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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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46<br />

Marco <strong>Antonio</strong> D’Arcangeli<br />

La prima parte del libro, precisava Credaro, «esamina il modo <strong>di</strong><br />

comportarsi dei partiti socialisti <strong>di</strong> fronte al problema culturale», mentre<br />

la seconda si occupa del «rapporto filosofico tra Marxismo e Kantismo».<br />

Puntualizzato come «l’ottimismo» sulle possibilità dell’educazione, tipico<br />

del socialismo utopistico, non potesse essere nutrito, per il suo «determinismo<br />

economico», da quello marxista, veniva sottolineato da Poggi<br />

come il «problema scolastico» fosse stato per lungo tempo sottovalutato<br />

dai partiti socialisti, specialmente il francese e l’italiano, nonostante<br />

l’esplicita <strong>di</strong>rettiva del Manifesto in favore <strong>di</strong> una «educazione pubblica e<br />

gratuita <strong>di</strong> tutti i fanciulli». Ripreso dal congresso <strong>di</strong> Erfurt, e risolto nella<br />

richiesta della «Scuola statale gratuita ed obbligatoria», il tema continuò,<br />

proseguiva Poggi, ad essere trattato superficialmente dai socialisti<br />

italiani, tranne qualche vago accenno ad una «educazione integrale» e<br />

nonostante che Turati, e lo stesso Credaro, in qualità <strong>di</strong> presidente<br />

dell’U.M.N., lo invitassero ad una chiara formulazione delle proprie tesi<br />

in proposito 19 . Situazione che, invero, si mo<strong>di</strong>ficò ra<strong>di</strong>calmente nell’imme<strong>di</strong>ato<br />

dopoguerra, quando in seno al Partito si aprì un vivace confronto<br />

sul tema della «Scuola libera», dal quale peraltro scaturirono delle<br />

precise proposte in opposizione a quelle dei Popolari e dei vari Ministri<br />

della Pubblica Istruzione dal 1919 al ‘22.<br />

A proposito <strong>di</strong> questo confronto interno, vanno rilevate le posizioni<br />

assunte da Poggi, in Socialismo e cultura, verso altri protagonisti del <strong>di</strong>battito.<br />

Egli negava, ad esempio, la <strong>di</strong>stinzione fra educazione morale ed<br />

educazione intellettuale operata da Mondolfo (considerato peraltro «il<br />

vero avvivatore della polemica socialista») e lo faceva da «kantiano puro»,<br />

in nome cioè «del concetto unitario dello spirito»; e respingeva «certi<br />

concetti rigidamente materialistici» che Zanzi, già collaboratore della<br />

«Rivista», «espone[va] parlando dell’opera educativa». Si trattava <strong>di</strong> una<br />

critica, osservava Credaro, ispirata «ai principii <strong>di</strong> un sano spiritualismo»,<br />

sui quali del resto si basava, aggiungeva sempre il recensore, la<br />

<strong>di</strong>fesa del Metodo Montessori intrapresa dallo stesso Poggi contro la <strong>di</strong>ffidenza<br />

che Zanzi, ancora una volta da posizioni a suo avviso dogmatiche<br />

nel senso sopra in<strong>di</strong>cato, aveva mostrato nei confronti del contenuto<br />

spiritualistico a cui la pedagogista si sarebbe «innalzata» nelle sue Case<br />

19 CREDARO , recensione a POGGI, Socialismo e cultura, cit., p. 685.

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