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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Franco Ferrarotti<br />

za dei classici latini, non <strong>di</strong> quelli greci. Era uomo <strong>di</strong> cultura. Come del<br />

resto Terracini, che era con lui alla nascita del partito comunista, nel<br />

gennaio del 1921, a Livorno. Un uomo, un giurista, <strong>di</strong> finissimo ingegno.<br />

Terracini era abbonato ad una piccola rivista, che facevo all’epoca, la<br />

«Rivoluzione umana». Terracini aveva una natura anarchica, che lo rendeva<br />

molto più aperto <strong>di</strong> Togliatti. Da libertario, fece scalpore perché, ad<br />

un certo punto (mi pare verso 1946–1947, comunque prima del 1950),<br />

mise gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sullo stesso piano, definendoli<br />

due imperi. Fu molto duramente censurato dal partito. Togliatti fu un<br />

uomo molto abile, capace <strong>di</strong> portare il partito comunista in Italia al massimo<br />

della sua forza. Ad un certo punto i comunisti avevano preso circa<br />

un terzo dei voti, il 30 per cento. Avrebbero potuto conquistare il potere.<br />

Quando Togliatti subì un attentato (uscendo dal Parlamento, uno studente<br />

gli aveva sparato due colpi <strong>di</strong> pistola alla nuca, ma lui sopravvisse),<br />

la prima cosa che <strong>di</strong>sse nell’ospedale fu: «non fate sciocchezze, non<br />

fate la rivoluzione, state buoni, state tranquilli». Un capo, <strong>di</strong>rei proprio,<br />

molto italiano: in Italia si parla sempre <strong>di</strong> rivoluzione perché nessuno ci<br />

crede. Si parla, si parla <strong>di</strong> rivoluzione, però poi è meglio se la rivoluzione<br />

non avviene… «Non fate sciocchezze»: e, <strong>di</strong>fatti, gli operai andarono<br />

a cercare i capitalisti, li picchiarono… Però poi, su richiesta <strong>di</strong> Togliatti,<br />

tutto fu messo a posto. Togliatti era anche uomo <strong>di</strong> una grande forza fisica.<br />

Una volta, mentre era in vacanza in Val d’Aosta, ebbe un grave incidente<br />

automobilistico. Miracolosamente sopravvisse. Morì anni dopo,<br />

in Crimea. Fu un grande ragionatore, molto raffinato. Ma non un rivoluzionario.<br />

[…] Il comunismo, per un uomo come Togliatti, non <strong>di</strong>pendeva dalle<br />

decisioni nazionali, ma <strong>di</strong>pendeva dal quadro generale globale. E ad certo<br />

punto, la causa del comunismo, della rivoluzione comunista, se aveva<br />

un senso per lui, lo aveva solo in quanto si legava all’avvenire, al destino<br />

dell’Unione Sovietica. Quando infine l’Unione Sovietica è crollata, i comunisti<br />

italiani si sono trovati orfani. I comunisti italiani che oggi si<br />

chiamano DS, Democratici <strong>di</strong> sinistra, non hanno ancora fatto i conti con<br />

loro passato. Di ciò li rimprovero, ma senza esagerare. Con gli orfani bisogna<br />

essere buoni. Quello che io trovo straor<strong>di</strong>nario in Togliatti è il suo<br />

forte senso della continuità; egli era veramente un conservatore. Arriva-

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