Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano,<br />

Ivan Di Nino, Nicola Facciolini, Bruna Fagotti, F<strong>il</strong>ippo Flocco,<br />

Elvio Fortuna, Maria Grazia Frattaruolo, Girolamo Galluccio,<br />

Carmine Goderecci, Am<strong>il</strong>care Lauria, Nicola Lucci,<br />

Beb<strong>è</strong> Martorelli, Luigi Pardo, Francesco Pellecchia,<br />

Leonardo Persia, Mimmo Polovineo, Sergio Scacchia,<br />

Yury Tomassini, Zapoj Tovaris, Gino Trabucco.<br />

Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione<br />

<strong>di</strong> chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione<br />

né l’E<strong>di</strong>tore. Non <strong>è</strong> consentita la riproduzione, anche solo<br />

parziale, sia degli articoli che delle foto.<br />

Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella<br />

Perio<strong>di</strong>co E<strong>di</strong>to da “<strong>Teramani</strong>”, <strong>di</strong> Marisa Di Marco<br />

Viale Crucioli n.9 - 64100 <strong>Teramo</strong><br />

Tel. 0861.243107 - Fax 0861.244126<br />

per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Organo Ufficiale <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmazione<br />

dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

viale Crucioli n.9 - <strong>Teramo</strong> - Tel. 0861.243107<br />

Registro stampa Tribunale <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> n. 1/04 del 8.1.2004<br />

Stampa Bieffe - Recanati<br />

Per la pubblicità: Tel. 0861 243107<br />

347.4338004 - 333.8298738 - 320.0455180<br />

Cari lettori...<br />

cara Team...<br />

<strong>di</strong> Maria Grazia<br />

Frattaruolo<br />

Cari lettori, eccoci <strong>di</strong> nuovo qui. Od<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nuovo veramente c’<strong>è</strong> ben poco. Se avete avuto<br />

modo <strong>di</strong> leggere i giornali nell’ultimo mese avrete certamente notato come “tutto tace”!<br />

Anche qualcun altro, come noi, ha avuto modo <strong>di</strong> imbattersi nella monnezza teramana (stavolta a<br />

Piazza Ver<strong>di</strong>) , e ha provato a farsi sentire dalle pagine del proprio quoti<strong>di</strong>ano, ma cre<strong>di</strong>amo che<br />

abbia ricevuto la nostra stessa risposta: NADA!<br />

Amico caro, non ci provare, da quell’orecchio non ci sentono.<br />

È chiaro, quin<strong>di</strong>, che sia inut<strong>il</strong>e da parte mia proporvi altre foto; la situazione, fidatevi, <strong>è</strong> la stessa<br />

riscontrata a <strong>di</strong>cembre e rivista a gennaio. Fare un giro per credere!<br />

Quello su cui, invece, mi preme porre l’accento <strong>è</strong> che spesso mi <strong>è</strong> capitato <strong>di</strong> leggere <strong>di</strong> interventi<br />

dell’opposizione in Comune per chiedere chiarimenti alla maggioranza in merito a varie questioni<br />

inerenti la Team, prima tra tutte l’acquisto della nuova sede, ma non altrettanto puntuali sono<br />

arrivate le risposte.<br />

Signori miei, o avete un ufficio stampa poco efficiente, o evidentemente non ci sono risposte<br />

adeguate alle tante domande che non solo mi pongo io (e non per partito preso), ma che si pone<br />

anche la minoranza (e non per semplice ostruzionismo), qualcuno della stessa maggioranza (che<br />

fine avrà fatto?) e la citta<strong>di</strong>nanza tutta.<br />

La questione <strong>è</strong> controversa e gli interessi in ballo altrettanto molteplici, perciò forse sarebbe <strong>il</strong> caso<br />

<strong>di</strong> parlarne approfon<strong>di</strong>tamente e a viso aperto. La Team fornisce, puntualmente, un servizio <strong>di</strong><br />

<strong>info</strong>rmazione sul proprio operato, lo faccia anche stavolta. Ut<strong>il</strong>izzi i propri redazionali, che in fondo<br />

son pagati pure da noi, per fornirci non un autoproclama, ma una relazione dettagliata della propria<br />

“strategia finanziaria” corredata <strong>di</strong> altrettante dettagliate motivazioni che hanno portato a tali scelte.<br />

Allora, solo allora, quando saranno state evase le domande dei più, noi potremmo <strong>di</strong>re <strong>di</strong> aver svolto<br />

<strong>il</strong> nostro dovere <strong>di</strong> organo <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmazione e <strong>di</strong> portatore delle richieste <strong>di</strong> chi, comune citta<strong>di</strong>no,<br />

non ha modo <strong>di</strong> farsi sentire.<br />

In attesa <strong>di</strong> eventuali risposte, io vi rimando al prossimo numero <strong>di</strong> <strong>Teramani</strong>, garantendovi,<br />

comunque, che nel frattempo un paio <strong>di</strong> risposte me le sto cercando da sola, ma dovete darmi<br />

tempo… Scavare porta tempo e come <strong>di</strong>cevo, <strong>è</strong> una faccenda complicata… u<br />

pag<br />

03


pag<br />

04<br />

mo<strong>di</strong> & mode<br />

La stagione<br />

dell’Amore…<br />

Viene e và<br />

Wooow, sta ricominciando la stagione delle cerimonie, la<br />

mia preferita, perché posso esprimere <strong>di</strong> più la mia creatività<br />

e perché anche Voi siete <strong>di</strong>sposti e collaborativi…<br />

Sarà la primavera.<br />

Questi giorni <strong>di</strong> sole, regalato in anticipo, hanno migliorato un<br />

po’ l’umore <strong>di</strong> molti, come se all’improvviso una grand’ecatombe,<br />

avesse spazzato via tutti i personaggi vecchi e rinnovati dello<br />

scenario politico italiano. Un nuovo ottimismo sembra essere sceso<br />

dal cielo, tutti si preparano alla<br />

grande, bella stagione. Chi tinteggia<br />

<strong>il</strong> locale commerciale, chi si lancia in<br />

ar<strong>di</strong>te organizzazioni d’animazione in<br />

strada, in ogni modo e dovunque, un<br />

po’ tutti, finite le lacrime, fanno come<br />

sempre fanno gli italiani, che pedalano<br />

fino alla salita e poi si lasciano<br />

trasportare dalla <strong>di</strong>scesa, fino a che<br />

la bicicletta non si ferma, poi sbuffando<br />

e lamentandosi, si riarmano <strong>di</strong><br />

forze e ci ridanno dentro con grinta…<br />

Ecco noi siamo nel momento della<br />

ripresa, della volontà nuova <strong>di</strong> riappropriarsi<br />

la guida del nostro mezzo,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dalle cacchiate<br />

che tutti quelli che, per <strong>di</strong>sperazione<br />

e per mancanza <strong>di</strong> scelte, andremo<br />

ad eleggere, racconteranno.<br />

La verità <strong>è</strong> che pochi hanno davvero<br />

a cuore <strong>il</strong> Vostro benessere, nessuno riesce a<br />

rinunciare alla forsennata <strong>di</strong>pendenza del<br />

proprio sedere, <strong>di</strong> una poltrona dove<br />

fare finta <strong>di</strong> operare per <strong>il</strong> bene<br />

degli altri, mentre si dà da fare<br />

per <strong>il</strong> bene proprio, ovviamente<br />

con le dovute eccezioni, come mi suggeriscono i<br />

miei legali per evitare rogne…<br />

Tornando all’argomento d’apertura, le cerimonie,<br />

<strong>è</strong> tutto un fervere <strong>di</strong> preparativi per le<br />

vostre gran<strong>di</strong> occasioni e questi riporteranno un<br />

po’ <strong>di</strong> vita alla nostra economia moribonda…<br />

La vera star della stagione, come da sempre <strong>è</strong> la<br />

sposa, che sceglie per <strong>il</strong> 2008 <strong>di</strong> parafrasare Oscar W<strong>il</strong>de,<br />

nel suo aforisma in cui pone, come punto d’arrivo, la semplicità.<br />

Chi desidera un abito importante, sceglierà senza timore <strong>di</strong> apparire<br />

tra<strong>di</strong>zionalista un abito impero, <strong>di</strong> st<strong>il</strong>e Napoleonico. Il classico<br />

bianco come colore d’elezione ha posto in seconda posizione l’avo-<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> F<strong>il</strong>ippo Flocco<br />

rio, seguito dai colori pastello tenui, come d<strong>il</strong>uiti, appena intuib<strong>il</strong>i.<br />

Davvero Cheap (or<strong>di</strong>narie) tutte le spose vestite <strong>di</strong> rosso con tulle<br />

e bustini esplo<strong>di</strong>-tette, che già un decennio fa ci avevano fatto<br />

sorridere indossati da Jessica, la protagonista coatta <strong>di</strong> ”Viaggi<br />

<strong>di</strong> nozze”, un popolare f<strong>il</strong>m <strong>di</strong> Carlo Verdone. Le future spose che<br />

non rinunciano al sex appeal, da valutare con <strong>di</strong>screzione ed ironia,<br />

possono orientarsi su sinuosi abiti a sirena, che accarezzano la<br />

figura e si aprono verso <strong>il</strong> fondo in ampie code o strascichi sensuali.<br />

Linee consigliate a chi non ha eccedenze <strong>di</strong> peso evidenti, a meno <strong>di</strong><br />

preferire per una soluzione su misura, dove, saranno rispettate le<br />

proporzioni e compensati i punti poco simmetrici… Lo strascico <strong>di</strong><br />

lei, porta imme<strong>di</strong>atamente alla regola dello sposo in tight, come <strong>il</strong><br />

galateo impone. In questo caso, <strong>è</strong> da valutare <strong>il</strong> tipo <strong>di</strong> cerimonia e<br />

l’ambiente in cui <strong>il</strong> tutto s’inserisce… Lungo solo qualche decina <strong>di</strong><br />

metri, con tessuto identico all’abito, a volant<br />

o con doppiatura <strong>di</strong> pizzo. Solo quello a ”cattedrale”,<br />

lunghissimo, impone l’aiuto delle<br />

damigelle che lo sosterranno. Bene ricordare<br />

che per tutta la durata della cerimonia, l’abito<br />

sarà ammirato <strong>di</strong> spalle, non <strong>di</strong>menticare,<br />

quin<strong>di</strong> raffinati dettagli sulla scollatura e<br />

sull’acconciatura…<br />

Fiori e trucco in assoluta sincronia, saranno<br />

realizzati su in<strong>di</strong>cazione del Vostro st<strong>il</strong>ista al<br />

flower-designer, che terrà conto <strong>di</strong> comunicare<br />

anche al truccatore l’immagine che <strong>il</strong><br />

Vostro viso dovrà avere… Un<br />

matrimonio coor<strong>di</strong>nato <strong>è</strong> un<br />

matrimonio in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e,<br />

credo che molti <strong>di</strong> Voi se lo<br />

meriterebbero.<br />

Adesso vi devo lasciare, in<br />

questo periodo, ogni ritaglio<br />

<strong>di</strong> tempo tolto al lavoro, mi<br />

rende pieno <strong>di</strong> rimorsi.<br />

Riesco a lasciare solo<br />

qualche ora per passeggiare<br />

lungo fiume con mon Beb<strong>è</strong>,<br />

i cani e qualche amica, per<br />

riempirci gli occhi dei fiorellini, che spuntano a mazzi, dai cumuli<br />

<strong>di</strong> ferraglia, spazzatura e dagli ubertosi prof<strong>il</strong>attici usati, lasciati in<br />

giro, a testimonianza orgogliosa<br />

delle virtù amatoriali della<br />

popolazione. Si fa attendere, <strong>il</strong><br />

ritorno del maniaco-esibizionista,<br />

che non <strong>è</strong> ancora uscito dal<br />

letargo, ma intanto attenzione<br />

a non pungervi con le siringhe,<br />

che hanno fioritura tutto l’anno,<br />

graziosamente sparse, sui prati<br />

e lungo i viottoli che potreste incontrare se vorrete con<strong>di</strong>videre<br />

questa mia scelta… Ciao ciao<br />

F.F. u<br />

www.f<strong>il</strong>ippofloccoatelier.it<br />

potete scrivere in Atelier in via N. Sauro, 39 - <strong>Teramo</strong><br />

atelier.flocco@libero.it


vivo <strong>è</strong> <strong>il</strong> <strong>ricordo</strong><br />

In genere, da che mondo e mondo,<br />

gli uomini adorano i conformisti vivi<br />

e ammirano i rompiscatole morti. In<br />

genere, ma non sempre.<br />

Sono trascorsi oltre sei mesi dalla<br />

scomparsa <strong>di</strong> Giammario e non <strong>è</strong> trascorso<br />

neanche un attimo se <strong>è</strong> vero che<br />

la gente a <strong>Teramo</strong> fa ancora memoria<br />

<strong>di</strong> lui come la quintessenza dell’educazione,<br />

della cultura, della sensib<strong>il</strong>ità<br />

poetica. In una parola, <strong>il</strong> contrario del<br />

rompiscatole.<br />

Sembra ancora <strong>di</strong> sentirla quella sua<br />

voce piena, <strong>di</strong> vedere <strong>il</strong> suo sorriso solare,<br />

gli occhi <strong>il</strong>luminati <strong>di</strong>etro le lenti.<br />

La cosa che mi colpiva <strong>di</strong> Giammario era<br />

che riusciva a<br />

vedere solo i lati<br />

belli della vita.<br />

Come se vivesse<br />

all’interno<br />

<strong>di</strong> una fiaba<br />

dove albergavano<br />

la poesia,<br />

l’arte, la<br />

natura e la sua<br />

amata famiglia,<br />

presente<br />

in quasi tutti i<br />

suoi <strong>di</strong>scorsi.<br />

Dimenticava<br />

volutamente<br />

che una vita de<strong>di</strong>cata alla cultura, alla<br />

passione per <strong>il</strong> territorio non gli avevano<br />

garantito somme tali da farlo vivere<br />

ricco e agiato.<br />

Era orgoglioso <strong>di</strong> tutte le sue innumerevoli<br />

amicizie da quelle importanti come<br />

Giuseppe Ungaretti, suo Presidente del<br />

sindacato nazionale degli scrittori, Dacia<br />

Maraini, Carino Gambacorta, fino alla<br />

gente comune come me.<br />

La sua figura meriterebbe l’intitolazione<br />

<strong>di</strong> una via citta<strong>di</strong>na, così come accaduto<br />

per gran<strong>di</strong> maestri quali Luigi Brigiotti e<br />

Guglielmo Cameli, perch<strong>è</strong> Giammario <strong>è</strong><br />

febbraio 2008<br />

Giammario<br />

“Non rattristiamoci per averlo perso,<br />

ringraziamo per averlo avuto”.<br />

stato, al <strong>di</strong> là della sua immensa cultura,<br />

uno <strong>di</strong> quei pochi in<strong>di</strong>vidui da cui tutti<br />

fanno nascere la propria identità.<br />

Incontrai per la prima volta <strong>il</strong> dottor<br />

Sgattoni (lui storceva <strong>il</strong> naso a sentirsi<br />

apostrofare così) nei locali dell’Ente<br />

Provinciale del Turismo dove ricopriva<br />

dal 1958 la carica <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>e<br />

dell’ufficio stampa e poi <strong>di</strong> vice Direttore.<br />

Mi vide riempire una borsa <strong>di</strong> tanti<br />

depliant e mi chiese cosa volessi farne.<br />

Gli <strong>di</strong>ssi che volevo stu<strong>di</strong>are la terra<br />

dove ero nato.<br />

Allora Giammario sorrise e mi <strong>di</strong>sse:<br />

“inizia col conoscere <strong>Teramo</strong>”.<br />

E per un ora mi raccontò <strong>di</strong> siti archeologici,<br />

<strong>di</strong> un mondo<br />

sotterraneo sul<br />

quale camminavo<br />

da anni<br />

senza saperlo.<br />

Ultimamente,<br />

quando la malattia<br />

lo stava<br />

ghermendo mi<br />

confidò, mentre<br />

in ufficio gli<br />

comp<strong>il</strong>avo <strong>il</strong> suo<br />

730:<br />

“caro Sergio, tu<br />

sei un funzionario<br />

tributario, ma sei soprattutto uno<br />

che scrive. Allora capirai che la mia<br />

paura <strong>è</strong> quella <strong>di</strong> non potere, un giorno,<br />

prendere più in mano una penna e<br />

raccontare i miei sentimenti…”<br />

Credo che la sua anima e <strong>il</strong> suo corpo<br />

erano, in quel preciso istante, un arco<br />

teso verso l’infinito che li avvolgeva con<br />

struggente tenerezza. E nell’infinito ero<br />

entrato anch’io grazie alla sua amicizia.<br />

Durante l’ultimo incontro nel quale<br />

parlavamo <strong>di</strong> alcuni articoli da preparare<br />

a quattro mani per l’amata rivista<br />

“<strong>Teramani</strong>”, <strong>il</strong> male dentro <strong>di</strong> lui non era<br />

<strong>di</strong> Sergio Scacchia<br />

www.pensieriteramani.splinder.com<br />

riuscito a minare la gestualità, la forte<br />

personalità, <strong>il</strong> forbito incedere delle sue<br />

parole, le cadenze voluttuose del suo<br />

<strong>di</strong>scorrere.<br />

Il testamento <strong>di</strong> Giammario Sgattoni<br />

ci viene dalla sua penna, da una certa<br />

visione bucolica del mondo.<br />

Le epigrafi dei cimiteri spesso sono poesie,<br />

sul bianco e scuro del marmo delle lapi<strong>di</strong><br />

scorre la storia delle persone.<br />

Sotto l’ovale con la foto <strong>di</strong> Giammario avrei<br />

scritto: “ non rattristiamoci per averlo<br />

perso, ma ringraziamo per averlo avuto”.<br />

C’<strong>è</strong> una consolazione per tutti noi.<br />

Giammario, dall’alto, ora che può vederci<br />

ad uno ad uno, sa quanto lo abbiamo<br />

amato. u<br />

Le Muse d’Interamnia ieri sera<br />

calcando meste i vicoli e le strade,<br />

parlavano <strong>di</strong> te cantando lo<strong>di</strong>,<br />

come dei gran<strong>di</strong> eroi vegliando l’armi<br />

e le spoglie, si usava in altri tempi.<br />

Ma già all’occaso, nella prima sera,<br />

sulla via del ritorno, sul sentiero<br />

che riporta alla Luce, quale nube d’oro<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> te fedeli e care amiche,<br />

si libravano m<strong>il</strong>le e più scint<strong>il</strong>le,<br />

pagliuzze luccicanti : eran parole,<br />

le tue, tutte le cose che ci hai detto<br />

sull’arte, sull’amore, la poesia,<br />

necropoli aprutine, antichi affreschi,<br />

cantando versi tuoi e d’altri ancora,<br />

d’ogni cosa che <strong>il</strong> bello ci ravvisa,<br />

e fa parte del mondo a noi d’intorno.<br />

Sempre con gesto misurato e voce<br />

suadente e calda, amica, coinvolgente,<br />

le braccia <strong>di</strong>segnavano nell’aria<br />

ogni parola, ogni cosa, ogni pensiero<br />

come solevi tu…semplicemente.<br />

Non ti sia grave <strong>il</strong> sonno, ma sia foglia<br />

che in autunno si lascia dalla madre<br />

e lieve scende volteggiando a sera,<br />

posandosi sul solco appena arato,<br />

e <strong>il</strong> sole arrossa in fondo l’orizzonte.<br />

pag<br />

05<br />

In morte <strong>di</strong> un amico<br />

(a G.M. Sgattoni)<br />

<strong>di</strong> Girolamo Galluccio


pag<br />

06<br />

8 marzo 2008<br />

Cento<br />

anni <strong>di</strong><br />

mimose<br />

L<br />

e origini della festa dell’8 Marzo risalgono al 1908,<br />

quando le operaie dell’industria tess<strong>il</strong>e Cotton <strong>di</strong> New<br />

York, scioperarono per protestare contro le terrib<strong>il</strong>i<br />

con<strong>di</strong>zioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si<br />

protrasse per alcuni giorni, ma l’8 marzo<br />

<strong>il</strong> proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le<br />

porte della fabbrica per impe<strong>di</strong>re alle operaie<br />

<strong>di</strong> uscire. Scoppiò un incen<strong>di</strong>o e le 129 donne<br />

prigioniere all’interno morirono arse dalle<br />

fiamme. Tra loro vi erano molte immigrate, tra<br />

cui anche delle italiane, donne che cercavano<br />

<strong>di</strong> affrancarsi dalla miseria con <strong>il</strong> lavoro.<br />

In <strong>ricordo</strong> <strong>di</strong> questa trage<strong>di</strong>a, Rosa Luxemburg<br />

propose questa data come una giornata <strong>di</strong><br />

lotta internazionale, a favore delle donne, un<br />

giorno <strong>di</strong> celebrazione per le conquiste sociali,<br />

politiche ed economiche delle donne. Non<br />

una festa, dunque, ma un giorno per riflettere<br />

sulla con<strong>di</strong>zione femmin<strong>il</strong>e e per organizzare<br />

lotte per migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita della<br />

donna: in questo modo la data dell’8 marzo ha<br />

assunto col tempo un’importanza mon<strong>di</strong>ale,<br />

<strong>di</strong>ventando <strong>il</strong> simbolo delle vessazioni che la<br />

donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e <strong>il</strong><br />

punto <strong>di</strong> partenza per <strong>il</strong> proprio riscatto.<br />

Ma cento anni dopo la trage<strong>di</strong>a della Cotton,<br />

l’8 marzo <strong>è</strong> ancora un giorno <strong>di</strong> riflessione?<br />

È argomento degli ultimi giorni la Legge 194, per intenderci<br />

quella che si occupa della tutela sociale della maternità e<br />

dell’interruzione volontaria della gravidanza.<br />

A trent’anni esatti dall’approvazione <strong>di</strong> tale legge, molte donne,<br />

come allora, si sono ritrovate a Roma per manifestare contro<br />

chi ne vorrebbe l’abrogazione. Ora, premesso che non voglio<br />

esprimere alcuna opinione in merito all’argomento perché non<br />

ho alcun titolo per farlo e comunque ritengo che sia una scelta<br />

<strong>di</strong> coscienza estremamente personale, quello che invece mi<br />

preme far notare <strong>è</strong> la scarsa se non totale assenza in piazza <strong>di</strong><br />

donne giovani.<br />

A manifestare a Roma si sono viste tante reduci del movimento<br />

femminista degli anni settanta che parliamoci chiaro, ormai<br />

saranno in menopausa o comunque vicine, ragion per cui<br />

sicuramente non erano lì per se stesse ma per <strong>di</strong>fendere un<br />

principio (giusto o sbagliato che sia).<br />

Ma se <strong>è</strong> vero che in Italia l’aborto <strong>è</strong> ancora praticato allora<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Maria Grazia Frattaruolo<br />

dov’erano le donne che lo hanno fatto? E dov’erano tutte le<br />

altre che pur non essendosi mai sottoposte ad un aborto sono<br />

comunque favorevoli alla 194? Il punto <strong>è</strong> che ultimamente c’<strong>è</strong><br />

una totale assenza <strong>di</strong> interesse nei confronti delle tematiche<br />

femmin<strong>il</strong>i a partire dalle stesse donne. Stiamo ferme a guardare<br />

mentre la tv <strong>è</strong> tornata a fare della donna un mero strumento<br />

<strong>di</strong> piacere, privo <strong>di</strong> contenuti; un’oca giuliva che per vincere<br />

la sua partita professionale <strong>è</strong> costretta a giocare i preliminari<br />

nello spogliatoio con l’allenatore, e magari con la mamma che<br />

l’aspetta fuori.<br />

La nostra <strong>è</strong> una finta emancipazione. Divi<strong>di</strong>amo <strong>il</strong> conto al<br />

ristorante perché c’<strong>è</strong> la parità dei sessi ma poi tocca sempre<br />

a noi lavare <strong>il</strong> “cesso”! Ci can<strong>di</strong>dano in politica, ma per cosa?<br />

Un Ministero alla Salute o magari alla Famiglia? Quante donne<br />

avete visto al Ministero degli Esteri o a quello<br />

dell’Interno? E ancora <strong>di</strong>temi quante <strong>di</strong> voi<br />

non possono “permettersi” <strong>di</strong> avere un figlio<br />

perché col contratto che hanno (se lo hanno)<br />

finirebbero su una strada? E <strong>di</strong>temi ancora<br />

quante <strong>di</strong> voi hanno almeno un’amica vittima<br />

delle angherie del proprio compagno?<br />

Come vedete, la questione della con<strong>di</strong>zione<br />

delle donne <strong>è</strong> ben lungi dall’essere risolta,<br />

eppure sono poche quelle che si danno da fare<br />

per cercare <strong>di</strong> cambiare lo stato delle cose.<br />

Pensate <strong>di</strong> essere libere perché i vostri mariti<br />

vi “concedono” <strong>di</strong> uscire con le amiche la sera<br />

dell’8 marzo? Pensate <strong>di</strong> essere emancipate<br />

perché potete inf<strong>il</strong>are qualche banconota negli<br />

slip <strong>di</strong> uno streep man?<br />

Credo che sia necessario riappropriarsi<br />

<strong>di</strong> questa giornata, <strong>di</strong> farla ri<strong>di</strong>ventare un<br />

momento <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> confronto e non<br />

semplicemente una giornata buona per<br />

regalar mimose o per far bisbocce. Donne,<br />

incontriamoci, parliamo. Siete favorevoli alla<br />

194? Ditelo! Siete contrarie? Ditelo! Fatevi sentire, tornate ad<br />

interessarvi<br />

a voi stesse,<br />

a tutto ciò<br />

che vi riguardasenza<br />

lasciare<br />

che altri lo<br />

facciano per<br />

voi, perché<br />

credetemi<br />

nessuno<br />

può <strong>di</strong>re<br />

cosa <strong>è</strong><br />

meglio per<br />

una donna<br />

se non una<br />

donna. u


ellezze ritoccate<br />

La più bella<br />

del reame<br />

Eh sì…. ebbene sì anche nell’anno che ci ha appena lasciato se<br />

ne <strong>è</strong> parlato, alcune voci mi sono arrivate, una pseudo graduatoria<br />

<strong>è</strong> stata st<strong>il</strong>ata con vincitrici e non, bellezze naturali o<br />

ritoccate, “pregi e virtù”, misure e roton<strong>di</strong>tà al punto giusto e le più<br />

belle della città hanno avuto la loro collocazione. E da qui una mia<br />

riflessione su quanto la bellezza, nel corso dei m<strong>il</strong>lenni<br />

sia <strong>di</strong>ventata così importante, un culto dal quale quasi<br />

non possiamo esimerci.<br />

Sappiamo che fin dall’antichità le donne ut<strong>il</strong>izzano<br />

belletti e altri unguenti per mostrarsi al meglio e nascondere<br />

qualche loro <strong>di</strong>fetto. Ma per alcuni m<strong>il</strong>lenni, le<br />

cure cosmetiche sono rimaste appannaggio <strong>di</strong> un’élite.<br />

Bisogna aspettare <strong>il</strong> XX secolo perché i prodotti e le<br />

pratiche <strong>di</strong> bellezza cessino <strong>di</strong> essere un priv<strong>il</strong>egio <strong>di</strong><br />

classe.<br />

La stampa femmin<strong>il</strong>e, la pubblicità, <strong>il</strong> cinema, i servizi <strong>di</strong><br />

moda hanno <strong>di</strong>vulgato per la prima volta su vasta scala<br />

le norme e le immagini del femmin<strong>il</strong>e. Con le star, le<br />

top model e le pin up, i modelli superlativi della femmin<strong>il</strong>ità<br />

escono dal regno dell’eccezione e invadono la vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Le pratiche della bellezza vengono legittimate sempre più precocemente<br />

e per un tempo sempre più prolungato. Con chirurgia<br />

estetica e i cosmetici antietà si trionfa sulle <strong>di</strong>savventure fisiche e<br />

le ingiurie del tempo. La preoccupazione <strong>è</strong> quella <strong>di</strong> continuare a<br />

sembrare giovani e non solo sul volto, oggi sono anche <strong>il</strong> corpo e<br />

<strong>il</strong> suo mantenimento a catalizzare le passioni e l’energia estetica<br />

Pubblicita’<br />

Elettorale<br />

Modalità dell’offerta e tariffe per l’accesso<br />

agli spazi destinati ai Messaggi per le Elezioni<br />

Politiche fissate per <strong>il</strong> 13 e 14 Apr<strong>il</strong>e 2008.<br />

Con<strong>di</strong>zioni Generali<br />

Ai sensi della legislazione vigente ed in attuazione<br />

alle Disposizioni dell’Autorità per le Garanzie<br />

nelle Comunicazioni, si stab<strong>il</strong>isce che:<br />

a) I messaggi politici elettorali saranno pubblicati<br />

sul numero <strong>di</strong> Marzo <strong>di</strong> “<strong>Teramani</strong>” in<br />

<strong>di</strong>stribuzione dal 29 marzo.<br />

b) In caso <strong>di</strong> massimo affollamento delle<br />

richieste, entro comunque i limiti massimi<br />

consentiti dalla legge, l’E<strong>di</strong>tore si riserva <strong>di</strong><br />

proporre ad ogni interessato la riduzione<br />

dello spazio proporzionalmente tra i soggetti,<br />

con facoltà per ciascuno <strong>di</strong> accettare tale<br />

febbraio 2008<br />

riduzione. La parità nell’offerta <strong>di</strong> spazi<br />

per messaggi politici <strong>è</strong> assicurata tra tutti i<br />

soggetti politici.<br />

c) L’eventuale selezione, in caso <strong>di</strong> richieste<br />

<strong>di</strong> spazi in numero più elevato <strong>di</strong> quello consentito<br />

da quanto sopra in<strong>di</strong>cato, provenienti<br />

da committenti <strong>di</strong>versi dello stesso schieramento,<br />

<strong>è</strong> operata secondo <strong>il</strong> criterio della<br />

priorità temporale della prenotazione.<br />

d) Limite ai messaggi politici elettorali.<br />

Fermo restando <strong>il</strong> generale <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> slogan<br />

denigratori, <strong>di</strong> prospettazioni <strong>info</strong>rmative false<br />

e <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> suggestione, <strong>il</strong> messaggio<br />

politico <strong>è</strong> ammesso nelle seguenti forme<br />

1) annunci <strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti, tavole rotonde, conferenze,<br />

<strong>di</strong>scorsi;<br />

2) pubblicazioni destinate alla presentazionedei<br />

programmi delle liste, dei gruppi <strong>di</strong><br />

can<strong>di</strong>dati, dei can<strong>di</strong>dati;<br />

3) pubblicazioni <strong>di</strong> confronto tra più can<strong>di</strong>dati.<br />

<strong>di</strong> Bruna Fagotti<br />

femmin<strong>il</strong>i. Nell’epoca dell’eterna giovinezza e della sempiterna<br />

magrezza, <strong>il</strong> centro <strong>di</strong> gravità si <strong>è</strong> spostato dalle tecniche <strong>di</strong> mascheramento<br />

alle tecniche <strong>di</strong> prevenzione. Ginnastiche dolci o tonificanti,<br />

jogging, esercizi per rassodare; la conquista della bellezza<br />

non viene concepita più senza ag<strong>il</strong>ità, senza restrizioni alimentari<br />

ed esercizi fisici. E anche la chirurgia estetica, che prima costituiva<br />

un tabù appare oggi una tecnica sempre più sdrammatizzata, uno<br />

strumento legittimo <strong>di</strong> ringiovanimento e <strong>di</strong> abbellimento. Come<br />

tutti i culti religiosi, la bellezza ha <strong>il</strong> suo sistema <strong>di</strong> indottrinamento,<br />

i suoi testi sacri, i suoi cicli <strong>di</strong> purificazione, i suoi guru, le sue<br />

credenze nella resurrezione (le creme rivitalizzanti), i suoi angeli<br />

(prodotti <strong>di</strong> bellezza) e i suoi salvatori (i chirurghi plastici).<br />

La donna ha capito come vuol apparire, che vuole i glutei scolpiti,<br />

essere perfettamente in forma, sa cosa deve mangiare<br />

per avere una bella pelle e un corpo senza buchi e<br />

dune, sa come si deve vestire e come si deve truccare.<br />

Ha visto come si deve essere nell’apparire. Flash….. ed<br />

ha una visione <strong>di</strong> come potrebbe <strong>di</strong>ventare: bellissima,<br />

sanissima, in formissima. E allora compra la crema<br />

miracolosa, prenota la vacanza in beauty farm, la data<br />

per l’intervento <strong>di</strong> liposuzione, quello che va fatto, va<br />

fatto e la donna consumatrice <strong>di</strong>venta donna consumata.<br />

Concedetemi però delle constatazioni: da un lato, <strong>il</strong><br />

corpo femmin<strong>il</strong>e si <strong>è</strong> largamente emancipato dalle sue<br />

antiche schiavitù, sessuali, riproduttive o <strong>di</strong> abbigliamento;<br />

dall’altro, eccolo, assoggettato a obblighi estetici<br />

più costanti, più imperativi, più ansiogeni <strong>di</strong> prima.<br />

Che senso ha questa tirannia della bellezza nel momento in cui le<br />

donne rifiutano in massa <strong>il</strong> ruolo <strong>di</strong> oggetto decorativo? Attenzione,<br />

gli imperativi riguardanti la bellezza costituirebbero l’ultimo<br />

strumento per ricomporre la gerarchia tra<strong>di</strong>zionale dei sessi, per<br />

“rimettere le donne al loro posto”, riattribuendo loro uno status <strong>di</strong><br />

esseri umani che esistono più per <strong>il</strong> loro apparire fisico che per <strong>il</strong><br />

loro fare sociale. u<br />

e) Ogni messaggio politico elettorale dovrà<br />

recare:<br />

1) l’in<strong>di</strong>cazione del soggetto politico committente;<br />

2) la <strong>di</strong>citura “messaggio elettorale”;<br />

f) Tariffe IVA esclusa:<br />

1/4 <strong>di</strong> pagina (cm. 9 x 12) Euro 180,00;<br />

1/2 pagina (cm. 18 x 12) Euro 300,00;<br />

pagina intera (cm.18 x 24) Euro 500,00;<br />

g) E’ previsto unicamente <strong>il</strong> pagamento<br />

anticipato per contanti, assegno bancario o<br />

circolare;<br />

h) Termine <strong>di</strong> prenotazione dello spazio<br />

pubblicitario e consegna del materiale:<br />

25 marzo 2008.<br />

Domic<strong>il</strong>io eletto per eventuali consultazioni<br />

del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Autoregolamentazione:<br />

“<strong>Teramani</strong>” <strong>di</strong> Marisa Di Marco,<br />

viale Crucioli, 9 - 64100 <strong>Teramo</strong><br />

Tel. 0861.243107.<br />

pag<br />

07


pag<br />

questione <strong>di</strong>… Cori<br />

08 febbraio 2008<br />

<strong>Teleponte</strong><br />

la tv che sarà<br />

(affari <strong>di</strong> Tv)<br />

Walter Cori <strong>di</strong>ce che <strong>Teleponte</strong> non <strong>è</strong> un granché come<br />

nome per una televisione. Non sono affatto d’accordo.<br />

V’immaginate un padre cui non piaccia <strong>il</strong> figlio solo<br />

perché si chiama ad esempio Casimiro (attendo lettere da tutti<br />

i Casimiri <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>). Oppure v’immaginate la vostra squadra<br />

del cuore che si chiami per esempio Ospedaletto (qui non temo<br />

lamentele). Il nome non fa <strong>il</strong> destino, alla faccia dei Greci, e poi<br />

in tutta sincerità <strong>Teleponte</strong> non <strong>è</strong> poi così male: sounds well,<br />

suona bene, c’<strong>è</strong> <strong>di</strong> peggio in giro, ve<strong>di</strong> Telecupole, Telera<strong>di</strong>o Buon<br />

Consiglio, Teletrullo, Più Blu, ecc. Per tagliare la testa al toro<br />

e per risparmiare le battute spazi inclusi, sapete che facciamo<br />

d’ora innanzi: la battezzeremo Tp. Ebbene Tp sta per cambiare<br />

proprietà, e dopo tanti anni <strong>di</strong> indefessa carriera e<br />

anni <strong>di</strong> nastri vhs…non cambierà nulla, né palinsesti<br />

né figure professionali e nemmeno programmi,<br />

almeno a sentire lui, Walter Cori, <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore che<br />

non ama fare <strong>il</strong> giornalista ma adora far quadrare<br />

i conti senza varcare quasi mai la soglia della redazione.<br />

Forse le mire espansionistiche della proprietà<br />

subentrante: ma <strong>è</strong> ancora tutto da vedere. Il<br />

gruppo <strong>di</strong> Tp, composto da 14 persone (7 <strong>di</strong>pendenti<br />

regolarmente assunti, 4 collaboratori esterni, più<br />

3 interpress), <strong>è</strong> a <strong>di</strong>r poco compatto. Cori <strong>di</strong>ce che<br />

litigano “ma <strong>è</strong> l’anticamera dell’amore” svicola.<br />

La televisione fu fondata e ideata nel 1980 da un<br />

tal Scarpelli, impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Val Vomano (da qui<br />

<strong>il</strong> nome) che – a quanto pare – iniziò per gioco. In<br />

breve tempo si accorse che le cose si fecero maledettamente<br />

serie: a quei tempi regnava molta improvvisazione,<br />

quin<strong>di</strong> “in seguito a qualche stupida vertenza – precisa Cori – do-<br />

vette affrontare <strong>di</strong>fficoltà che poi non superò. Da lì,<br />

nel ’97, la ven<strong>di</strong>ta alla famiglia Malavolta la cui quota<br />

<strong>è</strong> sud<strong>di</strong>visa tra Andrea che detiene la maggioranza<br />

con l’80% e Rommy con <strong>il</strong> 15%, più <strong>il</strong> 5% dell’attuale<br />

<strong>di</strong>rettore. Nel periodo dell’interregno, cio<strong>è</strong> tra l’era<br />

Scarpelli e l’era “Malavolta” ci furono pure due anni<br />

<strong>di</strong> autogestione in cui Cori e soci per non far morire<br />

d’ine<strong>di</strong>a la creatura strinsero i denti creando però<br />

i presupposti per la realtà o<strong>di</strong>erna. Ora siamo ad<br />

una svolta. L’immob<strong>il</strong>iarista Aldo Di Francesco si<br />

<strong>è</strong> presentato pochi giorni fa nello stab<strong>il</strong>e chiaro a<br />

due piani della Gammarana, purtroppo senza più<br />

› Il cane Pino<br />

dribblare Pino, la placida paffuttaglia <strong>di</strong> orecchie<br />

basse ed occhi umi<strong>di</strong>, che era <strong>di</strong>ventato <strong>il</strong> vero logo <strong>di</strong> Tp. Ha<br />

riba<strong>di</strong>to al <strong>di</strong>rettore la sua offerta fatta già ai Malavolta. Cori avrà<br />

<strong>di</strong> Maurizio Di Biagio<br />

controbattuto con un obbe<strong>di</strong>sco, malgrado poi riven<strong>di</strong>chi ampia<br />

libertà <strong>di</strong> manovra. Si sa, i proprietari cambiano ma l’idea <strong>di</strong><br />

una televisione fatta ancora con la passione e solo con questa<br />

ancora no. Checché se ne <strong>di</strong>ca.<br />

Iniziamo. Ancora m<strong>il</strong>anista nonostante lo stellone <strong>di</strong> Ibra?<br />

“Una fede, quasi come <strong>il</strong> <strong>Teramo</strong>… forse un po’ meno”.<br />

Quando hai saputo delle trattative per l’acquisizione <strong>di</strong> <strong>Teleponte</strong>?<br />

“Sono stato tra gli ultimi a <strong>Teramo</strong>. L’ho saputo da un amico”.<br />

Quando si <strong>di</strong>ce che i mariti sono sempre gli ultimi a saperlo!<br />

“Ripeto. Sono stato veramente uno degli ultimi”.<br />

Con Malavolta e<strong>di</strong>tore quin<strong>di</strong> si chiude un ciclo.<br />

“Io <strong>di</strong> Malavolta posso solo parlare bene, perché ci ha fatto<br />

lavorare nella totale ed assoluta autonomia. Paradossalmente<br />

ci ha lasciato troppa libertà, nessun e<strong>di</strong>tore avrebbe fatto quello<br />

che ha fatto lui”.<br />

Approfon<strong>di</strong>amo.<br />

“Dico…non <strong>è</strong> stato un gran<strong>di</strong>ssimo e<strong>di</strong>tore perché un e<strong>di</strong>tore<br />

investe sulla televisione, lui invece ha fatto altre cose nella vita:<br />

se si fosse dato <strong>di</strong> più alla tv, oggi forse avremmo avuto un’altra<br />

realtà…”<br />

Si <strong>di</strong>a un voto.<br />

“No. Però tante persone non mi danno un buon<br />

voto”.<br />

Un suo rimpianto.<br />

“Far crescere <strong>Teleponte</strong>. Abbiamo avuto questa<br />

possib<strong>il</strong>ità almeno in due occasioni storiche:<br />

dapprima con la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> acquisire Tv6 prima<br />

che lo facessero gli altri, poi con l’opportunità <strong>di</strong><br />

trattare l’allora aqu<strong>il</strong>ana Tele Abruzzo Regionale:<br />

l’e<strong>di</strong>tore in quel caso non ci credette, rientrava<br />

nel suo modo <strong>di</strong> fare”.<br />

Veniamo ad oggi e alla nuova proprietà. Chi <strong>è</strong>?<br />

“Aldo Di Francesco, che conosco relativamente<br />

poco; ci avrò parlato 3 o 4 volte in questi giorni.<br />

› Walter Cori Prima d’ora lo <strong>ricordo</strong> perché nel ’73 andava a<br />

scuola con mio fratello. Le nostre strade non si<br />

sono mai incrociate ma mi auguro che ci permetta <strong>di</strong> lavorare<br />

con quella assoluta autonomia che – ripeto – abbiamo avuto<br />

fino ad oggi. Per quello che sembrerebbe essere l’approccio,<br />

parrebbe <strong>di</strong> sì. In genere nel 99% dei casi, quando si cambia<br />

l’e<strong>di</strong>tore, salta <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore”.<br />

Beh, se Berlusconi cedesse Rete4, <strong>è</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e che Fede rimanga<br />

<strong>di</strong>rettore. Ma in questo caso…<br />

“In questo caso mi <strong>di</strong>cono che non sarà così, rimarrei <strong>di</strong>cono…”<br />

Chi lo assicura?<br />

“La proprietà, Aldo Di Francesco”.<br />

O chi per lui…<br />

“No, no, Di Francesco. Ho parlato con lui e con nessun altro. Lui<br />

<strong>è</strong> <strong>il</strong> sottoscrittore del preliminare <strong>di</strong> cessione, perché va ricordato<br />

che c’<strong>è</strong> da fare <strong>il</strong> rogito; non <strong>è</strong> escluso che costituirà una<br />

società <strong>di</strong> capitale ad hoc r<strong>il</strong>evando le quote della televisione.<br />

Tecnicamente <strong>è</strong> un passaggio corretto, si fa così”.<br />

Le ha parlato del core business, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> tv?


“Sicuramente ha da imparare molto<br />

dalla televisione. Le sue belle intenzioni<br />

<strong>di</strong>chiarate anche sui giornali a noi non<br />

fanno che piacere ma siamo i primi<br />

a renderci conto che una cosa <strong>è</strong> <strong>di</strong>re<br />

faremo una televisione regionale, altra<br />

cosa <strong>è</strong> farla”.<br />

Che televisione ha in mente Di Francesco?<br />

“Certo, se lui potesse, farebbe più grande<br />

la televisione, però si scontra contro<br />

una realtà che lo metterà presto con i<br />

pie<strong>di</strong> ben sal<strong>di</strong> per terra, perché non <strong>è</strong><br />

fac<strong>il</strong>e acquisire canali e far crescere una<br />

televisione, non <strong>è</strong> assolutamente fac<strong>il</strong>e”.<br />

Si <strong>è</strong> già espresso in merito ai palinsesti?<br />

“Se io continuerò a fare <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />

Tp – da come mi <strong>di</strong>ce – sul palinsesto<br />

nessuno metterà becco”.<br />

E’ così sicuro?<br />

“Per la verità no; io <strong>di</strong>co che nel 99%<br />

delle volte quando cambia la proprietà,<br />

cambia <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettore. Io però credo a Di<br />

Francesco”.<br />

Con la nuova proprietà immagino possiate<br />

permettervi molte più cose.<br />

“Beh, qualche f<strong>il</strong>m che non siano quelli<br />

<strong>di</strong> Totò del ’40”.<br />

E nemmeno Austria Imperialis o i<br />

palleggi <strong>di</strong> Pel<strong>è</strong> in maglia bianca alle<br />

due <strong>di</strong> notte.<br />

“Questo sì. Ma la forza <strong>di</strong> Tp non sono<br />

i f<strong>il</strong>m, se fossimo giu<strong>di</strong>cati per questi<br />

non saremmo la prima televisione che<br />

siamo sul territorio…e anche <strong>di</strong> gran<br />

lunga. Quando parlo <strong>di</strong> <strong>Teleponte</strong>, parlo<br />

delle nostre produzioni che sono tante,<br />

forse siamo la tv che produce <strong>di</strong> più in<br />

assoluto, siamo l’unica tv che da cinque<br />

anni va in <strong>di</strong>retta la mattina e non con<br />

una semplice rassegna stampa o con<br />

qualche telefonata ma con personaggi,<br />

ospiti e altro. Prima <strong>di</strong> Tutto <strong>è</strong> stato un<br />

gran successo, questa <strong>è</strong> la base, si può<br />

migliorare. Il personale rimane questo,<br />

dal primo all’ultimo. Non si tocca nessuno”.<br />

Altrimenti ci arrabbiamo.<br />

“Assolutamente sì, ma non succederà.<br />

Stiamo ragionando per assurdo. Anzi<br />

<strong>è</strong> arrivato <strong>il</strong> momento <strong>di</strong> riconoscere le<br />

professionalità delle persone che fino ad<br />

oggi si sono sacrificate non arricchendosi<br />

(e nessuno lo farà mai). Il primo<br />

passaggio che farò – e l’e<strong>di</strong>tore lo sa<br />

– <strong>è</strong> quello <strong>di</strong> rendere qualche merito al<br />

personale <strong>di</strong> Tp”.<br />

L’acquisto <strong>di</strong> Tp rientrerebbe in un<br />

affaire <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più vaste. Lei che<br />

ne sa?<br />

“So che Di Francesco sta trattando<br />

anche l’acquisto dell’immob<strong>il</strong>e e che<br />

l’operazione vedrebbe la tv e lo stab<strong>il</strong>e<br />

acquisiti da lui”.<br />

Cambierete sede?<br />

“Sì, già da tempo, in momenti non<br />

sospetti, avevo in<strong>di</strong>viduato la nuova sede<br />

<strong>di</strong> Tp”.<br />

Centro o periferia? In prossimità della<br />

Team o <strong>di</strong> Confindustria?<br />

“Periferia e basta”.<br />

In questi mesi <strong>di</strong> trattative la pressione<br />

del sangue <strong>è</strong> aumentata?<br />

“In questi due mesi e mezzo non ho<br />

ricevuto una sola telefonata, anzi sì, dal<br />

collega Venturoni. Una telefonata con<br />

cui chiedere delucidazioni in merito alle<br />

trattative e non c’<strong>è</strong> stato un solo collega<br />

che si sia sentito in dovere <strong>di</strong> <strong>di</strong>re:<br />

sentiamo quel coglione cos’ha da <strong>di</strong>rci.<br />

Tutti si sono preoccupati <strong>di</strong> chiedere alla<br />

nuova proprietà se Walter Cori veniva<br />

fatto fuori o meno, in maniera molto<br />

scorretta, altri molto meno professionalmente<br />

sono andati anche oltre parlando<br />

con alcune persone…<br />

C’<strong>è</strong> stato un momento in cui la trattativa<br />

stava per saltare?<br />

“No. C’<strong>è</strong> stato Rommy Malavolta che ha<br />

pensato <strong>di</strong> esercitare <strong>il</strong> proprio <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

prelazione rallentandola. Magari voleva<br />

prenderla lui la tv”.<br />

A proposito, in che occasione ha sentito<br />

vicino la vecchia proprietà?<br />

“Solo e soltanto per <strong>il</strong> calcio. Mai per altri<br />

motivi però – ripeto – non ci ha creato<br />

problemi <strong>di</strong> lavoro”.<br />

Una televisione in supporto alla squadra<br />

<strong>di</strong> calcio della famiglia o cosa?<br />

“No, per la verità nel ‘97 lui prima acquisì<br />

<strong>Teleponte</strong> poi <strong>il</strong> <strong>Teramo</strong> calcio; pensò<br />

pure che una televisione vicina al calcio<br />

magari poteva essere ut<strong>il</strong>e”.<br />

Quanto <strong>è</strong> stata valutata Tp?<br />

“Un m<strong>il</strong>ione <strong>di</strong><br />

euro”.<br />

Sono pigro a far<br />

calcoli. Vendendo<br />

la sua quota del<br />

5%, quando ha<br />

realizzato?<br />

“50 m<strong>il</strong>a euro”.<br />

Un po’ poco per la<br />

verità, nemmeno<br />

un Suv, soprattutto<br />

dopo tutti<br />

questi anni <strong>di</strong> duro<br />

lavoro.<br />

“Non <strong>è</strong> nemmeno la cosiddetta buonuscita,<br />

anche perché non sono mai stato<br />

<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> Tp, e questo che sia chiaro.<br />

Forse con la nuova proprietà lo sarò.<br />

Non lo sono stato perché avrei creato un<br />

<strong>di</strong>slivello nel b<strong>il</strong>ancio; non avendo avuto<br />

un e<strong>di</strong>tore che ci finanziava ci siamo<br />

dovuti accontentare, io per primo. Non<br />

lavoro per sol<strong>di</strong>, <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni però<br />

me ne sono tolte tante”.<br />

Una per esempio?<br />

“Beh, <strong>Teleponte</strong> <strong>di</strong> oggi non <strong>è</strong> <strong>Teleponte</strong><br />

<strong>di</strong> 10 anni fa”<br />

Avete anche tanta gente che vi sostiene…<br />

“Io per la verità credo <strong>di</strong> aver molti<br />

nemici”.<br />

In primis?<br />

“...molti”.<br />

Molti nemici molto onore, mettiamola<br />

così e senza riferimenti storici.<br />

“Nella mia vita non ho mai sofferto <strong>di</strong><br />

invi<strong>di</strong>a, credo che invece molti ne soffrano.<br />

Ho dato più <strong>di</strong> quanto ho ricevuto e<br />

non ho sol<strong>di</strong> in banca. Solo sod<strong>di</strong>sfazioni<br />

morali”.<br />

Qual <strong>è</strong> stata la sod<strong>di</strong>sfazione più grande<br />

che si <strong>è</strong> tolto a Tp?<br />

“Qualche anno fa, quando eravamo<br />

dentro una graduatoria per l’accesso al<br />

finanziamento <strong>di</strong> 100 m<strong>il</strong>a euro: allora<br />

fummo la prima tv in Abruzzo fuori<br />

dai benefici <strong>di</strong> legge. Senza avvocato<br />

presentai ricorso da solo…e lo vinsi, da<br />

10 m<strong>il</strong>a ne beccai 100 m<strong>il</strong>a. La sod<strong>di</strong>sfazione<br />

più grande. Siamo cresciuti<br />

attraverso questi sol<strong>di</strong>, altrimenti non ce<br />

l’avremmo fatta a migliorare <strong>il</strong> segnale”.<br />

Quando faremo cambiare quel taglio <strong>di</strong><br />

capelli a Visentin?<br />

“Non <strong>è</strong> <strong>il</strong> mio campo. C’<strong>è</strong> da <strong>di</strong>re che<br />

una volta Mentana fece licenziare una<br />

giornalista che portava i capelli rossi”.<br />

Allora <strong>è</strong> meglio avvertirlo! u<br />

pag<br />

09


pag<br />

10<br />

Garibal<strong>di</strong> fu ferito…<br />

Unbranded<br />

(Senza marchio)<br />

Le nuove generazioni tendono a trasfigurare<br />

la realtà tangib<strong>il</strong>e, in una specie<br />

<strong>di</strong> second life; uno straniamento<br />

che i giovani riescono fac<strong>il</strong>mente ad ottenere<br />

inabissandosi nella rete piuttosto che negli<br />

ut<strong>il</strong>izzi <strong>di</strong> una multime<strong>di</strong>alità sempre più<br />

iniziatica ed aggregante. Da iPod a mp3, dai<br />

più profon<strong>di</strong> videopensieri adolescenziali<br />

sublimati al telefonino per YouTube al Photosharing<br />

<strong>di</strong> flickr.com, agli spiccioli sparsi <strong>di</strong><br />

trasfiguranti Avatar. E proprio<br />

in un’indagine fatta<br />

dall’Osservatorio sui Diritti<br />

dei Minori risulta che <strong>il</strong><br />

73% dei giovani trascorre<br />

in me<strong>di</strong>a tre ore al giorno<br />

nei Centri Commerciali e <strong>il</strong><br />

19%, ad<strong>di</strong>rittura, <strong>il</strong> doppio<br />

del tempo. Con piena<br />

coscienza dei genitori che,<br />

comunque, si sentirebbero<br />

assai più tranqu<strong>il</strong>li del<br />

fatto che i propri figli se ne stiano lì, <strong>di</strong> buona<br />

voglia, rintanati in quei luoghi ameni e sicuri,<br />

iper controllati, come appunto i MegaShopping,<br />

piuttosto che rimanere fuori da soli<br />

al freddo, in mezzo alla strada, a correre<br />

inut<strong>il</strong>i pericoli <strong>di</strong> una vita con la quale pure gli<br />

invincib<strong>il</strong>i, alla fine dei giochi, dovranno fare<br />

i conti.<br />

La Fratellanza Artigiana <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>, Società<br />

Operaia <strong>di</strong> Mutuo Soccorso, fondata <strong>il</strong> 24<br />

giugno del 1861, con la Presidenza Onoraria<br />

del generale, condottiero e patriota Giuseppe<br />

Garibal<strong>di</strong>, ha organizzato, per <strong>il</strong> Carnevale<br />

2008, assieme alle Amministrazioni Provin-<br />

<strong>di</strong> Mimmo Attanasii<br />

ciale & Comunale <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>, la tra<strong>di</strong>zionale<br />

festa in maschera dei bambini «41ª Mascherina<br />

d’oro», all’interno dei maestosi scenari<br />

allestiti dall’Olandese Volante per la “Gran<br />

sasso – Gran Shopping” <strong>di</strong> Piano d’Accio.<br />

Piccoli Consumatori Crescono… ed <strong>è</strong> in fretta<br />

che dovranno farlo. Tempo da perdere non<br />

ce n’<strong>è</strong> in giro. Gli investitori hanno investito e<br />

<strong>di</strong> scadenze da onorare ce ne sono così tante<br />

che <strong>di</strong> sonni inquieti <strong>è</strong> piena la notte.<br />

Quin<strong>di</strong>, per quest’anno, “…a Carnevale ogni<br />

scherzo vale” solo se la dolce mammina<br />

prende con sé <strong>il</strong> carrello della spesa e via<br />

andare, a testa alta con lo sguardo ad altezza<br />

<strong>di</strong> scaffale, su e giù per le graziosissime<br />

piazzette del Corno Grande e del Corno Piccolo<br />

a fare un salutare shopping rigenerante<br />

e, soprattutto, per imparare a <strong>di</strong>ventare<br />

sempre più consumatori, sempre meno<br />

citta<strong>di</strong>ni. L’etnologo e antropologo francese<br />

Marc Augé definisce <strong>il</strong> nonluogo dei centri<br />

commerciali altamente<br />

rappresentativo della<br />

nostra epoca.<br />

Una Belle Époque caratterizzata<br />

dalla precarietà<br />

assoluta, dalla provvisorietà,<br />

dal passaggio e da<br />

un in<strong>di</strong>vidualismo solitario:<br />

le persone transitano nei<br />

nonluoghi ma nessuno vi<br />

abita.<br />

«Tu fa’ la sf<strong>il</strong>ite che dapù te<br />

dà pure la coppe».<br />

« … che a lu riste, ce panze<br />

li cascire!».<br />

Ascoltate sottovoce, sottovoce… Rianimiamo<br />

nella nostra memoria <strong>il</strong> folklore genuino<br />

smarrito, affidandoci al genio comico <strong>di</strong><br />

quel che fu <strong>il</strong> Buster Keaton, l’Eduardo dei<br />

teramani; l’ideatore <strong>di</strong> sit-comics on the road<br />

<strong>di</strong> qualche decennio fa, l’in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e<br />

front man della Scuola degli Ignorantelli<br />

che, con la sua fanciullesca e malinconica<br />

spensieratezza, rimandava sempre ad una<br />

liberatoria risata, per seppellire tutto ciò<br />

che all’indomani, ma solo all’indomani delle<br />

Ceneri, avrebbe ineluttab<strong>il</strong>mente schiacciato<br />

<strong>di</strong> nuovo le tante frag<strong>il</strong>i esistenze.<br />

Guarda la macchia… Parapapacchia! u<br />

Numeri <strong>di</strong><br />

pubblica ut<strong>il</strong>ità<br />

<strong>di</strong> Luigi Pardo<br />

Se ve<strong>di</strong> un manigoldo<br />

che scippa una vecchietta,<br />

non ci pensi un secondo<br />

e pren<strong>di</strong> in tutta fretta<br />

<strong>il</strong> tuo telefonino<br />

per fare un numeretto<br />

e, da buon citta<strong>di</strong>no,<br />

vanifichi un misfatto.<br />

Quel numeretto, cre<strong>di</strong>ci,<br />

si chiama centotre<strong>di</strong>ci.<br />

Ti meriti <strong>il</strong> rispetto<br />

del prossimo d<strong>il</strong>etto.<br />

Se scorgi, in lontananza,<br />

del fumo con le fiamme,<br />

tu chiami un’ambulanza<br />

e salvi figli e mamme.<br />

Tutti ti applau<strong>di</strong>ranno<br />

e si ricorderanno<br />

Che col tuo <strong>di</strong>to in<strong>di</strong>ce<br />

hai fatto <strong>il</strong> centoquin<strong>di</strong>ci.<br />

Se poi nel tuo cammino,<br />

t’accorgi che un bambino<br />

giace in terra svenuto<br />

perché un autista bruto<br />

con l’auto l’ha investito<br />

e poi se l’<strong>è</strong> svignata,<br />

veloce qual leprotto,<br />

tu fai <strong>il</strong> cento<strong>di</strong>ciotto.<br />

Arrivano i soccorsi:<br />

si salva la creatura<br />

e in tutti i suoi <strong>di</strong>scorsi<br />

<strong>il</strong> popolo ti adula.<br />

Ma se, per caso, accerti<br />

che, da omertà coperti,<br />

evadono le tasse<br />

persone d’ogni classe:<br />

l’idraulico, <strong>il</strong> barbiere,<br />

<strong>il</strong> grande finanziere,<br />

<strong>il</strong> giovane industriale.<br />

talvolta l’ingegnere,<br />

<strong>il</strong> me<strong>di</strong>co valente,<br />

l’attore, <strong>il</strong> giocatore<br />

la <strong>di</strong>va seducente,<br />

<strong>il</strong> figlio del Ministro<br />

<strong>il</strong> gran ristoratore,<br />

l’oste e l’albergatore,<br />

non t’azzardare a prendere<br />

<strong>il</strong> tuo telefonino<br />

per denunziare <strong>il</strong> caso<br />

con ogni circostanza<br />

col cento<strong>di</strong>ciassette<br />

(la Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza).<br />

Perché tu non avrai<br />

nessuna ammirazione<br />

benché sia cosa giusta<br />

per la Costituzione.<br />

Non ti faranno applausi,<br />

né deferenti inchini.<br />

Ti guarderanno storto,<br />

come a un beccamorto.<br />

E <strong>di</strong>ranno <strong>di</strong> te:<br />

“Vedete quel signore?<br />

Attenti! È un delatore”.<br />

Direte: Come mai?”.<br />

Nessuno, ahimé, lo sa.<br />

Perché pure nei numeri<br />

c’<strong>è</strong> un vasto panorama:<br />

ci sono quelli buoni<br />

e chi ha una brutta fama!


pag<br />

Gal<strong>il</strong>eium<br />

12 febbraio 2008<br />

<strong>il</strong> Museo<br />

interattivo<br />

della Fisica e<br />

dell’Astrofisica<br />

…dove sarà vietato<br />

“non toccare!”<br />

Non <strong>è</strong> un monumento. E’ “Index”, la grande opera dell’artista<br />

spaziale Italo Rodomonti, teramano doc conosciuto<br />

in tutto <strong>il</strong> mondo per le sue creazioni universali (<strong>è</strong> sua<br />

la Porta Spaziale d’ingresso al centro). Troneggia al centro del<br />

“Gal<strong>il</strong>eium”, <strong>il</strong> grande Museo della Fisica e dell’Astrofisica, in via<br />

<strong>di</strong> allestimento nella Città della Scienza <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>. Una scultura<br />

sublime protesa verso <strong>il</strong> Cosmo, a significare l’anelito dell’Uomo<br />

verso lo Spazio, quasi a in<strong>di</strong>care ai giovani la via della conquista<br />

scientifica, tecnologica<br />

e dell’esplorazione <strong>di</strong> nuovi,<br />

“strani mon<strong>di</strong>, alla ricerca <strong>di</strong><br />

forme <strong>di</strong> vita e civ<strong>il</strong>tà, fino al<br />

arrivare là dove nessun uomo<br />

<strong>è</strong> mai giunto prima”. Altro che<br />

asettico “centro multime<strong>di</strong>ale”.<br />

Qui si giocherà una “partita”<br />

molto delicata tra scienziati,<br />

politici, amministratori, massme<strong>di</strong>a<br />

e istituzioni, sul fronte<br />

assai complesso e multiforme<br />

della <strong>di</strong>vulgazione scientifica<br />

e tecnologica ai citta<strong>di</strong>ni,<br />

alle imprese, sul territorio.<br />

Dopo l’inaugurazione, infatti,<br />

bisognerà farlo funzionare.<br />

Aspettate un attimo. E’ ancora tutto da fare ed inaugurare: la<br />

prossima primavera 2008, si spera. Ma ha tutte le premesse,<br />

grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>,<br />

dell’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Fisica Nucleare, dell’Istituto Nazionale<br />

<strong>di</strong> Astrofisica, dell’Università <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>, dell’Osservatorio<br />

Astronomico Inaf “Vincenzo Cerulli” <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> (Collurania), <strong>di</strong><br />

Paco Lanciano e Piero Angela, per <strong>di</strong>ventare uno dei luoghi più<br />

suggestivi del sistema museale abruzzese ed italiano. Stiamo<br />

parlando del Museo interattivo della Fisica e dell’Astrofisica in<br />

corso <strong>di</strong> allestimento a <strong>Teramo</strong>. Voluto dall’On. Antonio Tancre<strong>di</strong><br />

con una legge or<strong>di</strong>naria, attuale presidente della Banca <strong>di</strong><br />

<strong>Teramo</strong>, e dal fisico Antonino Zichichi, la Città della Scienza <strong>di</strong><br />

<strong>Teramo</strong> sta sorgendo nell’area <strong>di</strong> una fabbrica <strong>di</strong>smessa nel<br />

quartiere “Gammarana”. Qui <strong>il</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> ha recupera-<br />

<strong>di</strong> Nicola Facciolini<br />

to e riqualificato gli immob<strong>il</strong>i con un lavoro durato sette anni<br />

che ha permesso <strong>di</strong> restituire alla città una zona altrimenti<br />

abbandonata all’incuria, all’eternit e ai vandali. Sono stati<br />

realizzati tre blocchi, tre e<strong>di</strong>fici a <strong>di</strong>versa destinazione ma con<br />

un unico comune denominatore: fare vivere la cultura scientifica<br />

gal<strong>il</strong>eiana (inventata da Gal<strong>il</strong>eo Gal<strong>il</strong>ei) ai citta<strong>di</strong>ni dai 6 ai<br />

100 anni. In uno <strong>di</strong> questi e<strong>di</strong>fici sarà allestito nelle prossime<br />

settimane, a cura degli scienziati Infn del Laboratorio Nazionale<br />

del Gran Sasso, <strong>il</strong> Museo della Fisica e dell’Astrofisica, con<br />

apparecchiature e modelli altamente educativi. Sarà un luogo<br />

interattivo che avrà spazi espositivi, laboratori, esperimenti da<br />

vivere e capire in prima persona, ma anche momenti lu<strong>di</strong>ci e<br />

sociali <strong>di</strong> sperimentazione dei fenomeni naturali legati ai campi<br />

più variegati della fisica, della geofisica, dell’astronomia e dell’astrofisica.<br />

Il f<strong>il</strong>o rosso conduttore che guiderà i teramani e le<br />

centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> visitatori provenienti da tutto <strong>il</strong> mondo,<br />

sarà quello <strong>di</strong> trasmettere (arte assai <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e) ai giovani in<br />

particolare, l’amore per una materia, tanto affascinante quanto<br />

poco conosciuta:<br />

la sperimentazione<br />

gal<strong>il</strong>eiana alla<br />

scoperta delle<br />

leggi naturali<br />

che governano<br />

la vita e dell’esistenza<br />

stessa<br />

dell’Universo.<br />

Entreremo in<br />

una supernova,<br />

esplorando i<br />

gusci <strong>di</strong> gas<br />

interstellare in espansione,<br />

navigheremo all’interno <strong>di</strong> un<br />

Buco Nero, per ritrovarci alle<br />

porte <strong>di</strong> casa, sotto <strong>il</strong> melo<br />

<strong>di</strong> Newton, poco prima della<br />

scoperta della legge <strong>di</strong> gravitazione<br />

universale. Davanti al<br />

Museo <strong>è</strong> stata posizionata una<br />

scultura <strong>di</strong> Italo Rodomonti,<br />

noto al grande pubblico internazionale<br />

per <strong>il</strong> legame che ha<br />

saputo tessere tra la sua arte e<br />

la scienza. I lavori proseguono<br />

a ritmo spe<strong>di</strong>to: si avvicina la<br />

data dell’apertura ufficiale<br />

del Centro. Le maestranze hanno effettuato un ottimo lavoro,<br />

come testimoniano gli amministratori comunali <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> e i<br />

<strong>di</strong>vulgatori scientifici Piero Angela e Paco Lanciano. Le strutture<br />

interne del Gal<strong>il</strong>eium sono adeguate all’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> carattere<br />

scientifico del centro. I colori esterni del Museo, forse, lasciano<br />

un po’ a desiderare, appiattendo la vocazione universalistica<br />

dello scienziato alla ricerca della verità.<br />

Ma meglio <strong>di</strong> così. u


monumenti violentati<br />

I Tigli <strong>di</strong><br />

<strong>Teramo</strong> Est<br />

(Checkpoint Charlie)<br />

Se <strong>il</strong> buio <strong>è</strong> <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio della luce, quei nuovi lampioni<br />

anabbaglianti, che su ai tigli fanno tanto Autogr<strong>il</strong>l, sono <strong>il</strong><br />

lamento della penombra. Un chiaroscuro ammantato <strong>di</strong><br />

speranze per chi in passato si <strong>è</strong> sempre perso fra le nuvole, <strong>di</strong>etro<br />

una panchina scalcinata, a con<strong>di</strong>videre gioie e dolori <strong>di</strong> un amore<br />

indeciso o a scontare miserie per una rata della macchina, ancora<br />

tutta da pagare. Un’ombra per coprire<br />

spacconate che solamente chi <strong>è</strong> stato<br />

giovane a <strong>Teramo</strong>, o ha fatto <strong>il</strong> soldato<br />

da queste parti, ha potuto sperimentare<br />

risalendo <strong>il</strong> viale.<br />

Non <strong>è</strong> <strong>il</strong> Santo Graal, ma una pietra<br />

mancante, quella che ho riposto nel<br />

calice. La pietra che da bambino ho<br />

sottratto, sotto gli occhi <strong>di</strong> mio padre,<br />

durante gli scavi per l’allestimento delle<br />

opere scultoree commemorative dei Caduti <strong>di</strong> tutte le guerre.<br />

Sarà per questo, per evitare appunto altri scippi d’acciottolati indebiti,<br />

che qualcuno ha trafugato, nottetempo, quattro fanali gialli<br />

dalle nebbie <strong>di</strong> Checkpoint Charlie a Berlino Est, per sistemarli,<br />

all’insaputa <strong>di</strong> tutti, proprio sopra <strong>il</strong> monumento, attorno ai bronzi<br />

appesi al cielo, <strong>di</strong> Venanzo Crocetti.<br />

Dopo l’attuazione del progetto grafico e i conseguenti stu<strong>di</strong> estetici<br />

per <strong>il</strong> restyling ambientale <strong>di</strong> Viale Mazzini, le lampade fluorescenti<br />

dei giar<strong>di</strong>ni pubblici hanno imme<strong>di</strong>atamente risvegliato la fervida<br />

curiosità <strong>di</strong> voyeur assopiti, ma subito spento le fantasticherie<br />

legate a quei riti puberali che la vita ti promette appena esci dall’infanzia:<br />

“(...) purténnese pe simbre, chi sa quande lundane, na<br />

note linguistiche<br />

I Verbi<br />

“sovrabbondanti”<br />

<strong>di</strong> Maria Gabriella<br />

Di Flaviano<br />

La denominazione <strong>di</strong> “sovrabbondanti” <strong>è</strong> stata data ad<br />

alcuni verbi (così come <strong>è</strong> stata attribuita ad un gruppo <strong>di</strong><br />

nomi dal doppio plurale), per segnalare <strong>il</strong> fatto che, pur avendo<br />

la stessa ra<strong>di</strong>ce, presentano due <strong>di</strong>stinte desinenze dell’infinito,<br />

mostrando così <strong>di</strong> appartenere a due coniugazioni <strong>di</strong>verse:<br />

• colorare - colorire<br />

• compiere - compire<br />

• intorbidare - intorbi<strong>di</strong>re, eccetera<br />

Per alcuni <strong>di</strong> tali verbi non si tratta solo <strong>di</strong> un dato formale, cio<strong>è</strong><br />

della semplice appartenenza a due coniugazioni. In più casi<br />

la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> coniugazione corrisponde ad un variazione <strong>di</strong><br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Mimmo Attanasii<br />

cì de vita nostre... e noje nnu sapahàme!” (Alfonso Sardella - L’uddeme<br />

landò, 1978).<br />

In nome <strong>di</strong> un’irraggiungib<strong>il</strong>e sicurezza, abbiamo riempito i<br />

luoghi della nostra vita <strong>di</strong> tanta tecnologia ipocrita. Siamo spiati<br />

da innumerevoli videocamere strategicamente ubique che però,<br />

ci rassicurano i censori, nonostante i reiterati piani sequenza<br />

hollywoo<strong>di</strong>ani, non ripigliano quasi mai le persone in faccia. Forse,<br />

le pigliano quasi sempre per <strong>il</strong> …<br />

Di fronte allo sfav<strong>il</strong>lio degli addobbi dei negozi, <strong>di</strong> nuove insegne, i<br />

pa<strong>di</strong>glioni strab<strong>il</strong>ianti <strong>di</strong> raffinate gioiellerie, le scritte pubblicitarie<br />

inneggianti alle novità in perpetuo, non sarà più possib<strong>il</strong>e, svoltato<br />

l’angolo <strong>di</strong> Via Rozzi, <strong>di</strong>etro <strong>il</strong> Teatro Comunale, immergersi nella<br />

solitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> un mondo in bianco e nero, che soltanto qualche anno<br />

fa ci sottraeva alle frenesie dell’ultima salita,<br />

prima <strong>di</strong> veder scendere giù l’instancab<strong>il</strong>e Ciamende,<br />

con <strong>il</strong> suo traballante ape car, a caricarsi<br />

appresso i cartelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto e riaprire <strong>il</strong> Corso al<br />

traffico, senza tralasciare <strong>di</strong> chiosare amab<strong>il</strong>mente<br />

sui resti degli ultimi sfiniti passeggiatori serali,<br />

rimasti appoggiati ai bor<strong>di</strong> dei segnali<br />

stradali impedendone la rimozione.<br />

Fatta luce sugli amori, atten<strong>di</strong>amo<br />

con ansia l’obbligo all’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi<br />

<strong>di</strong> sicurezza, come gli abiti chiari<br />

da indossare all’imbrunire o <strong>di</strong> catarifrangenti<br />

intelligenti da applicare ben<br />

visib<strong>il</strong>i sulla fronte, per l’altrui incolumità,<br />

affinché tutti i pedoni possano<br />

liberamente transitare per le vie <strong>di</strong> sera e attraversare prudentemente<br />

anche le strade <strong>di</strong> periferia, assai meno blasonate <strong>di</strong> quelle<br />

intitolate a Santi, Poeti e Navigatori <strong>il</strong>lustri nel centro storico.<br />

Se l’allegoria (o sinestesia, per i puristi) sul s<strong>il</strong>enzio della luce per<br />

un po’ vi ha emozionato, tirate su un sospiro e in un soffio rendete<br />

grazie a Dante Alighieri (Inferno I, 60 …là dove ‘l sol tace), perché mi sa<br />

tanto che i nostri amministratori s’intendono solo <strong>di</strong> Nostradamus.<br />

…e con tutto questo bagliore, riusciremo mai a riveder le stelle?<br />

Fiat lux u<br />

significato. Perciò <strong>è</strong> opportuno <strong>di</strong>stinguere due gruppi:<br />

a) Verbi <strong>il</strong> cui significato resta inalterato, tipo quelli nominati<br />

sopra, a cui si possono aggiungere:<br />

• annerare – annerire<br />

• imbrunare - imbrunire<br />

• starnutare - starnutire, eccetera<br />

b) Verbi che, variando <strong>di</strong> coniugazione, variano <strong>di</strong> significato.<br />

Sono da tenere presenti soprattutto:<br />

• arrossare (tingere <strong>di</strong> rosso) - arrossire (<strong>di</strong>ventare rosso)<br />

• assordare (provocare sor<strong>di</strong>tà) - assor<strong>di</strong>re (<strong>di</strong>ventare sordo)<br />

• imbiancare (rendere bianco)<br />

imbianchire (<strong>di</strong>ventare bianco)<br />

• impazzare (folleggiare) - impazzire (<strong>di</strong>ventare pazzo)<br />

• sfiorare (toccare appena) - sfiorire (appassire)<br />

• scolorare (far perdere colore)<br />

scolorire (sbiancare, <strong>di</strong>ventare pallido)<br />

pag<br />

13


pag<br />

14<br />

l’Italia nostra<br />

Vale rossi?<br />

S<br />

ulle splen<strong>di</strong>de colline maceratesi, teatro <strong>di</strong> parte della<br />

mia infanzia e delle delicatissime poesie leopar<strong>di</strong>ane,<br />

s’incontrano oggi giganteschi “v<strong>il</strong>loni”; in una <strong>di</strong> queste<br />

ho contato nell’or<strong>di</strong>ne: una Jaguar cabrio ultimo<br />

modello, una grossa suv Bmw e l’immancab<strong>il</strong>e<br />

prestigio della strada, una Ferrari mozzafiato<br />

(non <strong>è</strong> <strong>il</strong> nome del modello).<br />

Il padrone <strong>di</strong> casa <strong>è</strong> probab<strong>il</strong>mente parte <strong>di</strong><br />

quell’1% (sì, avete capito bene:u-n-o-p-e-r-c-en-t-o)<br />

<strong>di</strong> italiani che <strong>di</strong>chiarano più <strong>di</strong> 70.000 euro<br />

l’anno.<br />

Gran cosa la lotta all’evasione!<br />

E’ <strong>di</strong> qualche giorno fa la notizia che <strong>il</strong> noto motociclista<br />

Valentino Rossi ha siglato un accordo col<br />

fisco per 35 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> euro.<br />

Che giusta la lotta all’evasione!<br />

Tuttavia, senza essere economisti, qualcosa non torna.<br />

Premettendo che non bisogna farsi <strong>di</strong>stogliere dalle cifre mastodontiche,<br />

<strong>è</strong> da <strong>di</strong>re che Rossi doveva all’erario 112 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong><br />

euro; aderendo al concordato egli avrebbe dovuto sborsare tale<br />

somma più un quarto <strong>di</strong> sanzioni, cio<strong>è</strong> 140 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> euro.<br />

Se fosse capitato a me - non <strong>di</strong> certo per queste cifre - o a qua-<br />

Storie <strong>di</strong><br />

Pigotte<br />

<strong>di</strong> F<strong>il</strong>ippo Flocco<br />

Hey, volevo <strong>di</strong>rti grazie! Mi presento: mi chiamo Patrizia…<br />

Sono felice che tu mi abbia scelta… Mi <strong>ricordo</strong> che era<br />

una notte serena quando ho aperto<br />

gli occhi per la prima volta vedendo la<br />

grande Luna sorridere splendente. Ho<br />

alzato le manine e mi sono stiracchiata.<br />

Mi sembrava <strong>di</strong> essermi risvegliata<br />

dopo un lungo sogno in cui appartenevo<br />

ad un mondo <strong>di</strong> figure colorate. Poi mi<br />

sono girata e ho visto attorno a me migliaia<br />

<strong>di</strong> Pigotte… Appena nate, stavamo<br />

tutte aspettando <strong>di</strong> essere adottate!...”<br />

Questo <strong>è</strong> solo l’inizio <strong>di</strong> una storia scritta<br />

dal cantante Daniele Bossari e anche da tanti altri personaggi<br />

famosi, per le famose bambole Pigotte, dell’Unicef, quelle che<br />

hanno <strong>il</strong> potere magico <strong>di</strong> salvare una vita <strong>di</strong> un bambino meno<br />

fortunato, ma che per farlo devono essere animate dall’amore<br />

<strong>di</strong> un essere umano. In <strong>di</strong>aletto lombardo, erano le bambole <strong>di</strong><br />

pezza, comuni a tutte la culture del mondo, compagne <strong>di</strong> giochi<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Ivan Di Nino<br />

lunque persona che legge, o al mio vicino <strong>di</strong> casa, tanto doveva<br />

e tanto avrebbe dovuto sborsare per evitare d’incorrere in guai<br />

peggiori.<br />

Al <strong>di</strong>rettore dell’Agenzia delle entrate <strong>di</strong> Pesaro <strong>il</strong> quale ha<br />

affermato che vorrebbe che “fosse sempre così, questo <strong>è</strong> <strong>il</strong><br />

rapporto che auspico tra contribuente e fisco” io rispondo con<br />

un fortissimo: “Sì, obbe<strong>di</strong>sco!”. Anche a me piacerebbe dover<br />

pagare cento e poi, dopo un lunghissimo tira e<br />

molla che allunga i tempi, sborsare 30 sanzioni<br />

comprese.<br />

Valentino Rossi in un sol<strong>il</strong>oquio <strong>di</strong> un TG (!)<br />

ha gridato allo scandalo – “Mi hanno fatto<br />

sentire un ladro”- e medesima cosa fece in<br />

uno spot televisivo nei cal<strong>di</strong> giorni dell’anno<br />

scorso, affermando frasi tipo : “Eh, sì, per me<br />

quest’estate <strong>è</strong> stata <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e…mi hanno mandato<br />

all’inferno”, con una fraintesa comicità <strong>di</strong><br />

grana grossa.<br />

Oggi dovrebbe tornare in TV e scusarsi con<br />

gl’italiani.<br />

State pur certi che non lo farà.<br />

Allora vale Rossi? Accidenti, se vale! Rassegniamoci, siamo noi<br />

che non valiamo una…marmitta.<br />

“ se pensi che a nessuno importa se sei vivo, prova a non pagare<br />

la rata della macchina per due mesi” (John Belushi) u<br />

<strong>di</strong> molti, nel dopoguerra. Oggi rappresentano ogni bambino in<br />

attesa <strong>di</strong> aiuto e può salvargli la vita, perché con la sua adozione<br />

aiuta a raccogliere fon<strong>di</strong> a favore della<br />

campagna nazionale <strong>di</strong> vaccinazione.<br />

Ogni Pigotta scelta da Voi <strong>è</strong> un bimbo<br />

in più che ha la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> vivere e<br />

crescere sano. Quest’anno, anche noi<br />

in Atelier, abbiamo, con gioia, accolto<br />

l’incarico <strong>di</strong> crearne alcune. Le abbiamo<br />

fatte tutti assieme, io, i miei amici e<br />

la mie collaboratrici, ognuno mettendo<br />

tutte le proprie capacità ed idee per<br />

renderle eleganti, bellissime ed uniche… Adesso aspettano solo<br />

<strong>il</strong> vostro amore e la vostra <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità a dar loro una casa. La<br />

loro piccola carta <strong>di</strong> identità allegata, sarà riempita con i vostri<br />

dati identificativi e con <strong>il</strong> vostro nome. Con la carta <strong>di</strong> identità<br />

ci sarà anche una cartolina postale. Chi prenderà con sé una<br />

Pigotta la rispe<strong>di</strong>rà all’Unicef, che saprà dove la bambola ha<br />

trovato una famiglia.<br />

Accen<strong>di</strong> <strong>il</strong> tuo amore, saprai <strong>di</strong> aver<br />

acceso una speranza nel cuore <strong>di</strong> un<br />

altro bimbo lontano, che insieme a migliaia<br />

<strong>di</strong> altri bambini aspetta <strong>di</strong> essere<br />

soccorso.<br />

La storia delle Pigotte <strong>è</strong> anche la storia<br />

<strong>di</strong> questi bimbi.<br />

Non <strong>di</strong>menticarlo. u


<strong>il</strong> fumetto <strong>di</strong> <strong>Teramani</strong> soggetto, testo e <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Mimmo Polovineo<br />

6


7 <strong>il</strong> seguito al prossimo numero


<strong>di</strong>scariche fi losofali<br />

L’idea verde<br />

<strong>di</strong> Bucciarelli<br />

l’ecoballa<br />

T<br />

eramo pensa vecchio. Troppo vecchio. La <strong>di</strong>scarica? Ma su<br />

via, <strong>è</strong> roba da ecoarcheologo, da “W<strong>il</strong>ma la clava”, se non,<br />

per non sapere né leggere e né scrivere, da “ricopriamo <strong>il</strong><br />

bubbone tanto ci dovranno pensare altri”. “Ma come si fa in questa<br />

città a parlare ancora <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche” obietta l’ex assessore comunale<br />

all’ambiente “Mimmo” Bucciarelli, <strong>il</strong> volto ancor più contrito,<br />

solcato da cento rughe in più quando si accenna ad un termovalorizzatore<br />

che poteva essere già realizzato,<br />

febbraio 2008<br />

almeno quand’era assessore nel 2000. A quei<br />

› Il termovalorizzatore <strong>di</strong> Gioia Tauro<br />

tempi – <strong>di</strong>ce – “venivano chiamati impianti <strong>di</strong><br />

compostaggio”.<br />

Esisteva anche un progetto esecutivo <strong>di</strong> 23<br />

mld <strong>di</strong> lire: se ne interessò pure <strong>il</strong> deputato<br />

Franco Gerar<strong>di</strong>ni pre-pallottola. Le caroti<strong>di</strong> del<br />

<strong>di</strong>pendente dell’Agenzia dell’Entrate s’ingrossano<br />

quando parla <strong>di</strong> Tia: “Un costo che va<br />

a gravare sulla collettività e non <strong>è</strong> un modo<br />

corretto <strong>di</strong> gestire la cosa pubblica; questo<br />

non <strong>è</strong> serio” scan<strong>di</strong>sce una ad una le parole,<br />

frugando nella sua Bibbia ambientale. Ma ciò<br />

che fa trasalire ancor <strong>di</strong> più l’ex assessore<br />

<strong>è</strong> la mancanza <strong>di</strong> una cultura ambientale a<br />

<strong>Teramo</strong>, “tutto deve essere riciclato - sib<strong>il</strong>a stormendo - ma qui da<br />

noi si parla ancora <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche, anzi si insiste sulla riattivazione <strong>di</strong><br />

quelle ad<strong>di</strong>rittura crollate, senza pensare affatto <strong>di</strong> investire, per<br />

esempio, in termovalorizzatori o in avanzati sistemi <strong>di</strong> smaltimento<br />

<strong>di</strong> rifiuti”. La stessa legge Ronchi prevedeva che la <strong>di</strong>scarica tipo<br />

La Torre, “una volta ricolma non doveva più essere riattivata”.<br />

Quand’era assessore all’ambiente al Comune si adoperò – come<br />

già accennato – alla realizzazione <strong>di</strong> un termovalorizzatore: la folgorazione<br />

l’ebbe sulla via per Parma, in visita ecologica nelle terre<br />

del buen rifiuto. Costo dell’impianto circa 23 m<strong>il</strong>iar<strong>di</strong> <strong>di</strong> vecchie lire.<br />

La Team era pronta ad anticipare la metà della somma, mentre<br />

per l’altro 50% si pensò a fon<strong>di</strong> europei. Lo stesso Gerar<strong>di</strong>ni se ne<br />

interessò da Montecitorio. “Invece hanno continuato a pensare alla<br />

<strong>di</strong>scarica come impianto insostituib<strong>il</strong>e. Il motivo: mancanza <strong>di</strong> risorse<br />

finanziarie e incapacità per pensare a processi molto più ut<strong>il</strong>i<br />

ed avanzati tecnologicamente”. Bucciarelli s’incupisce – gli capita<br />

spesso, <strong>è</strong> nel suo dna rabbuiarsi – e scuotendo <strong>il</strong> grosso capoccione<br />

intende controbattere a quelle che lui chiama “frottole”.<br />

E per frottole ovviamente intende la cifra che l’assessore comunale<br />

all’ambiente, Raimondo Micheli, <strong>di</strong>chiara per la raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />

a <strong>Teramo</strong> (me<strong>di</strong>a 2007 23,36%, più del 35% le previsioni 2008):<br />

“Noi stavamo al 17-18% - geme - ma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziata vera; ora girano<br />

queste cifre, anche noi, a suo tempo, fummo sfiorati dall’idea <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Maurizio Di Biagio<br />

considerare come raccolta <strong>di</strong>fferenziata lo smaltimento dei rifiuti<br />

industriali cosiddetti assim<strong>il</strong>ati, che poi sono i rifiuti del nucleo<br />

industriale”. Bucciarelli respira profondo e porta un esempio: “Gli<br />

sdrucciolati; chi realizza mob<strong>il</strong>i produce anche segatura che viene<br />

considerata assim<strong>il</strong>ata alla raccolta urbana pur essendo smaltita<br />

dal titolare dell’azienda”, tutto senza passare tra le maglie della<br />

Team. “Ora far inserire questi dati nella <strong>di</strong>fferenziata significa<br />

falsificare un po’ le cose”. Anzi, per l’ex assessore la raccolta<br />

<strong>di</strong>fferenziata alla fine sarebbe pure “<strong>di</strong>minuita”. L’attenzione<br />

dell’”Amministrazione per queste tematiche <strong>è</strong> scemata”. Bucciarelli<br />

sostiene che la cultura della <strong>di</strong>fferenziata deve partire dalle<br />

scuole e alle stesse collegarsi, “per dare un segno”, aggiunge con<br />

fierezza. La mosca al naso non se la vuol far passare; una cosa<br />

che certamente non gli cala giù <strong>è</strong> quella maledetta Tia, che per<br />

onomatopea richiama più una male<strong>di</strong>zione bislacca alla Totò con<br />

tanto <strong>di</strong> “corne”, che una tariffa o<strong>di</strong>erna.<br />

Facendo un confronto con la Tarsu, ha un criterio <strong>di</strong>verso <strong>di</strong><br />

contab<strong>il</strong>izzazione, “La Tia tende ad abbassare<br />

<strong>il</strong> costo del servizio, in presenza <strong>di</strong> una<br />

percentuale elevata <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata”.<br />

In assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziata la Tia non conviene<br />

perché sulla stessa inciderebbe l’Iva per <strong>il</strong><br />

10%, quello che non avveniva con la Tarsu.<br />

Pertanto in questo caso lo smaltimento e la<br />

gestione dei rifiuti sono a carico della collettività<br />

al 100% (75% nel caso della Tarsu, più <strong>il</strong><br />

restante 25% a carico del Comune).<br />

È vero che la stessa legge Ronchi decretava <strong>il</strong><br />

passaggio dalla Tia alla Tarsu, però Bucciarelli<br />

riven<strong>di</strong>ca, in virtù anche delle <strong>di</strong>verse<br />

proroghe consentite dalle ultime leggi,<br />

appunto per fare più raccolta <strong>di</strong>fferenziata e<br />

pagare quin<strong>di</strong> minori costi <strong>di</strong> servizio, un mantenimento della Tarsu.<br />

“Ma <strong>il</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong>, pur avendo la <strong>di</strong>fferenziata bassa, <strong>è</strong><br />

voluto passare alla Tia scaricando l’intero <strong>di</strong>sservizio sui citta<strong>di</strong>ni<br />

con le bollette raddoppiate e <strong>di</strong> conseguenza affrancarsi da quel<br />

25% che la precedente tassa imponeva, in modo tale che ora ha<br />

più risorse finanziare liberate da poter impegnare in altro modo,<br />

chiaramente<br />

tartassando<br />

ulteriormente<br />

<strong>il</strong> citta<strong>di</strong>no”.<br />

Terribb<strong>il</strong>e. Se<br />

ne esce e non<br />

lo <strong>di</strong>ce alla<br />

Verdone, ma<br />

raddoppiando<br />

le consonanti,<br />

alla<br />

terramana.<br />

“Questo non <strong>è</strong><br />

serio” torna a<br />

scan<strong>di</strong>re. Ma<br />

proprio s<strong>il</strong>labando.<br />

u<br />

pag<br />

17


pag<br />

18<br />

col<strong>di</strong>retti <strong>info</strong>rma<br />

Stipen<strong>di</strong>:<br />

La Tavola ne<br />

assorbe un quinto<br />

La spesa alimentare <strong>è</strong> la seconda voce<br />

dopo <strong>il</strong> costo della casa, e assorbe <strong>il</strong><br />

19% della spesa mens<strong>il</strong>e totale delle<br />

famiglie teramane, per un valore che <strong>è</strong> salito<br />

a 467 euro al mese. Nell’or<strong>di</strong>ne, questa cifra<br />

<strong>è</strong> spesa per l’acquisto <strong>di</strong> carne per 106 euro,<br />

<strong>di</strong> frutta e ortaggi per 84 euro, <strong>di</strong> pane e<br />

pasta per 79 euro e <strong>di</strong> latte, uova e formaggi<br />

per 64 euro. In coda <strong>il</strong> pesce e le bevande,<br />

con 42 euro ciascuno, zucchero, dolciari e<br />

caff<strong>è</strong> per 32 euro ed olii e grassi per 18 euro.<br />

E’ quanto emerge da una analisi <strong>di</strong> Col<strong>di</strong>retti<br />

sugli effetti del carovita sulle famiglie<br />

italiane, dalla quale si evidenzia peraltro che<br />

più della metà dei sol<strong>di</strong> spesi dalle famiglie<br />

per gli acquisti <strong>di</strong> alimenti sono destinati a<br />

remunerare commercio e servizi. Secondo<br />

l’analisi della Col<strong>di</strong>retti, infatti, dei circa 467 Euro al mese che<br />

ogni famiglia destina per gli acquisti <strong>di</strong> alimenti e bevande, oltre<br />

la metà, per un valore <strong>di</strong> ben 238 Euro (51%), va al commercio e<br />

ai servizi, 140 (30%) all’industria alimentare e solo 89 (19%) alle<br />

imprese agricole.<br />

Una tendenza che si <strong>è</strong> accentuata ed oggi i prezzi aumentano<br />

Lo Smeraldo<br />

I Giar<strong>di</strong>ni baciati dal sole<br />

Lo smeraldo <strong>è</strong> una delle gemme più note fin<br />

dall’antichità. Gli Egizi, già nel 2.000 avanti<br />

Cristo sfruttavano i giacimenti <strong>di</strong> Diesel nel Sahara,<br />

vicino al Mar Rosso e la ven<strong>di</strong>ta degli smeral<strong>di</strong><br />

rappresentava una delle fonti dell’immensa ricchezza dei faraoni. Il colore<br />

<strong>di</strong> questa pietra <strong>è</strong> <strong>di</strong> un verde in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e che negli esemplari più belli<br />

viene definito “Jar<strong>di</strong>n”. Sono le inclusioni fluide che danno alla pietra quel<br />

gioco <strong>di</strong> tonalità ver<strong>di</strong> che fa ricordare un angolo <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>no <strong>il</strong>luminato dal<br />

sole. L’intenso colore che osc<strong>il</strong>la dal verde chiaro al verde scuro <strong>è</strong> dovuto<br />

alle inclusioni <strong>di</strong> ossido <strong>di</strong> cromo nel sistema cristallino. Ci troviamo <strong>di</strong><br />

fronte ad un esempio della meravigliosa forza creativa della natura.<br />

Gli smeral<strong>di</strong> migliori vengono tagliati a gra<strong>di</strong>ni, a forme rettangolari o<br />

quadrate (taglio a smeraldo).<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Nicola Lucci<br />

<strong>di</strong>rettore Col<strong>di</strong>retti <strong>Teramo</strong><br />

in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> cinque volte dal campo alla tavola. “E’ evidente”<br />

che un intervento delle istituzioni per combattere <strong>il</strong> carovita<br />

non può prescindere dalla necessità <strong>di</strong> agire nel settore agro<br />

alimentare per combattere le speculazioni, rendendo più<br />

chiaro e <strong>di</strong>retto <strong>il</strong> percorso del prodotto agricolo. D’altro<br />

canto, i consumatori possono tutelarsi scegliendo <strong>di</strong> comprare<br />

prodotti del territorio, senza spese aggiuntive <strong>di</strong> trasporto,<br />

anche <strong>di</strong>rettamente nelle aziende agricole, con un risparmio<br />

del 20-25%.<br />

Sono infatti numerose le aziende agricole<br />

che nella provincia <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> vendono<br />

<strong>di</strong>rettamente i loro prodotti.<br />

Centinaia <strong>di</strong> alimenti genuini e gustosi delle<br />

terre tramane, dagli ortaggi alla frutta,<br />

dai salumi ai formaggi, dal latte fresco al<br />

vino, dall’olio al miele, che permettono al<br />

consumatore risparmi stimab<strong>il</strong>i in oltre 100<br />

euro al mese, sui 467 che ogni famiglia destina<br />

mens<strong>il</strong>mente all’acquisto <strong>di</strong> alimenti e<br />

bevande. Sette italiani su <strong>di</strong>eci hanno fatto<br />

almeno una volta acquisti <strong>di</strong>rettamente dal<br />

produttore agricolo, giu<strong>di</strong>candoli in maggioranza<br />

convenienti, con un risparmio atteso<br />

del 30%. “Oltre alla ricerca del risparmio <strong>è</strong><br />

stata soprattutto la qualità e la freschezza<br />

dei prodotti acquistati a spingere <strong>il</strong> trend<br />

positivo degli acquisti <strong>di</strong>retti in azienda.<br />

E’ un rapporto qualità prezzo che conviene sempre, tanto<br />

<strong>è</strong> vero che chi ha provato almeno una volta a comprare dai<br />

produttori torna nelle nostre aziende a fare la spesa: un segno<br />

evidente della sod<strong>di</strong>sfazione del cliente e del successo che gli<br />

alimenti genuini continuano a riscuotere tra i teramani.” u<br />

Una gran parte degli smeral<strong>di</strong> gran<strong>di</strong>, storicamente noti, provengono dai<br />

tesori degli Incas. Nel Cremino a Mosca si trova un cristallo della grandezza<br />

<strong>di</strong> 12 x 25 cm. Nel tesoro <strong>di</strong> Vienna se ne trova uno che pesa 2.205 carati.<br />

A Vienna si trova anche un calice del seicento, che <strong>è</strong> appartenuto agli<br />

Asburgo, <strong>di</strong> 10 cm. per 12 ricavato da un unico smeraldo. Il giacimento più<br />

antico, quello <strong>di</strong> Diesel Sahara, in Egitto, fornisce ancor oggi smeral<strong>di</strong>. Nei<br />

suoi più <strong>di</strong> 100 pozzi e nelle lunghissime gallerie sono stati trovati arnesi<br />

che appartennero alla 12ª <strong>di</strong>nastia egli Egizi, cio<strong>è</strong> 2.000 anni a.C.<br />

Gli smeral<strong>di</strong> più belli oggi provengono dalle miniere colombiane <strong>di</strong> Muzo,<br />

Cosuqes e Chizaque. Altri giacimenti si trovano nel Sud Africa, nella<br />

Rhodesia del Sud, negli Urali, in Pakistan, nell’In<strong>di</strong>a, in Zambia e in Bras<strong>il</strong>e.<br />

Il giacimento <strong>di</strong> Habachtal in Austria <strong>è</strong> quasi esaurito e interessa solo i<br />

collezionisti <strong>di</strong> minerali. u<br />

Carmine Goderecci<br />

<strong>di</strong> Oro e Argento,<br />

Viale Crucioli, 31/33 <strong>Teramo</strong>.


società<br />

E<br />

sistono luoghi in Italia che non<br />

cambiano mai. Dove i residenti<br />

non vandalizzano le strade<br />

perché la criminalità organizzata sta<br />

assassinando <strong>il</strong> territorio con l’interramento<br />

<strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> residui ferrosi,<br />

per esempio. Danno lavoro quelli altro<br />

che inquinare. Neppure alzano la voce<br />

più <strong>di</strong> tanto - e magari qualcos’altro<br />

- se davanti ai loro occhi imbambolati<br />

viene squadernata un’intera classe <strong>di</strong><br />

amministratori pubblici che ha tra<strong>di</strong>to<br />

vergognosamente i propri doveri.<br />

Tutt’altre sono le beghe da curare,<br />

corsi <strong>di</strong> salsa da frequentare, comitati<br />

<strong>di</strong> solidarietà da organizzare (nel caso<br />

li arrestino).<br />

Poi una mattina, sorseggiando <strong>il</strong> caffé<br />

coricati sul davanzale, aguzzano la<br />

vista e intuiscono che, quasi certamente,<br />

non riusciranno ad attraversare la<br />

strada <strong>di</strong> fronte per andare a fare la<br />

spesa. Una bella rogna. Un m<strong>il</strong>ione <strong>di</strong><br />

tonnellate <strong>di</strong> sacchi dell’immon<strong>di</strong>zia<br />

non sono semplici da scavalcare, figuriamoci<br />

a quell’ora della giornata.<br />

Accade l’inaspettato: un manipolo <strong>di</strong><br />

eroici citta<strong>di</strong>ni afferra <strong>di</strong> colpo che <strong>il</strong><br />

limite <strong>è</strong> stato superato, e <strong>di</strong> molto.<br />

Qualcuno li mette anche al corrente<br />

che gli toccherà tenersi la prole tutto<br />

<strong>il</strong> santo giorno tra i pie<strong>di</strong> perché la<br />

febbraio 2008<br />

Monnezza<br />

<strong>di</strong> casa nostra<br />

Il vento (e l’immon<strong>di</strong>zia) nei capelli.<br />

scuola <strong>è</strong> chiusa.<br />

Per la prima volta nella vita, prede <strong>di</strong><br />

una febbre sanguinaria, si riversano nelle<br />

vie pest<strong>il</strong>enziali armati delle peggiori<br />

intenzioni. Dolori a sbarragli la strada.<br />

Un telegiornalista venuto da lontano<br />

sventola un microfono e, quasi volessero<br />

sbranarlo insieme al suo strumento <strong>di</strong><br />

lavoro, iniziano a spolmonarsi, a strepitare<br />

contro lo spettacolo mandato in<br />

mondovisione: ‘inciv<strong>il</strong>tà insopportab<strong>il</strong>e,<br />

cose da terzo mondo, indegne <strong>di</strong> un Paese<br />

come <strong>il</strong> nostro!’. La “mondezza” ha<br />

srotolato i tentacoli fino a sfiorare<br />

gli ingressi delle boutique e dei<br />

supermercati. Un povero cristo<br />

scopre <strong>il</strong> braccio malato alla<br />

telecamera e racconta del tumore<br />

che lo ha colpito, certamente per<br />

l’altissimo livello <strong>di</strong> inquinamento<br />

del posto dove vive.<br />

Il tocco dello chef l’ha regalato la<br />

f<strong>il</strong>iale nostrana <strong>di</strong> una compagnia<br />

low-cost, l’irlandese Ryanair: non<br />

pagate le tasse per i rifiuti ma per<br />

partire e farvi un bel viaggio! L’invito<br />

suonava più o meno così sulla<br />

pubblicità. Al centro un’artistica<br />

foto con i cassonetti della raccolta<br />

<strong>di</strong>fferenziata sepolti dall’immon<strong>di</strong>zia<br />

secolare.<br />

Strana gente. L’ex Bel Paese <strong>è</strong><br />

sempre più sim<strong>il</strong>e ad una terra<br />

<strong>di</strong> struzzi felicemente sballati ai<br />

quali gli orrip<strong>il</strong>anti appelli per<br />

l’ambiente e la legalità si ostinano<br />

– e senza ragione - a voler rovinare<br />

la festa. A quanto sembra<br />

neanche la città degli antichi<br />

Cesari e dei moderni “cesaretti”<br />

<strong>è</strong> messa bene, e tra non molto<br />

forse se ne sentiranno delle<br />

belle dalle parti <strong>di</strong> Malagrotta. La<br />

fama <strong>di</strong> personaggi moralmente<br />

<strong>di</strong> Yury Tomassini<br />

inaffidab<strong>il</strong>i inizia a scuotere quella <strong>di</strong><br />

insuperab<strong>il</strong>i “pallonai”, conquistata<br />

a Berlino una notte del formidab<strong>il</strong>e<br />

luglio 2006. Ma <strong>il</strong> palo della cuccagna<br />

intorno al quale questi e altri m<strong>il</strong>ioni<br />

<strong>di</strong> “signori” hanno da sempre danzato<br />

ai ritmi latino-americani <strong>è</strong> pericolosamente<br />

inclinato. Finché dura. u<br />

Comunicato<br />

pag<br />

19<br />

La Ditta Alba S.p.A. titolare dei marchi Alba,<br />

Alba Bargiacchi, Stefany, Adely,<br />

comunica alla gent<strong>il</strong>e clientela che nella città <strong>di</strong><br />

<strong>Teramo</strong>, da oltre <strong>di</strong>eci anni, la Ditta “Dominga”<br />

<strong>è</strong> <strong>il</strong> punto ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> riferimento, pertanto i capi<br />

commercializzati altrove, a prezzi incompatib<strong>il</strong>i<br />

con un prodotto Made in Italy e <strong>di</strong> stagione, devono<br />

considerarsi <strong>di</strong> dubbia provenienza.<br />

L’Amministratore


pag<br />

20<br />

han<strong>di</strong>cap e società<br />

La Gioia<br />

<strong>di</strong> Donare<br />

La Bomboniera Solidale<br />

H<br />

enry Rosso, padre degli stu<strong>di</strong> sulla raccolta fon<strong>di</strong>,<br />

definiva la sua attività come “un’arte gent<strong>il</strong>e <strong>di</strong> insegnare<br />

la gioia <strong>di</strong> donare”. Raggiungere gli altri, renderli<br />

partecipi del significato profondo che si cela <strong>di</strong>etro una scelta,<br />

una responsab<strong>il</strong>ità e costruire un legame <strong>di</strong> relazione duraturo<br />

nel tempo, un legame che permette ad ognuno <strong>di</strong> entrare a far<br />

parte <strong>di</strong> una famiglia speciale e <strong>di</strong>versa da tutte.<br />

Donare un gesto, <strong>il</strong> proprio tempo, <strong>il</strong> proprio denaro: sono<br />

moltissime le forme per mettersi in comunicazione con la<br />

delicata realtà dei <strong>di</strong>versamente ab<strong>il</strong>i. Da questi momenti nasce<br />

la percezione della grandezza <strong>di</strong> un dono, sensazione meno tangib<strong>il</strong>e<br />

<strong>di</strong> un gustoso gelato o <strong>di</strong> un morbido maglione, ma senza<br />

dubbio una percezione più duratura nel tempo. La grandezza<br />

<strong>di</strong> un dono <strong>è</strong> infatti intimamente legata alla consapevolezza <strong>di</strong><br />

partecipare alla gioia <strong>di</strong> chi lo riceve, <strong>di</strong> godere dei sorrisi dei<br />

ragazzi ospiti della Fondazione Anffas Onlus <strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> che<br />

potranno abitare presso la casa famiglia “La Dimora” proprio<br />

grazie al sostegno e alla solidarietà <strong>di</strong> tante persone che sono<br />

state loro vicini. Grazie a tutti coloro che, nel corso <strong>di</strong> questi<br />

mesi, sono riusciti a <strong>di</strong>mostrare con un<br />

piccolo aiuto che un gesto d’amore<br />

non <strong>è</strong> mai fine a se stesso,<br />

gli interventi <strong>di</strong> tipo<br />

ed<strong>il</strong>e presso<br />

la<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Ercole D’Annunzio<br />

Pres. Fondazione Anffas Onlus <strong>Teramo</strong><br />

casa famiglia <strong>di</strong> Via Taraschi a <strong>Teramo</strong> sono infatti giunti quasi<br />

al termine. Ai lavori <strong>di</strong> recupero, ristrutturazione ed abbattimento<br />

delle barriere architettoniche seguirà poi la seconda<br />

fase, quella cio<strong>è</strong> più prettamente gestionale, in cui <strong>è</strong> prevista<br />

anche la presa in carico degli ospiti residenziali. Solo a questo<br />

punto sarà però possib<strong>il</strong>e fruire della costruzione, che andrà ad<br />

accogliere ed assistere a tempo pieno venti ospiti e due nuclei<br />

fam<strong>il</strong>iari ridotti (cio<strong>è</strong> formati da un <strong>di</strong>sab<strong>il</strong>e e un genitore),<br />

grazie alla dotazione <strong>di</strong> due mini alloggi.<br />

La casa famiglia dell’ex ospedaletto teramano fa parte <strong>di</strong> un<br />

progetto più ampio chiamato “Dopo <strong>di</strong> noi”. Il nome scelto per<br />

questa iniziativa non <strong>è</strong> ovviamente casuale: chiunque abbia<br />

dei figli <strong>di</strong>sab<strong>il</strong>i vive infatti con angoscia <strong>il</strong> momento in cui non<br />

potrà più prendersi cura <strong>di</strong> loro. Questa iniziativa serve perciò<br />

ad offrire una <strong>di</strong>mora de<strong>di</strong>ta all’accoglienza, all’ospitalità e all’assistenza<br />

<strong>di</strong> persone <strong>di</strong>versamente ab<strong>il</strong>i rimaste prive del sostegno<br />

fam<strong>il</strong>iare, perché orfane o con genitori anziani o malati.<br />

Per realizzare tutto questo, <strong>è</strong> però necessario che chiunque <strong>di</strong><br />

noi ricor<strong>di</strong>, anche solo per un istante, <strong>di</strong> essere possessore <strong>di</strong><br />

due gran<strong>di</strong> fortune: la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> avere qualcosa da regalare<br />

e la fiducia in una migliore prospettiva <strong>di</strong> vita.<br />

La gioia <strong>di</strong> donare <strong>è</strong> una gioia che si può sempre vivere, in qualsiasi<br />

momento. Uno <strong>di</strong> questi <strong>è</strong> senza dubbio rappresentato dai<br />

momenti più importanti della vita <strong>di</strong> ognuno, come matrimoni,<br />

comunioni, battesimi: eventi unici e irripetib<strong>il</strong>i, <strong>il</strong> cui <strong>ricordo</strong><br />

ci accompagna nel corso del tempo. Eventi che possono connotarsi<br />

<strong>di</strong> un ulteriore valore a <strong>di</strong>mostrazione del fatto che la<br />

gioia <strong>di</strong> chi li vive può moltiplicarsi anche a vantaggio degli altri<br />

senza nulla togliere al nostro giorno, ma anzi impreziosendolo.<br />

La Fondazione Anffas Onlus <strong>Teramo</strong> ha così dato vita alle<br />

bomboniere solidali: sostituendo i classici oggettini che tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

accompagnano i confetti <strong>di</strong> una cerimonia con una<br />

piccola donazione, <strong>è</strong> possib<strong>il</strong>e ricevere in cambio cartoncini e<br />

scatoline personalizzati con cui testimoniare e far partecipi i<br />

propri invitati dell’effettivo contributo a favore dei ragazzi della<br />

Fondazione Anffas. Una bomboniera solidale <strong>è</strong> dunque un<br />

<strong>ricordo</strong> doppiamente prezioso: al valore dato dall’originalità<br />

della bomboniera, si aggiunge infatti quello <strong>di</strong> essere in questo<br />

modo un concreto aiuto per gli altri.<br />

Per qualsiasi <strong>info</strong>rmazione sulle bomboniere solidali della<br />

Fondazione Anffas Onlus <strong>Teramo</strong>, sui costi e i tempi <strong>di</strong> consegna,<br />

<strong>è</strong> possib<strong>il</strong>e contattare la Fondazione all’in<strong>di</strong>rizzo tania.<br />

<strong>di</strong>simone@anffasteramo.it oppure chiamare <strong>il</strong> numero<br />

0861/58119. Nel frattempo, i ragazzi <strong>di</strong>versamente ab<strong>il</strong>i<br />

dell’Anffas ringraziano tutte le persone che, nel corso<br />

<strong>di</strong> questi mesi, hanno fatto loro dono <strong>di</strong> una solidarietà<br />

sincera grazie alla quale <strong>è</strong> stato possib<strong>il</strong>e avviare<br />

questo importante progetto, veder pian piano<br />

sorgere una casa vera e rendere realtà ciò che<br />

in principio era un grande obiettivo: “aiuta ad<br />

aiutare”.<br />

u


pag<br />

22<br />

lettere dai Caraibi<br />

Taxi<br />

collettivi<br />

e…via Sofia, avanti Marylin<br />

N onostante l’acquisto <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> autobus cinesi Yutong<br />

Bus, l’annoso problema dei trasporti continua ad affliggere<br />

<strong>il</strong> popolo cubano che dall’inizio del “periodo especial”<br />

(<strong>di</strong> cui parlerò in un’altra occasione) non può beneficiare <strong>di</strong> un<br />

decente servizio <strong>di</strong> trasporto urbano (<strong>di</strong> quello extraurbano non<br />

ne parlo neanche). Al principio del suddetto periodo scarseggiava<br />

<strong>il</strong> carburante e, quando verso la fine degli anni ’90 cominciò ad<br />

arrivare <strong>il</strong> petrolio venezuelano,<br />

scarseggiavano i mezzi.<br />

Nonostante ciò la gente aveva<br />

tra le altre necessità anche<br />

quella <strong>di</strong> spostarsi sia per<br />

lavoro che per i più svariati<br />

motivi. Aggiungiamoci che<br />

<strong>il</strong> cubano non sa rimanere<br />

febbraio 2008<br />

chiuso in casa nemmeno<br />

› Almendron rammendato<br />

sotto la pioggia torrenziale <strong>di</strong><br />

un uragano e si arriva fac<strong>il</strong>mente a dedurre che, se non ci pensava<br />

lo Stato per evidenti <strong>di</strong>fficoltà economiche, qualcuno doveva pur<br />

risolvere <strong>il</strong> problema.<br />

Si arrivò quin<strong>di</strong> a r<strong>il</strong>asciare intorno alla metà degli anni ‘90 delle<br />

licenze <strong>di</strong> “lavoro in proprio” (novità a Cuba) ai proprietari delle<br />

auto americane (le sorelle povere <strong>di</strong> Sofia per intenderci) le cui<br />

con<strong>di</strong>zioni estetiche e meccaniche erano a <strong>di</strong>r poco penose. Questi<br />

macchinoni, riadattati a contenitori umani su ruote aventi dei<br />

percorsi predefiniti sono i mitici Taxi Collettivi.<br />

“Stanno<br />

tutti bene” <strong>di</strong> Zapoj Tovariš<br />

(toh, chi si risente!)<br />

In questi ultimi giorni, in città infuria la polemica tra alcune Associazioni citta<strong>di</strong>ne<br />

e Il Comune. Le associazioni ricusano apertamente l’Assessore al Commercio,<br />

anzi alle Attività Produttive, Giorgio D’Ignazio che viene accusato <strong>di</strong> favorire alcune<br />

attività, con le deroghe domenicali. Assessore che viene però strenuamente <strong>di</strong>feso<br />

dal Sindaco Gianni Chio<strong>di</strong>. Tutti i torti le Associazioni non li hanno se l’Or<strong>di</strong>nanza del<br />

7 febbraio per domenica 10, a firma del Sindaco, ha trovato tutti impreparati. Tutti<br />

tranne chi, già dal 9 febbraio, riusciva a <strong>di</strong>stribuire volantini che pubblicizzavano<br />

l’apertura del 10.<br />

“Stanno tutti bene” faceva <strong>di</strong>re Tonino Guerra al buon Matteo Scuro (Marcello<br />

Mastroianni) sulla tomba della moglie!<br />

<strong>di</strong> Francesco Pellecchia<br />

agente.havana@yahoo.it<br />

Il prezzo da pagare originariamente era <strong>di</strong> 10 pesos cubani (circa<br />

20 centesimi <strong>di</strong> euro) ma poi i proprietari furbastri hanno cominciato<br />

a <strong>di</strong>videre gli itinerari in tratte aumentando neanche tanto<br />

subdolamente i prezzi. Di notte le tariffe sono raddoppiate!!!<br />

Come già detto <strong>il</strong> taxi collettivo <strong>è</strong> una macchina americana degli<br />

anni ‘50 che può caricare fino a 6 utenti cubani (in teoria non<br />

possono montare gli stranieri) oltre all’autista e se sono station<br />

wagon la popolazione interna aumenta considerevolmente. I<br />

sed<strong>il</strong>i rigorosamenteriadattati<br />

per far<br />

“accomodare”<br />

più gente<br />

possib<strong>il</strong>e sono<br />

leggermente<br />

scomo<strong>di</strong> arrivando<br />

anche<br />

ad essere<br />

semplici tavo-<br />

› Almendron in ottima forma<br />

lozze <strong>di</strong> legno<br />

con un po’<br />

<strong>di</strong> gommapiuma per salvaguardare le natiche, comunque ben<br />

ammortizzate, dei cubani. I finestrini non <strong>di</strong> rado sono pezzi <strong>di</strong><br />

plexiglas o peggio ancora <strong>di</strong> legno. Quando si monta a bordo in<br />

un frastuono indescrivib<strong>il</strong>e prodotto dalla musica romantica latino<br />

americana sparata a tutto volume si ascoltano conversazioni<br />

singolarissime tra persone che non si conoscono affatto ma che<br />

per ingannare <strong>il</strong> tempo del viaggio non fanno altro che attaccare<br />

bottone con <strong>il</strong> vicino. C’<strong>è</strong> poi immancab<strong>il</strong>e la categoria degli<br />

assonnati (lo stato <strong>di</strong> torpore nel cubano sveglio <strong>è</strong> un sintomo<br />

perenne) che dormono sulle spalle del poveretto <strong>di</strong> turno che gli<br />

capita a fianco. Proprio la settimana scorsa ero intento a tornare<br />

al Vedado dopo essere stato a Miramar ed un cinquantenne <strong>di</strong><br />

colore ha pensato bene <strong>di</strong> appisolarsi sul bicipite dell’autista<br />

del taxi <strong>il</strong> quale simulava una tosse per far riprendere i sensi al<br />

letargico negretto: niente da fare! Solo la gomitata assestata<br />

in piena bemba (termine cubano che in<strong>di</strong>ca i labbroni tipici dei<br />

colored) ha fatto riprendere i sensi al dormiente per almeno 30<br />

metri: poi <strong>di</strong> nuovo coma profondo!<br />

Dicevo della musica assordante che <strong>il</strong> classico conducente<br />

ascolta in questi almendrones (così vengono chiamati nel gergo<br />

<strong>di</strong> strada). Cantanti come Alvaro Torres, Cristian Castro, Jos<strong>è</strong><br />

Jos<strong>è</strong> ed altri, che in Italia non avete la sventura <strong>di</strong> ascoltare, qui<br />

sono orgogliosamente gracchiati da improbab<strong>il</strong>i impianti stereo<br />

<strong>di</strong>venuti con <strong>il</strong> tempo cimeli da museo. Si perché <strong>il</strong> conducente<br />

del taxi che ascolta quella musica <strong>è</strong> considerato dall’avanero<br />

me<strong>di</strong>o un cafone arricchito proveniente dai sobborghi della<br />

capitale: una sorta <strong>di</strong> burino romano o anche caferzo teramano.<br />

A volte però a guidare <strong>il</strong> taxi collettivo <strong>è</strong> <strong>il</strong> figlio del cafone che invece<br />

sperpera sol<strong>di</strong> in tintura bionda per capelli, denti rigorosamente<br />

d’oro e megastereo con musica che da romantica passa a<br />

sparare reggaeton sugli in<strong>di</strong>fesi utenti.<br />

Purtroppo a partire da domani i miei viaggi in questi carrettoni<br />

antichi si <strong>di</strong>raderanno perch<strong>è</strong> se Sofia mi ha lasciato……<strong>è</strong> arrivata<br />

Mar<strong>il</strong>yn (Chevy del ’55)! Hasta la proxima. u


dura lex sed lex<br />

Sbatti <strong>il</strong><br />

Mostro<br />

in prima pagina<br />

“M entre litigavo per strada con un mio vicino <strong>di</strong> casa<br />

<strong>è</strong> intervenuta la forza pubblica per sedare l’alterco.<br />

Di tale fatto, alcuni quoti<strong>di</strong>ani locali hanno<br />

riportato i nomi e cognomi dei partecipanti alla lite, altri hanno<br />

in<strong>di</strong>cato solo le iniziali. In base alla legge sulla Privacy potevano<br />

essere pubblicati i nostri nomi e cognomi?”<br />

Privacy or not privacy? This is the question! Così oggi potrebbe<br />

interrogarsi <strong>il</strong> principe <strong>di</strong> Danimarca nel noto dramma <strong>di</strong> W<strong>il</strong>liam<br />

Shakespeare.<br />

Scherzi a parte, <strong>il</strong> rapporto tra <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> cronaca e la tutela della<br />

riservatezza (privacy), forse mai come oggi (ve<strong>di</strong> <strong>il</strong> caso Mastella)<br />

provoca <strong>di</strong>battiti tra giuristi, intellettuali e gente comune. Da un<br />

lato, infatti, <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmare e <strong>di</strong> essere <strong>info</strong>rmati, insopprimib<strong>il</strong>e<br />

contrappeso del potere politico, può essere ut<strong>il</strong>izzato<br />

come alibi per la ricerca <strong>di</strong> uno “scoop”, cagionando a volte danni<br />

irreparab<strong>il</strong>i all’onore e alla reputazione <strong>di</strong> una persona. Dall’altro<br />

lato, <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto alla riservatezza non può significare <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto a<br />

vedere insabbiati i fatti.<br />

L’introduzione delle norme sulla privacy non deve intendersi come<br />

volontà <strong>di</strong> comprimere <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto all’<strong>info</strong>rmazione. La tutela dei dati<br />

personali <strong>è</strong> intesa dal mondo dell’<strong>info</strong>rmazione con criteri <strong>di</strong> ragio-<br />

febbraio 2008<br />

Carnevale 2008<br />

Corsi <strong>di</strong> formazione<br />

per piccoli consumatori<br />

Non l’avevamo previsto<br />

Come ogni anno ci eravamo preparati<br />

a vivere in allegria <strong>il</strong> Carnevale 2008.<br />

Saremmo usciti insieme ai nostri bambini in<br />

maschera e avremmo colorato le strade <strong>di</strong><br />

coriandoli e stelle f<strong>il</strong>anti al suono incessante<br />

<strong>di</strong> trombette <strong>di</strong> carta, magari quelle a ricciolo<br />

che si spiegano in avanti: quasi sempre<br />

stonate. Stonate o no le voci del Carnevale ci<br />

avrebbero accompagnato in Via del Baluardo,<br />

nella sede della Fratellanza Artigiana,<br />

culla storica della “Mascherina d’Oro”. La<br />

mitica Mascherina d’Oro, un evento popolare<br />

che racconta da oltre quarant’anni lo<br />

spirito carnascialesco della nostra <strong>Teramo</strong>.<br />

Quest’anno non <strong>è</strong> stato così! La Mascherina<br />

d’oro 2008 ha debuttato, come recitava<br />

<strong>il</strong> manifesto pubblicitario, tra le prove<br />

d’acquisto del Centro Commerciale Gran<br />

Sasso Shopping. Una scelta <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>e che<br />

ha confinato <strong>il</strong> valore culturale <strong>di</strong> un orgoglio<br />

citta<strong>di</strong>no in un luogo in cui la Mascherina<br />

d’Oro ha assunto <strong>il</strong> valore <strong>di</strong> un prodotto <strong>di</strong><br />

consumo.<br />

Senza alcun dubbio una trovata intelligente<br />

da parte degli amministratori del Gran Sasso<br />

Shopping, perché hanno radunato nel loro<br />

regno l’esercito delle desperate housewives<br />

del circondario. La vera festa infatti <strong>è</strong> iniziata,<br />

terminata la manifestazione per bambini.<br />

Tutte le mamme presenti hanno avuto in<br />

omaggio <strong>di</strong> benvenuto l’ambito carrello<br />

per la spesa “vuoto”, per un gran shopping<br />

liberatorio, catapultandole dai salti ai sal<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> fine stagione. Per i bambini, innocenti<br />

a cura <strong>di</strong><br />

Am<strong>il</strong>care Laurìa ed Elvio Fortuna<br />

avvocati associati<br />

nevolezza, nel senso che <strong>il</strong> giusto contemperamento del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

cronaca con la privacy dei citta<strong>di</strong>ni si raggiunge quando l’<strong>info</strong>rmazione<br />

data <strong>è</strong> conferente con la notizia. Il giornalista che pubblica<br />

nomi e cognomi all’interno <strong>di</strong> una notizia <strong>è</strong> però tenuto sempre<br />

all’osservanza dell’ art. 8 del co<strong>di</strong>ce deontologico e all’art 139 del<br />

co<strong>di</strong>ce in materia <strong>di</strong> protezione dei dati personali, <strong>di</strong> cui al D.Lvo<br />

196/2003. La pubblicazione <strong>di</strong> notizie e immagini senza <strong>il</strong> consenso<br />

dell’interessato <strong>è</strong> legittima, nell’esercizio dell’attività giornalistica,<br />

laddove si conformi alle regole dettate dal co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> deontologia<br />

professionale dei giornalisti, che <strong>di</strong>sciplinano <strong>il</strong> contenuto ed i limiti<br />

del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> cronaca. Sul punto la Corte <strong>di</strong> Cassazione ( Cass. Civ.,<br />

sez. III , 31 marzo 2007 , nr. 7607) ha statuito “che <strong>è</strong> fatto <strong>di</strong>vieto al<br />

giornalista <strong>di</strong> fornire notizie o pubblicare immagini o fotografie <strong>di</strong><br />

soggetti coinvolti in fatti <strong>di</strong> cronaca lesive della <strong>di</strong>gnità delle persone,<br />

salvo si tratti <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmazione essenziale”. La Suprema Corte<br />

sancisce, in linea generale, un <strong>di</strong>vieto nell’ipotesi in cui le immagini<br />

o le notizie delle persone coinvolte in un fatto <strong>di</strong> cronaca siano<br />

lesive della loro <strong>di</strong>gnità, consentendone la <strong>di</strong>vulgazione solo in via<br />

<strong>di</strong> deroga. In altri termini, per la legittimità della pubblicazione dei<br />

nomi <strong>di</strong> persone coinvolte in fatti <strong>di</strong> cronaca, senza che <strong>il</strong> giornalista<br />

possa incorrere in censure <strong>di</strong>sciplinari o nella commissione<br />

del reato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffamazione a mezzo stampa, bisogna aver riguardo<br />

alla verità, anche putativa, del fatto narrato, alla correttezza della<br />

forma espositiva e soprattutto all’essenzialità dell’<strong>info</strong>rmazione<br />

attinente a fatti <strong>di</strong> interesse pubblico<br />

(termine quest’ ultimo <strong>di</strong> ampia interpretazione!). Ovviamente<br />

queste regole non valgono per fatti <strong>di</strong> cronaca che vedono protagonisti<br />

minorenni. In tali casi <strong>è</strong> inibito comunque al giornalista<br />

in<strong>di</strong>care nome e cognome del minore o in<strong>di</strong>zi ed elementi idonei a<br />

renderne <strong>di</strong> fatto concreta l’identificazione. u<br />

angioletti, nessuno shock. Conoscono bene<br />

quel posto perché trascinati lì ogni domenica,<br />

a frequentare i C. F. P. C. (Corsi <strong>di</strong><br />

Formazione per Piccoli Consumatori). Dove<br />

sono finiti i papà?<br />

Scherzi a parte, la Mascherina d’Oro merita<br />

palcoscenici più consoni e scenari quanto<br />

meno più suggestivi. Perché le Amministrazioni<br />

Comunale e Provinciale hanno contribuito<br />

con <strong>il</strong> loro, ben in vista, Patrocinio a<br />

confinare la Mascherina d’Oro lontano dalle<br />

mura citta<strong>di</strong>ne? I cosiddetti Piani Strategici<br />

<strong>di</strong> <strong>Teramo</strong> “Città Aperta”, i progetti ambiziosi<br />

sul R<strong>il</strong>ancio Commerciale e culturale non<br />

passano anche attraverso <strong>il</strong> rispetto <strong>di</strong> un<br />

fenomeno popolare che <strong>è</strong> nel cuore dei<br />

teramani?<br />

Cari Signori, questa cosa non ci <strong>è</strong> piaciuta.<br />

Ci piace ciò che accade a Venezia, Ascoli,<br />

Viareggio e perché no a Monopoli dove i<br />

Carnevale si vive nelle Piazze, quelle vere.<br />

Noi ci siamo dati appuntamento in Piazza<br />

Martiri. u<br />

pag<br />

23


pag<br />

24<br />

la scuola<br />

Ragazzi,<br />

per domani<br />

da qui fin qui…<br />

N on c’<strong>è</strong> niente da fare: chi ha de<strong>di</strong>cato alla scuola e all’insegnamento<br />

una vita intera, poi non riesce più a starne<br />

fuori, nemmeno dopo cento anni. Continua imperterrito a<br />

rompere le scatole! Ci sta dentro per sempre, proprio come una<br />

talpa nella galleria che ha scavato. E a me succede proprio così. La<br />

scuola mi <strong>è</strong> rimasta attaccata alla giacca, come fosse un sonaglio<br />

che continuamente mi ricorda ciò che sono stato e che purtroppo<br />

continuerò ad essere. Perciò visto che la realtà <strong>è</strong> questa cerco <strong>di</strong><br />

rendermi ut<strong>il</strong>e in tutti i mo<strong>di</strong> possib<strong>il</strong>i, sperando <strong>di</strong> non passare per<br />

un cattivo gr<strong>il</strong>lo parlante, uno che non sa cosa<br />

<strong>di</strong>re, ma vuole <strong>di</strong>rlo a tutti i costi.<br />

Bene <strong>il</strong> problema che voglio toccare questa<br />

volta, spinto anche dalle sollecitazioni <strong>di</strong> molti,<br />

<strong>è</strong> tutto sommato meno r<strong>il</strong>evante <strong>di</strong> altri che ho<br />

già affrontato sulle pagine <strong>di</strong> questo giornale,<br />

ma che comunque ha una sua indubbia<br />

valenza e perciò merita la dovuta attenzione.<br />

Si tratta esattamente <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali compiti<br />

che gli insegnanti danno da svolgere agli<br />

alunni nelle ore pomeri<strong>di</strong>ane a casa, con una<br />

imperturbab<strong>il</strong>ità quasi maniacale. Per carità,<br />

<strong>il</strong> sottoscritto non ha nulla in contrario sulla effettiva necessità che<br />

i ragazzi spendano un po’ del proprio tempo libero, per consolidare<br />

e approfon<strong>di</strong>re gli argomenti trattati a scuola. Ci mancherebbe<br />

altro. È giusto e necessario de<strong>di</strong>care un po’ <strong>di</strong> riflessione alle cose<br />

apprese in classe. Nulla da obiettare, ci mancherebbe altro. Ciò che<br />

non va, però, secondo me, <strong>è</strong> che i ragazzi debbano essere costretti a<br />

spendere tutto <strong>il</strong> tempo libero a loro <strong>di</strong>sposizione, nello svolgimento<br />

dei compiti scolastici. Avete letto bene: tutto <strong>il</strong> tempo libero pomeri<strong>di</strong>ano,<br />

e spesso non basta neanche. Mi sembra giusto invece che <strong>il</strong><br />

loro tempo libero i ragazzi lo possano de<strong>di</strong>care alle attività sportive<br />

e ricreative in genere e anche a coltivare quelle sane relazioni interpersonali<br />

con altri ragazzi. E invece questo <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente avviene,<br />

soprattutto quando questi sono talmente responsab<strong>il</strong>i, da voler<br />

fare tutti i compiti assegnati dai professori. E avviene anche che,<br />

<strong>di</strong> fronte alle richieste degli alunni <strong>di</strong> una maggiore flessib<strong>il</strong>ità, gli<br />

insegnanti facciano orecchie da mercante e assumano l’atteggiamento<br />

<strong>di</strong> chi “non se ne po’ fregà de meno” come <strong>di</strong>cono a Roma. Io<br />

credo che l’insegnante, non tutti gli insegnanti, ovviamente, debba<br />

smetterla <strong>di</strong> sentirsi <strong>il</strong> punto <strong>di</strong> riferimento in tutta la vita <strong>di</strong> un ragazzo,<br />

un po’ la misura <strong>di</strong> tutte le cose e cominci a pensare, invece,<br />

che sono tante le <strong>di</strong>rezioni verso le quali tende la vita <strong>di</strong> un giovane.<br />

E poi <strong>è</strong> ora <strong>di</strong> cominciare a riflettere sul fatto che le cinque ore<br />

canoniche, e qualche volta anche <strong>di</strong> più, dell’orario scolastico sono<br />

più che sufficienti ai fini dell’appren<strong>di</strong>mento e della maturazione<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Gino Trabucco<br />

culturale <strong>di</strong> un giovane. Diversamente la scuola non fa altro che<br />

creare <strong>di</strong>spersione, noia, rifiuto, nevrosi. E noi tutti sappiamo che<br />

essa, per sua stessa natura, deve tendere ad obiettivi <strong>di</strong>ametralmente<br />

opposti. Ma <strong>il</strong> problema non sta solo qui perché purtroppo<br />

ce n’<strong>è</strong> anche un altro che incide sulla vita della famiglia e, in particolare,<br />

sulle mamme, le quali,purtroppo, sono spesso costrette a<br />

sobbarcarsi anche l’onere dell’assistenza <strong>di</strong>dattica ai figli, quando<br />

riescono a farlo. Quando si limitano ad un controllo, per così <strong>di</strong>re<br />

in<strong>di</strong>retto, perché purtroppo spesso avviene che tale controllo si<br />

trasforma in intervento <strong>di</strong>retto sul lavoro scolastico dei figli. Con<br />

buona pace <strong>di</strong> tutti i sani principi <strong>di</strong> collaborazione attiva, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità<br />

e <strong>di</strong> sacrificio da parte dei genitori. E si verifica anche troppo<br />

spesso che i genitori affi<strong>di</strong>no i figli ad altri insegnanti, costi quel<br />

che costi, con la conseguente ripercussione negativa che questa<br />

scelta ha sulla economia della famiglia. Oppure, in molti casi, i<br />

ragazzi vengono lasciati a se stessi, e non se parla più. E questo<br />

non fa altro che generare sfiducia e rinuncia. Molte volte mi sono<br />

trovato a parlare <strong>di</strong> queste cose con i genitori, che mi chiedevano<br />

qualche consiglio e io ho sempre suggerito loro <strong>di</strong> affrontare questo<br />

problema con gli insegnanti stessi, per<br />

cercare <strong>di</strong> trovare insieme una soluzione. La<br />

risposta però <strong>è</strong> stata sempre la stessa: - Ma<br />

gli insegnanti ci <strong>di</strong>cono che <strong>il</strong> problema non<br />

esiste, perché <strong>è</strong> legato semplicemente alla<br />

cattiva volontà <strong>di</strong> certi alunni, altrimenti non<br />

si spiegherebbe come mai tanti altri genitori<br />

non evidenziano le stesse <strong>di</strong>fficoltà da parte<br />

dei figli. E con questo messaggio: arrivederci<br />

e grazie e tanti saluti al condominio, come<br />

<strong>di</strong>rebbe un noto personaggio televisivo. Con<br />

buona pace della collaborazione scuolafamiglia.<br />

E invece sono sicuro che i genitori, che non hanno nulla<br />

da obiettare, lasciano soltanto correre per non mettere in cattiva<br />

luce i propri figli. È proprio così: inut<strong>il</strong>e nasconderci <strong>di</strong>etro un<br />

<strong>di</strong>to. E proprio questi sono alla fine i genitori… più impegnati nello<br />

stu<strong>di</strong>o e nello svolgimento dei compiti scolastici…<br />

Allora mi pongo alcune domande:<br />

1) Ma la scuola non ha come compito principale quello <strong>di</strong> tutelare<br />

la salute psico-fisica <strong>di</strong> tutti gli alunni?<br />

2) Gli eccessivi carichi <strong>di</strong> compiti sono effettivamente necessari?<br />

Che senso ha, ai fini scolastici, insistere con sf<strong>il</strong>ze <strong>di</strong><br />

esercizi più o meno dello stesso tipo su un determinato argomento?<br />

Non sarebbe più fac<strong>il</strong>e proporre esercizi specifici<br />

per una <strong>di</strong>fficoltà effettivamente riscontrata?<br />

3) L’eccessivo carico scolastico, spesso privo <strong>di</strong> organicità o<br />

coerenza logica non potrebbe indurre a pensare che <strong>è</strong> la<br />

conseguenza <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong>dattico insufficiente o condotto<br />

male a scuola?<br />

4) Come mai gli insegnanti spesso nemmeno guardano i compiti<br />

costati tanta fatica? Non <strong>è</strong> questo, segno <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong><br />

rispetto per <strong>il</strong> lavoro degli alunni. O la conferma che <strong>il</strong> lavoro<br />

assegnato non serviva?<br />

5) Non sarebbe ora che la scuola cercasse al suo interno la<br />

forza <strong>di</strong> cambiare pelle, cominciando proprio a riflettere su<br />

questi problemi <strong>di</strong> natura organizzativa? u


pag<br />

26<br />

in giro<br />

La montagna<br />

dei Fiori<br />

“Due regni” <strong>di</strong> bellezza<br />

A<br />

i piani <strong>di</strong> S. Angelo in Volturino l’aria <strong>è</strong> tersa.<br />

Cielo d’alta quota. Posizione impervia per quello che un<br />

tempo era un Archicenobio, <strong>il</strong> più importante dei tanti<br />

luoghi <strong>di</strong> culto rupestre della Montagna dei Fiori.<br />

I boschi hanno tonalità grigio scuro. D’inverno i colori perdono<br />

incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mente vigore.<br />

Faggi e abeti si contendono<br />

una frontiera <strong>di</strong><br />

ecosistemi.<br />

A primavera qui volano<br />

i falchi. Ora la natura<br />

riposa.<br />

Il monte Girella, una<br />

delle due vette gemelle,<br />

sembra una piramide<br />

che si alza, regina del<br />

tempo che qui sembra › Macchia da Sole<br />

essersi fermato.<br />

“Il vero problema? Che l’Italia <strong>è</strong> lunga e stretta, e ad ogni svolta<br />

spunta una città o un paesino che ha almeno m<strong>il</strong>le anni <strong>di</strong> storia.<br />

Ma pochi si interessano veramente del passato e della natura”.<br />

Massimo Fiorito, <strong>il</strong> mio amico <strong>di</strong> tante peregrinazioni in montagna,<br />

ha proprio ragione.<br />

Torniamo, per balze tra ciuffi d’erba, pietre, sprazzi <strong>di</strong> verde misto<br />

al bianco delle nevi e, in alto, cumulonembi gonfi <strong>di</strong> acqua, nel<br />

piccolo e rustico paese <strong>di</strong> Macchia da Sole.<br />

L’antico borgo dei Priori, popolato <strong>di</strong> monaci e oblati prima e pastori<br />

poi, oggi soffre <strong>di</strong> spopolamento a causa delle scarse risorse<br />

agricole della montagna teramana.<br />

Pensare che un tempo qui esistevano due mulini <strong>di</strong> cui uno, in<br />

località Cannavine, che lavorava a pieno regime.<br />

Dall’altra parte della valle la vista spazia sulla sfortunata Macchia<br />

da Borea, la parte povera del paese dove <strong>il</strong> sole non abita mai e <strong>il</strong><br />

freddo “fa cadere i denti senza la tenaglia”, come ci <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> vecchio<br />

Oscar, una vita trascorsa, in ogni<br />

stagione dell’anno, tra pecore, capre<br />

e formaggi.<br />

Pensate a monti e valli dove camminare<br />

senza funivie che scarichino in<br />

quota turisti in ciabatte e Mp3, senza<br />

<strong>di</strong>ghe che imbriglino i corsi d’acqua<br />

in una camicia forzata <strong>di</strong> cemento,<br />

senza motori che colpiscano l’u<strong>di</strong>to<br />

e l’odorato.<br />

› Caciara<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Sergio Scacchia<br />

www.pensieriteramani.splinder.com<br />

Non si tratta <strong>di</strong> un trekking sul K2, ma <strong>di</strong> una semplice passeggiata<br />

tra alture vicine.<br />

Dai resti della possente rocca del Re Manfre<strong>di</strong>, a picco sulle<br />

selvagge gole del Salinello, <strong>il</strong> mare in fondo all’orizzonte appare<br />

come un miraggio lontano.<br />

Da questa sorta <strong>di</strong> scatolone tozzo, cubo <strong>di</strong> pietre transennate dei<br />

cui restauri si favoleggia da anni, l’Adriatico lo si può immaginare<br />

spumeggiante in inverno tra le spiagge <strong>di</strong> Alba Adriatica e Tortoreto.<br />

Monte e mare <strong>di</strong>visi da ch<strong>il</strong>ometri <strong>di</strong> scenografici tornanti.<br />

Il comprensorio dei Gemelli potrebbe vivere turisticamente <strong>di</strong><br />

ren<strong>di</strong>ta tra natura, storia e gastronomia. E anche misteri! Le<br />

leggende che popolano ciò che resta dei mitici bastioni <strong>di</strong> Castel<br />

Manfrino e le orride gole del Salinello, gli affascinanti paesi abbandonati<br />

al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> Leofara, <strong>il</strong> palazzo incastellato <strong>di</strong> Valleinquina,<br />

potrebbero essere ulteriore richiamo per <strong>il</strong> turismo.<br />

Coperti agli occhi dei comuni mortali, i tanti eremi sparsi lungo <strong>il</strong><br />

frastagliato corso del fiume, un tempo rifugio <strong>di</strong> asceti e briganti,<br />

avvolti da un intricato dedalo <strong>di</strong> vegetazione, evocano storie<br />

inquietanti. E invece qui le presenze non decollano. Quasi ci si<br />

piange addosso.<br />

La saletta dell’unico<br />

hotel ristorante della<br />

zona <strong>è</strong> raccolta e vi si<br />

mangia da Dio.<br />

Alle pareti, qualche oggetto<br />

antico, un ritaglio<br />

annerito dal tempo del<br />

giornale che racconta<br />

<strong>di</strong> quando la Pro Loco<br />

organizzava serate<br />

› Castel Manfrino<br />

gastronomiche a base<br />

<strong>di</strong> funghi e agnello.<br />

Di lato, alcune foto, nostalgici feticci a ricordare <strong>il</strong> passato transumante.<br />

La poca gente che abita questi luoghi in inverno <strong>è</strong> ruvida ma<br />

cor<strong>di</strong>ale. Come <strong>il</strong> vecchio pensionato che ci offre una produzione<br />

casereccia del liquore norcino.<br />

Lui, made man from Macchia, racconta <strong>il</strong> suo percorso <strong>di</strong> vita,<br />

mentre <strong>il</strong> palato <strong>di</strong> chi scrive gusta una strepitosa bistecca con<br />

sopra una testa <strong>di</strong> porcino alla brace viva.<br />

E’ un fiume in piena: sarà per <strong>il</strong> sapore che ho in bocca, ma <strong>è</strong> bello<br />

lasciarlo parlare.<br />

Da queste parti, mi <strong>di</strong>cono in coro alcuni anziani davanti al piccolo<br />

negozio <strong>di</strong> generi alimentari, la segnaletica dei sentieri <strong>è</strong> carente.<br />

La promozione del territorio, quasi<br />

nulla.<br />

Molti affermano che l’Ente Parco <strong>di</strong>mentica<br />

questo <strong>di</strong>stretto, nonostante<br />

anni fa in pompa magna fosse<br />

stato intitolato “dei Due Regni”.<br />

Oggi le istituzioni sono presenti un<br />

paio <strong>di</strong> mesi in estate con una struttura<br />

<strong>info</strong>rmativa e niente più.<br />

Ma <strong>è</strong> così che dovrebbe funzionare?


› Vallinquina<br />

› Sbraccia<br />

Fuori dalla finestra <strong>il</strong> verde spuntato<br />

s’agita al vento. Dentro, sul davanzale<br />

della sala ristoro, i cellulari sono tutti in f<strong>il</strong>a<br />

nella speranza <strong>di</strong> captare <strong>il</strong> segnale.<br />

“Ma qui non esiste internet veloce, né<br />

telefonia, anche la Rai <strong>è</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e prenderla<br />

senza parabola. Ai turisti che si fermano<br />

dalle nostre parti proponiamo <strong>di</strong> spegnerlo,<br />

<strong>il</strong> telefono”.<br />

Ad una manciata <strong>di</strong> tornanti, oltre 1000<br />

metri <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, <strong>il</strong> borgo <strong>di</strong> Piano<br />

Maggiore col suo pugno <strong>di</strong> case abbandonate<br />

che si animano in estate, ricorda<br />

una storia terrib<strong>il</strong>e del 1500 quando un<br />

gruppo <strong>di</strong> nove donne ritenute responsab<strong>il</strong>i<br />

<strong>di</strong> crudeli sort<strong>il</strong>egi, furono processate,<br />

costrette a confessare reati mai commessi<br />

e condannate al rogo.<br />

La vecchia chiesina <strong>di</strong> San Pietro custo<strong>di</strong>sce<br />

un ossario dove, si racconta, fossero<br />

custo<strong>di</strong>ti i resti <strong>di</strong> alcuni temib<strong>il</strong>i briganti<br />

quali Antonio <strong>di</strong> Forca e Berar<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />

Celidonia con parte del loro manipolo <strong>di</strong><br />

manigol<strong>di</strong>.<br />

E’, naturalmente, una fola che raccontano<br />

gli anziani ma <strong>il</strong> brigantaggio da queste<br />

parti non <strong>è</strong> mai mancato dal Me<strong>di</strong>oevo in<br />

poi, col suo carico <strong>di</strong> temib<strong>il</strong>i personaggi<br />

quali Marco Sciarra, Ursino <strong>di</strong> Sabatuccio,<br />

Alfonso Piccolomini.<br />

Sulla strada, un tempo carrareccia<br />

attraversata da mercanti della lana,<br />

carovane cariche <strong>di</strong> sale, carbonai, pastori,<br />

noma<strong>di</strong>, chierici, oggi mi imbatto in una<br />

torma in<strong>di</strong>avolata <strong>di</strong> ciclisti in tecnologiche<br />

mountain bike, con mutande elasticizzate,<br />

maglie sponsorizzate e caschi, tutti presi<br />

a scalare <strong>il</strong> rampichino delle marce in<br />

salita, tra odorose malve, ginestre, faggi e<br />

cornioli.<br />

A qualche ch<strong>il</strong>ometro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, un<br />

minuscolo specchio d’acqua, <strong>il</strong> laghetto <strong>di</strong><br />

Sbraccia, regala momenti <strong>di</strong> tranqu<strong>il</strong>lità<br />

tra fusti flacci<strong>di</strong> e natanti <strong>di</strong> piccoli arbusti<br />

fiorati, immersi per metà nell’acqua dalla<br />

quale a fatica riemergono qui e là.<br />

Al <strong>di</strong> sopra, <strong>il</strong> Colle San Sisto che un tempo<br />

custo<strong>di</strong>va un grande monastero con oltre<br />

50 frati. Oggi non <strong>è</strong> altro che un ciuffo <strong>di</strong><br />

verde. Un tempo i corpi delle vecchiette<br />

erano chini a raccogliere cicorie e spinaci<br />

selvatici.<br />

Oggi non cresce altro che zizzania.<br />

La misticanza <strong>di</strong> un tempo, quella che<br />

si raccoglieva col coltello, <strong>è</strong> un pallido<br />

<strong>ricordo</strong>.<br />

Pochi passi per Leofara e Valleinquina, un<br />

tempo ricettacolo <strong>di</strong> briganti e lupi al punto<br />

che intorno al ‘700 non so quale papa per<br />

liberarsi <strong>di</strong> scomo<strong>di</strong> personaggi, arse la<br />

foresta intorno.<br />

Il tempo al tramonto volge al bello.<br />

Il cielo si tinge <strong>di</strong> colori meravigliosi,<br />

striature <strong>di</strong> rosso rubino e ocre si<br />

alternano al blu dei lapislazzuli al topazio<br />

color sole, al viola dell’ametista. u<br />

› Fiori dei gemelli<br />

pag<br />

27


pag<br />

28<br />

cinema<br />

La Vera<br />

Trage<strong>di</strong>a<br />

Woody Allen,<br />

sul nostro mondo<br />

che sogna i delitti<br />

Aun certo punto della propria vita, l’ultima, si <strong>di</strong>venta o<br />

più chiari o più involuti. Gli idoli <strong>di</strong> Woody Allen, Fellini e<br />

Bergman, fecero rispettivamente l’una e l’altra cosa. Lui,<br />

da vero emulo, compie tutte due le cose contemporaneamente.<br />

Per cui Sogni e delitti può lasciare delusi i cultori della trama, del<br />

racconto a più ante, tondo e con sv<strong>il</strong>uppo, costretto com’<strong>è</strong> in un<br />

plot lineare che prevede sin dall’inizio quel che poi farà accadere.<br />

Senza gran<strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena, né humour salace, con <strong>il</strong> minimo storico<br />

<strong>di</strong> battute comiche (una sola, sulle affinità <strong>di</strong> coppia, geniale).<br />

Quin<strong>di</strong> <strong>è</strong> sin troppo semplice. E tuttavia risulta<br />

extra large in quanto a riman<strong>di</strong> colti e sub, citazionisti<br />

e auto-riflessivi, da f<strong>il</strong>osofo del tragico.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un’ulteriore trage<strong>di</strong>a americana,<br />

cio<strong>è</strong> mon<strong>di</strong>ale, dall’interno della quale, come<br />

per i precedenti due f<strong>il</strong>m UK, cita, svagato e<br />

svicolante, da vero british d’adozione, l’omonimo<br />

capolavoro letterario <strong>di</strong> Theodore Dreiser (1925).<br />

Anzi, l’imbarcazione della morte, da cui derivò <strong>il</strong><br />

f<strong>il</strong>m omologo (ma rovesciato) <strong>di</strong> Murnau, Aurora<br />

(1927), (oltre alle famose cine-trasposizioni, da<br />

Sternberg a Stevens), assurge qui ad autentico<br />

protagonista polisemico del f<strong>il</strong>m.<br />

Cassandra’s Dream <strong>è</strong> <strong>il</strong> nome della barca e del<br />

f<strong>il</strong>m (in originale) e i due fratelli protagonisti e<br />

detentori dell’imbarcazione lo scelgono perché<br />

<strong>è</strong> lo stesso <strong>di</strong> un cane vincente alle corse che<br />

ha portato a uno <strong>di</strong> loro (s)fortuna. Sorte e cane<br />

(cio<strong>è</strong> cinismo), con a latere opposizione buio/<br />

luce, bene/male. Un po’ Aurora, un po’ Dostoevskij,<br />

autore fonte <strong>di</strong> ispirazione dello scrittore dell’In<strong>di</strong>ana (nonché<br />

<strong>di</strong> Allen). E dentro ai confini aperti <strong>di</strong> una trage<strong>di</strong>a classica.<br />

Quest’ultima, per Lévi-Strauss, costituiva la «presa <strong>di</strong> coscienza<br />

<strong>di</strong> certe opposizioni». Qui i due fratelli, a più punti della storia, si<br />

trovano a dover <strong>di</strong>vergere, salvo poi, nel finale, a giocare a rimpallo<br />

con le proprie identità <strong>di</strong> personaggi. Come fossero una sola<br />

persona scissa, in <strong>di</strong>fficoltà ad assorbire l’altro polo. Determinando<br />

a gra<strong>di</strong>, sinteticamente esposti, e con <strong>il</strong> climax del sound <strong>di</strong><br />

Ph<strong>il</strong>ip Glass (una novità!) la trage<strong>di</strong>a. Allen, non lo <strong>di</strong>mentichiamo,<br />

<strong>è</strong> <strong>il</strong> regista <strong>di</strong> Zelig e <strong>di</strong> Melinda e Melinda, saggi sull’identità polimorfa.<br />

Il <strong>di</strong>rettore della fotografia V<strong>il</strong>mos Zigsmond lo asseconda<br />

nel percorso chiaroscurale esterno e interiore, <strong>di</strong>stinguendo e<br />

mescolando luci vere e luci d’artificio, in un zigzag dell’anima.<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Leonardo Persia<br />

Inoltre. Il cane, nella mitologia greco-romana, rappresenta <strong>il</strong><br />

custode dell’Inferno, spesso tripartito (tre teste, Cerbero), con<br />

corpo <strong>di</strong> drago (la sfida, <strong>il</strong> problema) e la coda <strong>di</strong> serpente (la<br />

tentazione, <strong>il</strong> peccato). Ma anche, junghianamente, psicopompo.<br />

Guida delle anime. Minaccioso, ma non <strong>è</strong> detto che ci sbrani. Anzi.<br />

Come in Dante e in Murnau, l’Inferno si rivela l’anticamera del Para<strong>di</strong>so.<br />

Cassandra, prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare preveggente e (potenziale)<br />

ancora <strong>di</strong> salvezza (vale a <strong>di</strong>re Alexandra, salvatrice <strong>di</strong> uomini) ma<br />

inascoltata (un mito che persevera fino ai nostri giorni, durissimo<br />

a morire), <strong>è</strong> una femme letale per la quale periscono, sul campo<br />

<strong>di</strong> battaglia, i due pretendenti Corebo e Otrioneo, prigionieri <strong>di</strong> un<br />

dream bello quanto <strong>di</strong>struttivo, al pari <strong>di</strong> quello vissuto da Colin<br />

Farrell e Ewan McGregor nel f<strong>il</strong>m. Che <strong>è</strong> <strong>il</strong> sogno <strong>di</strong> almeno 2/3 (se<br />

non oltre) del pianeta, oggi. Fare sol<strong>di</strong>. Nu<strong>di</strong> e cru<strong>di</strong>. Non importa<br />

come e perché. Non importa a scapito <strong>di</strong> che cosa (mia e altrui).<br />

Non importa se poi non danno la felicità. Se rendono la vita un ouk<br />

estin, un non-essere, fino a cancellarmi. Alla lettera, come nel<br />

f<strong>il</strong>m. I fratelli si chiamano Blade, lama.<br />

Per esprimere <strong>il</strong> concetto, Woody Allen, da Parmenide postmoderno,<br />

ha invocato la dea a due facce e si <strong>è</strong> fatto a sua volta<br />

triforme Virg<strong>il</strong>io. Anche Dreiser aveva realizzato una «tr<strong>il</strong>ogia del<br />

desiderio». E i titoli dei romanzi (Il finanziere;<br />

Il titano; Lo stoico) ben si adatterebbero ai tre<br />

personaggi del f<strong>il</strong>m. Zio, figlio, padre. Come<br />

pure all’intera tr<strong>il</strong>ogia inglese (3, numero magico)<br />

dell’autore <strong>di</strong> Manhattan. In Match Point<br />

fa la domanda. E in Scoop e questo nuovo f<strong>il</strong>m<br />

(<strong>il</strong> gemello oscuro del secondo) dà la risposta.<br />

Il quesito, sotto forma <strong>di</strong> match con pallina,<br />

era: nella vita conta più <strong>il</strong> talento o la fortuna? E<br />

l’uno aiuta l’altra? E che tipo <strong>di</strong> talento occorre?<br />

In Scoop, Scarlett Johansson, già a suo agio con<br />

interrogativi esistenziali (ve<strong>di</strong> L’uomo che non<br />

c’era, Ghost World, L’uomo che sussurrava<br />

ai cavalli, e persino Una canzone per Bobby<br />

Long), per salvarsi l’anima sceglieva la magia,<br />

anzi <strong>il</strong> Mago (lo stesso Woody), assorbendolo<br />

per <strong>il</strong> verso <strong>di</strong>ritto. Nei tarocchi si traduce con<br />

controllo, creatività, comunicazione effettiva.<br />

Rovesciato, significa invece scissione, fac<strong>il</strong>e<br />

entusiasmo, incapacità <strong>di</strong> ispirazione. Queste<br />

«doti» le sarebbero spettate se fosse <strong>di</strong>ventata una anchor<br />

woman, <strong>il</strong> suo sogno dark. Essere una Cristina Paro<strong>di</strong> qualsiasi.<br />

Figuriamoci un po’. Fortuna che incontrava Woody a scombussolarla.<br />

Ed era <strong>il</strong> Para<strong>di</strong>so.<br />

Stavolta l’Inferno (Match Point: <strong>il</strong> Purgatorio). Il regista gira fluido<br />

ed economo, tagliente come un Bresson che mira allo stretto in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e.<br />

Non essendoci un segno registico evidente (come va<br />

<strong>di</strong> moda), i critici scambiano l’essenzialità per sciatteria e routine<br />

(era accaduto anche a Dreyer e Rossellini). Ma <strong>il</strong> male <strong>è</strong> troppo<br />

banale per farne un oratorio. E certo non siamo neanche dentro<br />

un abbruttente (tele)giornale. Domina <strong>il</strong> grigio <strong>di</strong> una trage<strong>di</strong>a<br />

sfinita e austera, <strong>il</strong> carosello cupo <strong>di</strong> un cliché, senza antidoti o<br />

anticorpi, un quid tutto contemporaneo. La regia <strong>è</strong> in<strong>di</strong>gnatamen


te stanca, moralmente impotente. Ed <strong>è</strong> nei<br />

fuoricampi assassini che atterrisce e fa<br />

vedere <strong>di</strong> più. Bisogna azzerare la visione.<br />

I due fratelli lon<strong>di</strong>nesi, yuppies per vocazione<br />

etero<strong>di</strong>retta, infelici del loro status<br />

(del vero), come in ogni imitation of life<br />

che si rispetti, pronti ad aff<strong>il</strong>are (per loro e<br />

per gli altri) la lama, sognano, evocano e<br />

producono lo zio d’America. Ricco, famoso<br />

e k<strong>il</strong>ler. Un anti-Mago. Come tutti i potenti<br />

del pianeta. E come quelli, non si sporca le<br />

mani. Dà or<strong>di</strong>ni. Spetta agli altri premere<br />

i bottoni o sparare. Sempre nei tarocchi,<br />

e anche in Woody, rovesciati, sarebbero<br />

Papa, Papessa, Imperatore e Imperatrice.<br />

Gli alfieri del libero mercato, delle case<br />

della libertà, della repressione attraverso<br />

un simulacro <strong>di</strong> esistenza, dell’assurda<br />

pretesa <strong>di</strong> essere nel giusto. Specchio<br />

della vita. In altre parole: ignoranza del<br />

vero sentire, blocco creativo, guai finanziari,<br />

crampo dei valori (non <strong>di</strong> denaro).<br />

Chi ha visto <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m capirà. La barca e <strong>il</strong><br />

cane corrispondono, infine, al carro che,<br />

sempre al rovescio, scatena invi<strong>di</strong>e, crash<br />

degli obiettivi, autocontrollo alla deriva,<br />

overdose <strong>di</strong> ambizione e aspettativa, vivisezione<br />

del proprio senso. Allen, ancora<br />

Mago, si serve delle carte magiche, non da<br />

poker, per smascherare l’anti-magia per<br />

eccellenza. Le f<strong>il</strong>a del nostro mondo.<br />

Riflettete, con questa storia banale, sui<br />

segnali che bussano alla porta. Qual<br />

<strong>è</strong> l’imprevisto, alla Lattuada, che fa<br />

saltare <strong>il</strong> piano? L’ambizione, la cattiveria,<br />

<strong>il</strong> cuore <strong>di</strong> ghiaccio? E’ questa una<br />

storia ammonitrice dove la via sbagliata<br />

porta inevitab<strong>il</strong>mente all’insuccesso, alla<br />

morte? Direi piuttosto <strong>il</strong> contrario. Sono <strong>il</strong><br />

pentimento e la morale, <strong>il</strong> (<strong>di</strong>s)piacere<br />

dell’onestà a far franare gli intenti <strong>di</strong><br />

riscossa social-in<strong>di</strong>viduale. Le stesse<br />

qualità dei genitori dei due fratelli (o,<br />

se vogliamo, del solo figlio schizo).<br />

Naturalmente poveri. Peggio: me<strong>di</strong>i.<br />

Insod<strong>di</strong>sfatti. Relegati ai margini del<br />

mondo. Con una sola consapevolezza<br />

amara. «Le uniche navi ad approdare<br />

sono quelle con le vele nere».<br />

E’ <strong>il</strong> crimine che paga, non <strong>il</strong> sentimento.<br />

L’onestà danna, certo non<br />

l’inganno. Nessun destino, né ciclicità,<br />

né corsi e ricorsi. Tutte mistificazioni.<br />

La vera trage<strong>di</strong>a <strong>è</strong> che <strong>il</strong> nostro mondo<br />

possiede questo «or<strong>di</strong>ne» <strong>di</strong> cose.<br />

Esso determina le sorti, la Fortuna, e<br />

corrompe le esistenze, annullandole. La<br />

sua Anima, come in Bas<strong>il</strong>ide (e Platone),<br />

somiglia al Demiurgo. E <strong>il</strong> Demiurgo, Allen<br />

ce lo fa vedere a chiare lettere, senza<br />

alcun imbroglio <strong>di</strong> carte, <strong>è</strong> un deus ex<br />

machina. Potrebbe (e dovrebbe) essere<br />

un Mago, ma <strong>è</strong> un Imperatore. Squallido<br />

e panciuto. Un riflesso <strong>di</strong> un sogno. La<br />

giustificazione <strong>di</strong> un delitto. u<br />

pag<br />

29


pag<br />

30<br />

basket<br />

Il Punto<br />

A<br />

lla seconda <strong>di</strong> ritorno del 13 gennaio, dopo 18 risultati<br />

ut<strong>il</strong>i, cade per la prima volta in questo campionato, sotto<br />

i colpi inesorab<strong>il</strong>i <strong>di</strong> un Air Avellino che con successo si<br />

sta proponendo in questo torneo. Il Siviglia <strong>Teramo</strong> <strong>è</strong> incappato in<br />

un’altra prestazione ibrida a Roma, contro la Lottomatica. 78 a 61 <strong>il</strong><br />

risultato a favore dei capitolini che tornano ad occupare la seconda<br />

posizione in classifica. I romani, con la loro <strong>di</strong>fesa abbastanza ruvida,<br />

e giocando bene in attacco agevolati da una <strong>di</strong>fesa teramana<br />

molto soft, si sono trovati a condurre anche con un <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong><br />

oltre trenta punti, con Tucker presente per onor <strong>di</strong> firma per i noti<br />

problemi fisici avuti in settimana. Powell <strong>è</strong> stato ut<strong>il</strong>izzato poco e<br />

male e <strong>il</strong> resto della squadra ha <strong>di</strong>mostrato poca voglia <strong>di</strong> capovolgere<br />

un andamento che poteva risultare anche mortificante. Buon<br />

per <strong>il</strong> Siviglia <strong>Teramo</strong> che in questa giornata anche Napoli, Scafati<br />

e Varese sono rimaste al palo, altrimenti <strong>il</strong> vantaggio <strong>di</strong> punti su<br />

questa terna, si sarebbe pericolosamente e ulteriormente ridotto.<br />

La terza giornata <strong>di</strong> ritorno, giocata al PalaScapriano, domenica<br />

20gennaio contro l’Armani Jeans M<strong>il</strong>ano, la possiamo titolare<br />

” Mezzogiorno <strong>di</strong> Fuoco” sia per l’ora in cui si <strong>è</strong> giocato, con <strong>di</strong>ramazione<br />

su SKY SPORT, e anche perch<strong>è</strong> la gara si <strong>è</strong> rivelata scoppiettante.<br />

Si <strong>di</strong>rebbe orario inconsueto per gustare un incontro <strong>di</strong><br />

pallacanestro, ma niente <strong>di</strong> tutto questo, l’impianto teramano presenta<br />

<strong>il</strong> tutto esaurito e per <strong>di</strong> più tutto colorato <strong>di</strong> rosso, nel giorno<br />

del ”Siviglia Day”. Che spettacolo si <strong>è</strong> presentato agli occhi <strong>di</strong> tutti<br />

i presenti, bello!Veramente bello! La partita nella sua complessità<br />

<strong>è</strong> stata emozionante ed elettrizzante con un primo quarto <strong>di</strong> marca<br />

m<strong>il</strong>anese poi, nel secondo quarto, gran recupero dei teramani che<br />

nel terzo e quarto tempo, forti in <strong>di</strong>fesa specialmente nel bloccare<br />

uno stellare Gallinari, precisi nelle ripartenze, ottima circolazione<br />

<strong>di</strong> palla in attacco in cui i cecchini Tucker e Powell finalizzavano<br />

in canestri con una continuità <strong>di</strong>sarmante, in particolar modo nel<br />

momento in cui Caja decideva <strong>di</strong> far <strong>di</strong>fendere a zona la propria<br />

squadra. A proposito <strong>di</strong> Powell, come può un giocatore sim<strong>il</strong>e avere<br />

un minutaggio limitato a partita? Molto bravi Migliori e Carra, prova<br />

<strong>di</strong> sostanza <strong>di</strong> Yango e Brown. Abbiamo rivisto <strong>il</strong> Poeta delle prime<br />

giornate <strong>di</strong> campionato, più positivo nel proporsi e nel far giocare<br />

la squadra, meno solista e più or<strong>di</strong>nato, in definitiva quello che<br />

dovrebbe fare un ottimo play nell’ambito delle proprie funzioni.<br />

Al termine della partita, ci si chiedeva con alcuni amici, come può<br />

una squadra che gioca quasi alla perfezione in casa e, poi nel turno<br />

successivo lontano dal PalaScapriano, effettuare prove scialbe e<br />

senza senso. E’ inspiegab<strong>il</strong>e. La situazione della classifica, si <strong>è</strong> fatta<br />

ancora più corta. Eccetto Varese, con i suoi 8 punti, che <strong>è</strong> tornata<br />

alla vittoria dopo tanto tempo su Treviso, Napoli conferma che<br />

forse ha trovato l’assetto giusto per risalire la classifica. battendo<br />

Roma dts. La Virtus Bologna cade in casa per opera del sempre<br />

più sorprendente Avellino. P<strong>il</strong>lastrini viene esonerato, Siena cade<br />

per la seconda volta in questo campionato al cospetto <strong>di</strong> una forte<br />

Premiata Montegranaro. Cantù conferma <strong>di</strong> aver superato <strong>il</strong> momento<br />

negativo imponendosi sul Capo d’Orlando e Rieti si fa valere<br />

inaspettatamente a Biella. U<strong>di</strong>ne si fa bella a Pesaro. Scafati con i<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Beb<strong>è</strong> Martorelli<br />

suoi 10 punti e Upim Bologna hanno rinviato <strong>il</strong> loro appuntamento<br />

in calendario. Il solito clich<strong>è</strong> in campo esterno del Siviglia <strong>Teramo</strong>,<br />

irriconoscib<strong>il</strong>e nella squadra che sette giorni prima aveva superato<br />

in casa, con una prestazione sopra le righe, l’Armani Jeans. Al<br />

PalaBarbuto <strong>di</strong> Napoli nella 4ª <strong>di</strong> ritorno <strong>di</strong> domenica 27 gennaio,<br />

l’Eldo si impone sul Siviglia per 88 a 66. L’inizio traumatizzante dei<br />

teramani esalta Monroe e Jones sostenuti dal raziocinio <strong>di</strong> Blums e<br />

Malaventura, tanto che alla fine del primo tempo la partita era già<br />

compromessa. Il recupero del terzo quarto dei teramani <strong>è</strong> servito<br />

solo a limitare uno scioccante risultato finale. In settimana, prima<br />

della trasferta molto delicata <strong>di</strong> Varese, si sono concretizzate le<br />

voci che circolavano da giorni a <strong>Teramo</strong>, sul <strong>di</strong>vorzio <strong>di</strong> Tucker dal<br />

Siviglia <strong>Teramo</strong>. Dopo trattative molto impegnative <strong>il</strong> giocatore <strong>è</strong><br />

stato ceduto al Khimky <strong>di</strong> Mosca società che m<strong>il</strong>ita nella massima<br />

serie sovietica. Priva del suo giocatore più rappresentativo <strong>il</strong> Siviglia<br />

<strong>Teramo</strong>, si <strong>è</strong> portata ad affrontare un impegno <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e e fondamentale,<br />

in quel <strong>di</strong> Varese per la 5ª <strong>di</strong> ritorno, domenica 3 febbraio.<br />

I dubbi erano tanti a fine <strong>di</strong> un risultato positivo: le ultime trasferte<br />

dei teramani prive <strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong> grinta non davano molte<br />

garanzie e, quin<strong>di</strong>, si sperava solo in una controtendenza. Quello<br />

che noi tifosi attendevamo con ansia <strong>è</strong> avvenuto per la gioia <strong>di</strong><br />

tutti. Abbiamo più volte detto da questo perio<strong>di</strong>co che se Poeta fa<br />

<strong>il</strong> ”Poeta”, tutta la squadra ne beneficia ed ecco che Tskitishv<strong>il</strong>i,<br />

Yango, Migliori, Powell e compagni hanno fatto in modo <strong>di</strong> non far<br />

pesare l’assenza <strong>di</strong> Clay Tucker ed <strong>il</strong> Siviglia <strong>Teramo</strong> <strong>è</strong> riuscito ad<br />

espugnare <strong>il</strong> PalaWhirlpool: 88 a 79 dopo una prestazione concreta<br />

e sicura. Terza vittoria esterna dopo un lungo <strong>di</strong>giuno e sempre in<br />

Lombar<strong>di</strong>a, dopo quelle <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e Cantù. Ora la classifica ci pare<br />

più interessante e più chiara: <strong>il</strong> Siviglia <strong>Teramo</strong> con i suoi 20 punti,<br />

mai così in alto nel piazzamento, decima posizione che gli permette<br />

<strong>di</strong> guardare con un certo ottimismo <strong>il</strong> basso della classifica<br />

generale e con una certa fiducia la parte alta. La società teramana<br />

<strong>di</strong> via De Albentiis ha ufficializzato l’arrivo dello statunitense Devin<br />

Green, proveniente dai Los Angeles Defenders ( D-League), nato <strong>il</strong><br />

25 ottobre 1982, alto 201 cm, ruolo guar<strong>di</strong>a, atleta <strong>di</strong> grande talento,<br />

<strong>il</strong> suo curriculum <strong>è</strong> talmente nutrito e lungo che non può che<br />

essere un ottimo giocatore. Dopo intense ed interessanti partite ad<br />

eliminazione <strong>di</strong>retta, la Coppa Italia Tim <strong>di</strong> Basket 2007/2008 <strong>è</strong> stata<br />

conquistata per la prima volta nella sua storia dalla squadra più<br />

meritevole, più determinata e più caparbia. L’Air Avellino, dopo una<br />

finale palpitante a spese della Fortezza Bologna, complimenti sinceri<br />

a tutto l’ambiente in particolar modo al simpatico Presidente<br />

Ercolino, all’amico Matteo Boniccioli e al suo secondo Tonino Zorzi.<br />

Ora, alla ripresa del campionato <strong>il</strong> Siviglia Wear <strong>Teramo</strong> Basket,<br />

beneficerà, come da calendario, <strong>di</strong> due turni interni consecutivi<br />

ospitando al PalaScapriano per la 6ª e 7ª giornata del girone <strong>di</strong><br />

ritorno rispettivamente domenica 17 febbraio la Salsonica Rieti e<br />

domenica 24 febbraio la Tisettanta Cantù, traendone <strong>il</strong> massimo<br />

vantaggio. La trasferta <strong>di</strong> Scafati del 2 marzo <strong>di</strong>venterebbe piscologicamente<br />

favorevole ma ne riparleremo. Da segnalare <strong>il</strong> recupero<br />

della partita Legea Scafati-Upim Bologna giocata <strong>il</strong> 13 febbraio che<br />

<strong>è</strong> andato a vantaggio dei bolognesi, con <strong>il</strong> risultato <strong>di</strong> 80 a 92, che<br />

si portano a 20 punti in classifica generale, raggiungendo <strong>il</strong> Siviglia<br />

<strong>Teramo</strong> e le altre quattro squadre. Non c’<strong>è</strong> che <strong>di</strong>re: un bel groppone,<br />

mentre la posizione <strong>di</strong> Scafati si fa sempre più delicata. u


pag<br />

30<br />

basket<br />

Il Punto<br />

A<br />

lla seconda <strong>di</strong> ritorno del 13 gennaio, dopo 18 risultati<br />

ut<strong>il</strong>i, cade per la prima volta in questo campionato, sotto<br />

i colpi inesorab<strong>il</strong>i <strong>di</strong> un Air Avellino che con successo si<br />

sta proponendo in questo torneo. Il Siviglia <strong>Teramo</strong> <strong>è</strong> incappato in<br />

un’altra prestazione ibrida a Roma, contro la Lottomatica. 78 a 61 <strong>il</strong><br />

risultato a favore dei capitolini che tornano ad occupare la seconda<br />

posizione in classifica. I romani, con la loro <strong>di</strong>fesa abbastanza ruvida,<br />

e giocando bene in attacco agevolati da una <strong>di</strong>fesa teramana<br />

molto soft, si sono trovati a condurre anche con un <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong><br />

oltre trenta punti, con Tucker presente per onor <strong>di</strong> firma per i noti<br />

problemi fisici avuti in settimana. Powell <strong>è</strong> stato ut<strong>il</strong>izzato poco e<br />

male e <strong>il</strong> resto della squadra ha <strong>di</strong>mostrato poca voglia <strong>di</strong> capovolgere<br />

un andamento che poteva risultare anche mortificante. Buon<br />

per <strong>il</strong> Siviglia <strong>Teramo</strong> che in questa giornata anche Napoli, Scafati<br />

e Varese sono rimaste al palo, altrimenti <strong>il</strong> vantaggio <strong>di</strong> punti su<br />

questa terna, si sarebbe pericolosamente e ulteriormente ridotto.<br />

La terza giornata <strong>di</strong> ritorno, giocata al PalaScapriano, domenica<br />

20gennaio contro l’Armani Jeans M<strong>il</strong>ano, la possiamo titolare<br />

” Mezzogiorno <strong>di</strong> Fuoco” sia per l’ora in cui si <strong>è</strong> giocato, con <strong>di</strong>ramazione<br />

su SKY SPORT, e anche perch<strong>è</strong> la gara si <strong>è</strong> rivelata scoppiettante.<br />

Si <strong>di</strong>rebbe orario inconsueto per gustare un incontro <strong>di</strong><br />

pallacanestro, ma niente <strong>di</strong> tutto questo, l’impianto teramano presenta<br />

<strong>il</strong> tutto esaurito e per <strong>di</strong> più tutto colorato <strong>di</strong> rosso, nel giorno<br />

del ”Siviglia Day”. Che spettacolo si <strong>è</strong> presentato agli occhi <strong>di</strong> tutti<br />

i presenti, bello!Veramente bello! La partita nella sua complessità<br />

<strong>è</strong> stata emozionante ed elettrizzante con un primo quarto <strong>di</strong> marca<br />

m<strong>il</strong>anese poi, nel secondo quarto, gran recupero dei teramani che<br />

nel terzo e quarto tempo, forti in <strong>di</strong>fesa specialmente nel bloccare<br />

uno stellare Gallinari, precisi nelle ripartenze, ottima circolazione<br />

<strong>di</strong> palla in attacco in cui i cecchini Tucker e Powell finalizzavano<br />

in canestri con una continuità <strong>di</strong>sarmante, in particolar modo nel<br />

momento in cui Caja decideva <strong>di</strong> far <strong>di</strong>fendere a zona la propria<br />

squadra. A proposito <strong>di</strong> Powell, come può un giocatore sim<strong>il</strong>e avere<br />

un minutaggio limitato a partita? Molto bravi Migliori e Carra, prova<br />

<strong>di</strong> sostanza <strong>di</strong> Yango e Brown. Abbiamo rivisto <strong>il</strong> Poeta delle prime<br />

giornate <strong>di</strong> campionato, più positivo nel proporsi e nel far giocare<br />

la squadra, meno solista e più or<strong>di</strong>nato, in definitiva quello che<br />

dovrebbe fare un ottimo play nell’ambito delle proprie funzioni.<br />

Al termine della partita, ci si chiedeva con alcuni amici, come può<br />

una squadra che gioca quasi alla perfezione in casa e, poi nel turno<br />

successivo lontano dal PalaScapriano, effettuare prove scialbe e<br />

senza senso. E’ inspiegab<strong>il</strong>e. La situazione della classifica, si <strong>è</strong> fatta<br />

ancora più corta. Eccetto Varese, con i suoi 8 punti, che <strong>è</strong> tornata<br />

alla vittoria dopo tanto tempo su Treviso, Napoli conferma che<br />

forse ha trovato l’assetto giusto per risalire la classifica. battendo<br />

Roma dts. La Virtus Bologna cade in casa per opera del sempre<br />

più sorprendente Avellino. P<strong>il</strong>lastrini viene esonerato, Siena cade<br />

per la seconda volta in questo campionato al cospetto <strong>di</strong> una forte<br />

Premiata Montegranaro. Cantù conferma <strong>di</strong> aver superato <strong>il</strong> momento<br />

negativo imponendosi sul Capo d’Orlando e Rieti si fa valere<br />

inaspettatamente a Biella. U<strong>di</strong>ne si fa bella a Pesaro. Scafati con i<br />

febbraio 2008<br />

<strong>di</strong> Beb<strong>è</strong> Martorelli<br />

suoi 10 punti e Upim Bologna hanno rinviato <strong>il</strong> loro appuntamento<br />

in calendario. Il solito clich<strong>è</strong> in campo esterno del Siviglia <strong>Teramo</strong>,<br />

irriconoscib<strong>il</strong>e nella squadra che sette giorni prima aveva superato<br />

in casa, con una prestazione sopra le righe, l’Armani Jeans. Al<br />

PalaBarbuto <strong>di</strong> Napoli nella 4ª <strong>di</strong> ritorno <strong>di</strong> domenica 27 gennaio,<br />

l’Eldo si impone sul Siviglia per 88 a 66. L’inizio traumatizzante dei<br />

teramani esalta Monroe e Jones sostenuti dal raziocinio <strong>di</strong> Blums e<br />

Malaventura, tanto che alla fine del primo tempo la partita era già<br />

compromessa. Il recupero del terzo quarto dei teramani <strong>è</strong> servito<br />

solo a limitare uno scioccante risultato finale. In settimana, prima<br />

della trasferta molto delicata <strong>di</strong> Varese, si sono concretizzate le<br />

voci che circolavano da giorni a <strong>Teramo</strong>, sul <strong>di</strong>vorzio <strong>di</strong> Tucker dal<br />

Siviglia <strong>Teramo</strong>. Dopo trattative molto impegnative <strong>il</strong> giocatore <strong>è</strong><br />

stato ceduto al Khimky <strong>di</strong> Mosca società che m<strong>il</strong>ita nella massima<br />

serie sovietica. Priva del suo giocatore più rappresentativo <strong>il</strong> Siviglia<br />

<strong>Teramo</strong>, si <strong>è</strong> portata ad affrontare un impegno <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e e fondamentale,<br />

in quel <strong>di</strong> Varese per la 5ª <strong>di</strong> ritorno, domenica 3 febbraio.<br />

I dubbi erano tanti a fine <strong>di</strong> un risultato positivo: le ultime trasferte<br />

dei teramani prive <strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong> grinta non davano molte<br />

garanzie e, quin<strong>di</strong>, si sperava solo in una controtendenza. Quello<br />

che noi tifosi attendevamo con ansia <strong>è</strong> avvenuto per la gioia <strong>di</strong><br />

tutti. Abbiamo più volte detto da questo perio<strong>di</strong>co che se Poeta fa<br />

<strong>il</strong> ”Poeta”, tutta la squadra ne beneficia ed ecco che Tskitishv<strong>il</strong>i,<br />

Yango, Migliori, Powell e compagni hanno fatto in modo <strong>di</strong> non far<br />

pesare l’assenza <strong>di</strong> Clay Tucker ed <strong>il</strong> Siviglia <strong>Teramo</strong> <strong>è</strong> riuscito ad<br />

espugnare <strong>il</strong> PalaWhirlpool: 88 a 79 dopo una prestazione concreta<br />

e sicura. Terza vittoria esterna dopo un lungo <strong>di</strong>giuno e sempre in<br />

Lombar<strong>di</strong>a, dopo quelle <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e Cantù. Ora la classifica ci pare<br />

più interessante e più chiara: <strong>il</strong> Siviglia <strong>Teramo</strong> con i suoi 20 punti,<br />

mai così in alto nel piazzamento, decima posizione che gli permette<br />

<strong>di</strong> guardare con un certo ottimismo <strong>il</strong> basso della classifica<br />

generale e con una certa fiducia la parte alta. La società teramana<br />

<strong>di</strong> via De Albentiis ha ufficializzato l’arrivo dello statunitense Devin<br />

Green, proveniente dai Los Angeles Defenders ( D-League), nato <strong>il</strong><br />

25 ottobre 1982, alto 201 cm, ruolo guar<strong>di</strong>a, atleta <strong>di</strong> grande talento,<br />

<strong>il</strong> suo curriculum <strong>è</strong> talmente nutrito e lungo che non può che<br />

essere un ottimo giocatore. Dopo intense ed interessanti partite ad<br />

eliminazione <strong>di</strong>retta, la Coppa Italia Tim <strong>di</strong> Basket 2007/2008 <strong>è</strong> stata<br />

conquistata per la prima volta nella sua storia dalla squadra più<br />

meritevole, più determinata e più caparbia. L’Air Avellino, dopo una<br />

finale palpitante a spese della Fortezza Bologna, complimenti sinceri<br />

a tutto l’ambiente in particolar modo al simpatico Presidente<br />

Ercolino, all’amico Matteo Boniccioli e al suo secondo Tonino Zorzi.<br />

Ora, alla ripresa del campionato <strong>il</strong> Siviglia Wear <strong>Teramo</strong> Basket,<br />

beneficerà, come da calendario, <strong>di</strong> due turni interni consecutivi<br />

ospitando al PalaScapriano per la 6ª e 7ª giornata del girone <strong>di</strong><br />

ritorno rispettivamente domenica 17 febbraio la Salsonica Rieti e<br />

domenica 24 febbraio la Tisettanta Cantù, traendone <strong>il</strong> massimo<br />

vantaggio. La trasferta <strong>di</strong> Scafati del 2 marzo <strong>di</strong>venterebbe piscologicamente<br />

favorevole ma ne riparleremo. Da segnalare <strong>il</strong> recupero<br />

della partita Legea Scafati-Upim Bologna giocata <strong>il</strong> 13 febbraio che<br />

<strong>è</strong> andato a vantaggio dei bolognesi, con <strong>il</strong> risultato <strong>di</strong> 80 a 92, che<br />

si portano a 20 punti in classifica generale, raggiungendo <strong>il</strong> Siviglia<br />

<strong>Teramo</strong> e le altre quattro squadre. Non c’<strong>è</strong> che <strong>di</strong>re: un bel groppone,<br />

mentre la posizione <strong>di</strong> Scafati si fa sempre più delicata. u

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!