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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Riflessioni e documentazioni <strong>di</strong> e su <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong><br />

la mia educazione sotto l’influsso <strong>di</strong>retto e genuino dei due gran<strong>di</strong> sistemi,<br />

nei quali era venuta al termine suo la filosofia, che oramai possiamo<br />

chiamare classica; e ossia dei sistemi <strong>di</strong> Herbart e <strong>di</strong> Hegel, nei quali<br />

era arrivata all’estremo delle conseguenze l’antitesi tra realismo e idealismo,<br />

tra pluralismo e monismo, tra psicologia scientifica e fenomenologia<br />

dello spirito, tra specificazione dei meto<strong>di</strong> e anticipazione <strong>di</strong> ogni<br />

metodo nella onnisciente <strong>di</strong>alettica. Già la filosofia <strong>di</strong> Hegel aveva messo<br />

a capo nel materialismo storico <strong>di</strong> Carlo Marx e quella <strong>di</strong> Herbart nella<br />

psicologia empirica, comparata, storica e sociale» 4 .<br />

<strong>Labriola</strong>, come risulta da molti interventi presenti nel volume, fu sempre<br />

molto attento ai problemi relativi ai processi cognitivi, ai termini, ai<br />

linguaggi, all’epistemologia, ai meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong> documentazione e interpretazione,<br />

al significato <strong>di</strong> scienza, ai rapporti inter<strong>di</strong>sciplinari e relative<br />

<strong>di</strong>fferenze. Torneremo sulla proposta e sull’uso del termine e della<br />

terminologia “critica” da parte <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>; efficace la sua contrapposizione<br />

al verbalismo, al fraseologismo, al formalismo, all’ideologismo, alle sofisticherie,<br />

alle imprecisioni terminologiche, <strong>di</strong> contro alla chiarezza dei<br />

linguaggi, alla definizione dei concetti, al <strong>di</strong>alogo, alla necessità <strong>di</strong> non<br />

“chiudersi in un sistema come in una sorte <strong>di</strong> prigione” 5 .<br />

I rapporti <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong> con la cultura ed in particolare con quella storica,<br />

sociale, economica, filosofica, pedagogica, scientifica sono articolati e<br />

coerenti; da Socrate a Spinosa, da Galilei a Newton, dall’empirismo<br />

all’illuminismo, da Kant a Hegel a Herbart a Marx, dal naturalismo ingenuo<br />

al positivismo fino alle soglie del neopositivismo, al neoidealismo,<br />

alla “filosofia <strong>di</strong> privato uso ed invenzione” <strong>di</strong> Nietzsche e <strong>di</strong> Hartmann<br />

le riflessioni ed i confronti riguardano le modalità <strong>di</strong> concettualizzazione,<br />

il ruolo dell’esperienza, i limiti del pensiero puro e delle categorizzazioni<br />

artificiali, le <strong>di</strong>fferenze tra evoluzione e progresso ed in<br />

particolare il modo <strong>di</strong> concepire la scienza. Un problema quest’ultimo<br />

che sarà <strong>di</strong>rimente, specie in Italia, alla fine dell’Ottocento ed all’inizio<br />

del Novecento all’interno del positivismo e nelle impostazioni <strong>di</strong> Croce e<br />

4 A. LABRIOLA, La concezione materialistica della storia, a cura e con introduzione <strong>di</strong><br />

E. Garin, Bari, Laterza, 1965, pp. 241–242; ID., Saggi sul materialismo storico, a cura <strong>di</strong><br />

V. Gerratana e A. Guerra, Roma, E<strong>di</strong>tori Riuniti, 1977; ID., Scritti politici 1886–1904, a<br />

cura <strong>di</strong> V. Gerratana, Bari, Laterza, 1970.<br />

5 SICILIANI DE CUMIS, Il criterio “morfologico” secondo <strong>Labriola</strong>, cit., p. 28.<br />

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