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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e le scienze sociali<br />

come, almeno in parte, mancava a Marx e a Engels (anche se si ha notizia<br />

<strong>di</strong> un questionario elaborato da Marx per gli operai inglesi e se è noto<br />

che i capitoli più “sociologici” del Libro primo del Capitale, quelli sulla<br />

giornata <strong>di</strong> lavoro e sulla meccanizzazione della grande industria, che<br />

forse devono molto a Engels, <strong>di</strong>rigente industriale a Manchester nella<br />

succursale dell’azienda <strong>di</strong> famiglia, che aveva sede in Germania, a Brema,<br />

traboccano <strong>di</strong> osservazioni empiriche). La ricerca sul campo implica<br />

l’uscita dal concetto tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> cultura né può effettuarsi ritenendo a<br />

priori che il ricercatore abbia, oltre la consapevolezza del problema, le<br />

domande fondamentali già prima <strong>di</strong> iniziare la ricerca. Un ricercatore è<br />

sempre anche un ricercato. Nessun fenomeno sociale può essere a priori<br />

ipotizzato se non sulla base delle esperienze <strong>di</strong>rette <strong>di</strong> coloro che l’hanno<br />

vissuto (siamo lontani anni–luce dalla cultura ancora prevalente, se si<br />

considera che ancora recentemente, il 29 o 30 marzo 2005, in un e<strong>di</strong>toriale<br />

del «Corriere della Sera» si può tranquillamente parlare del “popolo<br />

bue”). Ma la cultura prevalente, intrinsecamente elitaria, viene da lontano<br />

e, con riguardo alla cultura italiana, chiama in causa testi come il<br />

Sommario <strong>di</strong> pedagogia come scienza filosofica <strong>di</strong> Giovanni Gentile, in cui il<br />

delirio iper–soggettivistico conduce, necessariamente e logicamente,<br />

all’auto–fondazione del soggetto in<strong>di</strong>pendentemente dalle circostanze<br />

oggettive, ossia all’auto–ctisi.<br />

La ricerca delle scienze sociali non può usare concetti essenzialistici,<br />

quid<strong>di</strong>tativi. Ha bisogno <strong>di</strong> concetti, che, nel Trattato <strong>di</strong> sociologia, ho definito<br />

operativi. Nel senso preciso che si tratta <strong>di</strong> concetti da operazionalizzare,<br />

ossia da scomporre nei loro componenti o variabili, in modo da poterli<br />

connettere con i parametri empirici messi in luce dalla ricerca sul campo,<br />

simultaneamente guidata, o orientata, dai concetti operativi e nello<br />

stesso tempo in grado <strong>di</strong> verificare le ipotesi generali e le ipotesi <strong>di</strong> lavoro<br />

specifiche attraverso la raccolta sistematica dei dati empirici pertinenti.<br />

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