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126 I FENOMENI ENDOGENI<br />
Il Vesuvio è attivo da almeno 25 000 anni, durante i quali ha<br />
generato pochi eventi esplosivi, alternati a lunghi periodi di<br />
quiete o di attività effusiva tranquilla. Nell’viii secolo a.C., il<br />
vulcano era alto 3000 m e fu in parte distrutto da una violenta<br />
esplosione che appiattì la cima del monte. Per lungo tempo rimase<br />
inattivo, fino al 79 d.C., quando si verificò l’esplosione<br />
descritta da Plinio il Giovane.<br />
L’eruzione fu preceduta da un lungo periodo di scosse sismiche,<br />
iniziato con un violento terremoto nel 62 d.C. Le scosse erano<br />
causate dall’instabilità del magma in movimento, tuttavia nes-<br />
42 L’eruzione del Vesuvio del 18-29 marzo del 1944 concluse l’ultima fase di<br />
attività del vulcano, iniziata nel 1914. Da allora il condotto è ostruito e il Vesuvio<br />
è considerato un vulcano quiescente.<br />
43 L’isola di Vulcano e Vulcanello, nelle isole Eolie.<br />
© SEI – 2012<br />
suno si rese conto che il pericolo era rappresentato dal vulcano,<br />
inattivo da tempi immemorabili. Il 24 agosto del 79 d.C., dalla<br />
cima del vulcano si liberò con una violenta esplosione una colonna<br />
di gas, vapori e ceneri che si espanse assumendo una forma<br />
che Plinio paragonò a un pino marittimo. Il pino collassò e<br />
riversò una pioggia di ceneri e pomice sulla zona intorno al<br />
Vesuvio e sulla costa limitrofa. Nella notte la terra fu scossa da<br />
continui terremoti, mentre dal condotto vulcanico ormai<br />
sgombro continuava la fuoriuscita di materiali piroclastici.<br />
Seguì un periodo di relativa calma, ma l’acqua della vicina falda<br />
freatica si infiltrò nella camera magmatica, provocando la<br />
formazione di vapore e una nuova intensa esplosione. Una nuvola<br />
nera di ceneri si depositò in una vasta area intorno al vulcano,<br />
seppellendo Pompei e gli abitanti rimasti. Il giorno dopo<br />
anche Ercolano subì la stessa sorte. Risparmiata dalla pioggia<br />
di cenere, perché si trovava sottovento, Ercolano fu invasa da<br />
una serie di colate piroclastiche, che in pochi istanti cancellarono<br />
ogni segno dell’esistenza della città.<br />
L’eruzione modificò profondamente l’aspetto del Vesuvio. La<br />
cima del monte collassò lasciando in corrispondenza del cratere<br />
una gigantesca caldera, con la parete nord più elevata. All’interno<br />
della caldera si formò un nuovo cono vulcanico, che corrisponde<br />
all’attuale Vesuvio. Nei secoli successivi fino al 1944, si sono verificate<br />
nuove eruzioni, alcune esplosive altre di tipo effusivo. Sono<br />
documentate eruzioni avvenute nel 472, nel 1139 e nel 1631;<br />
quest’ultima fu particolarmente violenta. Negli ultimi secoli si<br />
sono succedute eruzioni prevalentemente tranquille, intervallate<br />
da periodi brevi di riposo. Dal 1944 il vulcano è quiescente 42.<br />
La provincia magmatica delle Eolie L’arcipelago delle isole<br />
Eolie presenta un vulcanesimo di tipo andesitico ed esplosivo.<br />
Le sette isole Eolie hanno tutte origine vulcanica e sono associate<br />
ad altri vulcani sottomarini con i quali formano un caratteristico<br />
arco vulcanico, tipico delle zone in cui si verificano<br />
imponenti <strong>fenomeni</strong> di compressione della litosfera. Stromboli,<br />
Vulcano e Lipari sono le isole più recenti e tuttora attive.<br />
Stromboli è ininterrottamente attivo da oltre 2000 anni.<br />
Vulcano, al cui nome è legato un tipo particolare di vulcanesimo,<br />
e Lipari hanno un’attività più esplosiva, originata da magmi<br />
più viscosi 43. Lipari ha avuto l’ultima eruzione in epoca romana,<br />
circa 1200 anni fa, dopo un periodo di quiescenza durato<br />
quasi 3500 anni, mentre Vulcano attraversa un periodo di quiete<br />
e manifesta solo un’attività con forti emissioni di vapori di zolfo.