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Antonio Labriola e «La Sapienza» - Archivi di Famiglia

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Marco <strong>Antonio</strong> D’Arcangeli<br />

ce<strong>di</strong>menti, conversioni» all’ideologia fascista e/o a metafisiche e ontologie<br />

se non con quella congruenti, certo consolanti e “sterilizzanti”) 4 .<br />

Alfredo Poggi, dunque, con la sua figura e con le sue idee, nel suo<br />

porsi e confrontarsi con il coevo milieu culturale, con i principali orientamenti<br />

teoretici e ideologici a lui contemporanei, pare costituire un “testimone<br />

esemplare” e “privilegiato” (rappresentando, anche, una sorta<br />

<strong>di</strong> trait d’union) per iniziare ad approfon<strong>di</strong>re, da una fra le molte possibili<br />

angolazioni, insieme particolare e “totale”, comunque centralissima —<br />

fra filosofia, politica, etica e educazione; fra Kant, Marx, Herbart ecc. —<br />

il “rapporto” fra <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e Luigi Credaro (intendendo, con<br />

questi nomi, oltre i “singoli”, il complesso del movimento, anzi dei movimenti,<br />

<strong>di</strong> pensiero, e <strong>di</strong> persone, dei quali ciascuno dei due fu interprete<br />

e protagonista).<br />

Con la nota che segue, in altre parole, s’intende offrire un esempio <strong>di</strong><br />

possibile ripresa, integrazione e sviluppo <strong>di</strong> quel “<strong>di</strong>scorso” sul Cassinate<br />

e il Valtellinese che lo scrivente ebbe modo <strong>di</strong> iniziare a svolgere in<br />

<strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università, il catalogo della Mostra documentaria<br />

allestita a Roma fra l’inverno e la primavera 2005 (A cento anni dalla morte<br />

<strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong>), curato — al pari della stessa Mostra — da Nicola Siciliani<br />

de Cumis 5 . Lo scopo è, anche, quello <strong>di</strong> mostrare che il “passaggio”<br />

del 1902, su cui nella rammentata circostanza si è insistito, rappresentò<br />

un “avvenimento”, un “movimento” <strong>di</strong> superficie da ricondurre e<br />

4 Credaro fu anche fra i pochi che nella «Rivista» evitò, sino all’ultimo o quasi, <strong>di</strong><br />

fare esplicita professione <strong>di</strong> “fede” fascista e/o <strong>di</strong> celebrare i fasti del regime. A testimonianza<br />

della sua in<strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio — ed anche, lo si può quantomeno<br />

supporre, dell’esistenza <strong>di</strong> uno stretto rapporto personale fra i due — va rammentato<br />

che il Valtellinese continuò a offrire a Poggi la possibilità <strong>di</strong> collaborare con il perio<strong>di</strong>co<br />

da lui <strong>di</strong>retto anche dopo che il pedagogista ligure fu estromesso dall’insegnamento<br />

universitario per il suo antifascismo.<br />

5 M.A. D’ARCANGELI, Discorrendo <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e Luigi Credaro, in <strong>Antonio</strong><br />

<strong>Labriola</strong> e la sua Università. Mostra documentaria per i settecento anni della “Sapienza”<br />

(1303–2003). A cento anni dalla morte <strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> (1904–2004), a cura <strong>di</strong> N. Siciliani<br />

de Cumis, Roma, Aracne, 2005, pp. 61–70 (per il contributo <strong>di</strong> chi scrive al volume<br />

si v. anche gli interventi in <strong>Antonio</strong> <strong>Labriola</strong> e la sua Università, a cura <strong>di</strong> A.<br />

SANZO e G. SZPUNAR, ivi, pp. 143–144, 161–162; e la nota su Luigi Guanella e Luigi<br />

Credaro inserita in N. SICILIANI DE CUMIS, Sulla prima pedagogia universitaria romana e<br />

don Luigi Guanella. Illazioni ed ipotesi, ivi, pp. 452–453).

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