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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Ancora su <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e Luigi Credaro<br />

dei Bambini (e qui si alludeva evidentemente proprio al contributo <strong>di</strong><br />

Zanzi pubblicato sulla «Rivista» nel 1918).<br />

Tornando alla «scuola libera», ricordava Credaro con un accento velatamente<br />

polemico come all’interno del Partito Socialista le posizioni non<br />

fossero univoche, contrapponendo le tesi sostenute in quel frangente<br />

dall’allora militante Raffaele Resta, sostenitore, in linea con la «tra<strong>di</strong>zione»<br />

del movimento, della Scuola <strong>di</strong> Stato, a quella <strong>di</strong> Baratono, che nell’occasione<br />

s’era fatto sostenitore «del principio gentiliano della scuola libera».<br />

E, riprendendo e concludendo il resoconto della prima parte del<br />

saggio <strong>di</strong> Poggi, Credaro rammentava la «via <strong>di</strong> mezzo» tra scuola statale<br />

e scuola libera sostenuta da una apposita Commissione nominata dal<br />

Partito Socialista, e le critiche rivolte dall’autore del volume, «rigido <strong>di</strong>fensore<br />

della Scuola, come funzione <strong>di</strong> Stato», a tale risoluzione 20 . Va<br />

precisato che le critiche rivolte dalla «Rivista» al P.S.I., più che specifiche<br />

prese <strong>di</strong> posizione, spesso si appuntavano proprio sulla sua irresolutezza,<br />

sull’incapacità reiteratamente evidenziata <strong>di</strong> assumere un punto <strong>di</strong><br />

vista ben definito sulle problematiche educative e scolastiche.<br />

Rivolgiamoci ora alle formulazioni propriamente teoretiche <strong>di</strong> Poggi,<br />

espresse nella seconda parte del suo libro. Egli rispondeva affermativamente<br />

alla questione «se una finalità etica» si potesse «naturalmente inquadrare<br />

nella concezione materialistica della storia (tirando le ultime<br />

conseguenze», a detta <strong>di</strong> Credaro, dell’interpretazione del marxismo offerta<br />

da Mondolfo); ma riteneva si dovesse sostituire, alla <strong>di</strong>zione sopra<br />

enunciata, quella <strong>di</strong> «concezione prammatica della storia», perché era «il<br />

bisogno morale», cioè «l’uomo stesso, spinto dal suo fondamentale bisogno<br />

<strong>di</strong> essere uomo, che muove[va]», a suo parere, «la storia». L’uomo,<br />

«mentre» desiderava questo, perché si sentiva «degno <strong>di</strong> una vita migliore»,<br />

poteva «voler questo oggi che le con<strong>di</strong>zioni sociali gli apprestano<br />

i mezzi per ottenere il fine»: in tal modo, per lui, si sarebbero potuti<br />

conciliare «volontarismo e determinismo». Poggi sottoponeva a decisa e<br />

recisa critica il determinismo <strong>di</strong> Engels, iniziando col rigetto della «tendenza<br />

anti–statale del socialismo così detto scientifico»: lo Stato costituiva<br />

nella sua visuale «la più concreta ed alta manifestazione etica del volere<br />

umano» ed il socialismo poteva e doveva opporsi solo «al principio<br />

20 Ivi, p. 686.<br />

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