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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Ancora su <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e Luigi Credaro<br />

2. Alfredo Poggi<br />

Alfredo Poggi nacque a Sarzana (La Spezia) nel 1881. Si laureò nel<br />

1904 in Filosofia a Palermo, e nel 1907 in Legge a Genova. Formatosi con<br />

Giovanni Vidari e con Giuseppe Tarozzi, stu<strong>di</strong>ò il pensiero marxista e, al<br />

pari <strong>di</strong> Rodolfo Mondolfo, si pose alla ricerca <strong>di</strong> una sua integrazione col<br />

kantismo, ridefinendolo in chiave etico–morale, su un’interpretazione<br />

che in Germania era stata sostenuta da Karl Vorländer (1860–1928) e da<br />

Max Adler (1873–1937), e dallo stesso neokantiano marburghese Hermann<br />

Cohen (1842–1918). Dalla seconda metà degli anni ‘20, gli stu<strong>di</strong><br />

sulle filosofie della crisi e sulla categoria religiosa orientarono in <strong>di</strong>re-<br />

toso nei confronti <strong>di</strong> Siciliani de Cumis, il quale, compiendo con il prossimo anno<br />

accademico 2006–07 — se non erro — un quarto <strong>di</strong> secolo <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nariato <strong>di</strong> Pedagogia<br />

alla “Sapienza” (a proposito: auguri!), non necessitava e non necessita, sicuramente,<br />

<strong>di</strong> “conferme” <strong>di</strong> sorta. E poi, se si dovesse badare a tutte le “voci” non benevole<br />

che ci riguardano e che circolano nei nostri ambienti <strong>di</strong> lavoro… Ma non si<br />

trattava, in definitiva, <strong>di</strong> “giustificare” — né, tanto meno, <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>mensionare — il<br />

giu<strong>di</strong>zio in questione, bensì <strong>di</strong> precisarne il significato e il senso, che, ad ogni modo<br />

(tralasciando le intenzioni), erano stati travisati: ché certamente non si aveva, come<br />

anche al presente non si ha, da parte del sottoscritto, la pretesa e la presunzione <strong>di</strong><br />

essere in grado <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare con sicurezza e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care in maniera incontrovertibile<br />

chi possa essere annoverato o meno, a tutt’oggi, fra i più efficaci esegeti<br />

dell’opera <strong>di</strong> <strong>Labriola</strong>. Si noti, per iniziare, come la valutazione proposta dallo scrivente<br />

nel suo Discorrendo…, non sia poi tanto “a priori” e “apo<strong>di</strong>ttica” quanto appare<br />

sulla recensione pubblicata su «Belfagor»: se non altro per il suo fare riferimento<br />

a degli elementi <strong>di</strong> fatto, “quantitativi”, almeno tendenzialmente “oggettivi”, vale a<br />

<strong>di</strong>re a «tutto il lavoro compiuto da Siciliani de Cumis» sul Cassinate. Ma tale “premessa”<br />

è ignorata da Miccolis, così come la successiva argomentazione che puntualizza<br />

estensione e intensione, per <strong>di</strong>r così, <strong>di</strong> quella affermazione: insistendo sui <strong>di</strong>versi<br />

piani e livelli della “interpretazione” labrioliana <strong>di</strong> Siciliani, dal «virtuoso “circolo”<br />

fra» <strong>di</strong>dattica e ricerca «che ne rappresenta un <strong>di</strong>chiarato, ed effettivamente<br />

praticato, presupposto» (a sua volta, insieme, effetto e “traduzione” della lezione<br />

del Cassinate ed esegesi “in atto”, vivente e vissuta, del suo pensiero), al «serrato<br />

approfon<strong>di</strong>mento del patrimonio teorico–pratico, della “tra<strong>di</strong>zione” e dello “stile”,<br />

delle cattedre <strong>di</strong> pedagogia della Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia della “Sapienza”<br />

[…]», nel quale la rilettura <strong>di</strong> cui sopra, in definitiva, va inquadrata, che «certo»<br />

prende le mosse, e insiste, «sul magistero del filosofo marxista, ma come chiave <strong>di</strong><br />

lettura, fra somiglianze e <strong>di</strong>fferenze, del complesso <strong>di</strong> quell’itinerario più che secolare».<br />

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