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© SEI – 2012<br />
9 L’attività vulcanica in Italia<br />
Le province magmatiche<br />
L’area mediterranea è molto instabile dal punto di vista geologico,<br />
soggetta a movimenti che causano <strong>fenomeni</strong> locali di distensione<br />
e compressione della litosfera che, come conseguenza,<br />
generano magmi. Per questa ragione il nostro Paese mostra<br />
un’attività magmatica intensa che dura da tempi remoti. Gli<br />
studi geologici hanno permesso di identificare quattro province<br />
magmatiche diverse per tipo ed epoca di attività 40. La provincia<br />
magmatica toscana è formata da apparati <strong>vulcanici</strong><br />
estinti, mentre le altre tre sono tuttora attive. Esaminiamo ora<br />
nel dettaglio le caratteristiche delle tre province attive.<br />
La provincia magmatica romana Il Vesuvio, l’isola di Ischia, i<br />
Campi Flegrei e tutta la costa tirrenica parallela agli Appennini,<br />
tra Toscana e Campania, hanno avuto un’attività vulcanica intensa,<br />
prevalentemente esplosiva, tipica delle regioni in cui si realizzano<br />
processi che portano alla formazione di catene montuose.<br />
Nella zona dei Campi Flegrei, circa 35 000 anni fa, ebbe inizio<br />
un’attività esplosiva che determinò la formazione di un’ampia coltre<br />
ignimbritica (tufo grigio), nella regione costiera compresa tra la<br />
penisola sorrentina e il fiume Garigliano. In seguito si formò una<br />
gigantesca caldera, aperta verso il mare. Esplosioni successive<br />
formarono il basamento roccioso di tufo giallo su cui si trova la<br />
città di Napoli. Nella regione dei Campi Flegrei, che si estende<br />
per circa 70 km 2 , si contano oggi almeno una ventina di crateri.<br />
Ferru<br />
Arci<br />
provincia<br />
magmatica<br />
siciliana<br />
piattaforma<br />
porfirica atesina<br />
Berici<br />
Lessini<br />
Euganei<br />
Ustica<br />
Marsili<br />
Stromboli<br />
Eolie<br />
Lipari Vulcano<br />
Pantelleria Pachino<br />
Linosa<br />
vulcani attivi<br />
vulcani attivi<br />
in epoca storica<br />
vulcani sottomarini<br />
complessi <strong>vulcanici</strong> attivi<br />
fino a epoche recenti<br />
(meno di 1,8 milioni<br />
di anni), oggi estinti<br />
vulcaniti antiche<br />
(più di 1,8 milioni di anni)<br />
Elba<br />
provincia<br />
magmatica<br />
toscana<br />
Amiata<br />
Cimino<br />
Vicano<br />
Sabatini<br />
Albani<br />
Ernici<br />
provincia<br />
magmatica<br />
romana<br />
Punta Pietre Nere<br />
Roccamonfina<br />
Ponza<br />
Ventotene<br />
Ischia<br />
Flegrei<br />
Vulture<br />
Vesuvio<br />
Magnaghi<br />
Procida<br />
Vavilov<br />
40 Distribuzione dell’attività vulcanica in Italia e localizzazione delle province<br />
magmatiche.<br />
Iblei<br />
Etna<br />
provincia<br />
magmatica<br />
delle Eolie<br />
6 I <strong>fenomeni</strong> <strong>vulcanici</strong><br />
È un’area a pericolo elevatissimo, anche perché l’attività passata è<br />
sempre stata di tipo esplosivo.<br />
L’instabilità della regione flegrea è testimoniata dal fenomeno<br />
del bradisismo. Il termine si utilizza per indicare movimenti<br />
verticali della crosta, lenti e senza scosse, che si verificano specialmente<br />
nelle zone costiere. I movimenti di emersione (bradisismo<br />
negativo) e sommersione (bradisismo positivo) presso<br />
Pozzuoli e nei Campi Flegrei sono causati probabilmente da<br />
movimenti del magma in profondità. Un periodo di sprofondamento,<br />
testimoniato dall’abbassamento sotto il livello del<br />
mare dell’antico mercato romano, si è verificato nel 1500, nel<br />
periodo che precedette la formazione dell’ultimo vulcano della<br />
zona (Monte Nuovo, 1538). In seguito Pozzuoli riprese a sollevarsi.<br />
Nel nostro secolo sono stati registrati più volte movimenti<br />
di innalzamento e di abbassamento; l’episodio più recente<br />
è del 1983 41.<br />
tufo<br />
termine usato in passato per indicare genericamente rocce detritiche,<br />
derivate dalla diagenesi di materiali piroclastici fini.<br />
41 I fori lasciati a diverse altezze dai litodomi (molluschi bivalvi) sulle colonne del<br />
tempio di Serapide testimoniano le fasi alterne di bradisismo che hanno interessato<br />
l’area di Pozzuoli.<br />
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